di Rosanna Conte
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Questa settimana si è aperta, da parte dell’amministrazione comunale, con la comunicazione ufficiale della soluzione dell’annoso contenzioso col Parco del Circeo su Zannone (Zannone, avviato a soluzione il contenzioso). Speriamo che adesso si avvii e funzioni la macchina burocratica per realizzare gli interventi già finanziati e progettare il tanto da fare.
Accanto a una lieta notizia, però, ce n’è una non buona.
Il Coronavirus è, ormai, a Ponza. Peccato! Perché i ponzesi si erano difesi così bene durante la prima ondata.
Il Comune, la Protezione civile ed i vigili stanno collaborando per portare al domicilio dei positivi i rifornimenti alimentari e le medicine,(Ponza, servizi straordinari per persone in quarantena) e per strada, sul volto delle persone anziane, c’è la preoccupazione o meglio la mestizia, come scrive Franco De Luca in “Ora” .
Non penso che una delle risposte più diffuse in questa lotta al Coronavirus sia la solidarietà. E’ vero c’è il “tampone sospeso” (Napoli, arriva il “tampone sospeso”) per i più poveri, ma c’è anche il menefreghismo di chi continua a beffarsi delle misure di prevenzione ritenendosi immune senza riflettere che servono non solo per la tutela personale ma, principalmente, per tutelare gli altri: gli anziani e i più deboli. Possono essere i propri genitori o nonni, ma anche il giovane amico non troppo bene in salute.
Purtroppo c’è molta superficialità e la superficialità avalla l’egoismo. Intendiamoci, l’egoismo appartiene a molte persone che riflettono e scelgono di valutare tutto in relazione al proprio benessere, ma la superficialità porta a fare scelte egoistiche anche in chi si professa altruista, senza che ne abbia consapevolezza.
Per chi rifiuta il vaccino non si tratta di egoismo, (Lettera a chi è contro la vaccinazione per il Covid-19) ma penso piuttosto ad una debolezza riflessiva che consente alla paura e all’ignoranza di diventare preda di una propaganda insinuante e manipolatoria. Succede spesso che si accusano di strumentalizzazione persone che non si sognerebbero mai di farlo e si sceglie chi ha insinuato l’idea venendo così effettivamente strumentalizzati e con la certezza di aver fatto una libera scelta. E’ di ieri la notizia che sono stati chiusi ben venti siti sui quali si faceva propaganda anti-vaccino.
Certo, a volte i problemi sono così grandi che al singolo individuo sembra una lotta impari quella che porta a risolverli. Pensiamo al problema della carenza di acqua per le popolazioni africane di cui si occupa padre Alex Zanotelli, missionario comboniano (L’acqua, l’Africa e noi (nel nostro piccolo) Con lui condivido in pieno l’idea che l’acqua non può essere gestita dai privati, i quali per loro natura, pensano solo al proprio profitto. L’esito del referendum del 2011 aveva mostrato che la maggioranza degli italiani riteneva l’acqua un bene comune e come tale dovesse essere gestito dal pubblico.
Ma, nonostante che il referendum sia stato disatteso e che gli interventi in Africa non riescano ad essere incisivi, padre Zanotelli continua imperterrito la sua lotta perché, tra l’altro, sa che il problema tende ad aggravarsi e ciò che può fare è mantenere viva l’attenzione sul fatto che la siccità fra non molti decenni riguarderà un numero considerevole di persone.
Il tema dell’acqua riguarda anche noi a Ponza dove abbiamo sperimentato che la distruzione delle fonti e dei bacini di raccolta, la cattiva politica, hanno ridotto l’isola ad approvvigionarsi con navi cisterna fino ad oggi. Se avessimo agito con sagacia e nei momenti opportuni, probabilmente non saremmo al punto di “avere bisogno” di un dissalatore.
Non so se il dissalatore potrà liberarci dall’acqua imbottigliata che è una schiavitù ed una spesa non indifferente, però, considerati i disservizi di Acqualatina – vedi quanto è successo a Formia ( Formia, scatta il divieto temporaneo di utilizzo dell’acqua a scopo potabile) non so se realmente potrà risolvere i problemi di approvvigionamento di Ponza e con quale qualità. L’istituzione degli ATO aveva lo scopo di ottimizzare il rapporto costi e risultati, specie per le tariffe da addebitare all’utente finale, ma nella realizzazione non sempre è così: l’ATO è diventato lo strumento per ridurre tout court le spese, anche a costo di disservizi e con eventuale recupero di risorse attraverso il rincaro delle tariffe.
Nella nostra isola, ormai, è arrivato in tribunale lo scontro fra Acqualatina e una parte dei cittadini che sono coinvolti in prima persona in quanto fornesi e gravitanti su Cala dell’Acqua dove si dovrebbe impiantare il dissalatore (Il balletto del dissalatore), mentre l’amministrazione, dopo la sentenza del Tar, annuncia che intende fare ricorso al Consiglio di Stato.( Dissalatore, la posizione del Comune di Ponza) E lo ribadisce anche nella risposta all’articolo “Il balletto del dissalatore” dove puntualizza una serie di passaggi che sono risultati all’amministrazione imprecisi o distorcenti i fatti. Che vinca o perda la battaglia del dissalatore, la cittadinanza, comunque, si ritroverà un’azienda che agisce come un privato sulla strada del soddisfacimento del suo bisogno primario dell’acqua.
Deve aver pensato a una situazione similare Angelo Rizzoli (Ischia, l’edificio della Carità e il Giuramento di Ippocrate) quando donò alla comunità ischitana l’ospedale che aveva costruito col suo denaro: se voleva veramente dare agli ischitani un presidio sanitario di Pronto Soccorso e un vero ospedale, doveva farlo gestire dal pubblico senza alcuna ricaduta nel privato.
E’ vero che il pubblico non sempre ha dimostrato sagacia nella gestione di quanto affidatogli, ma l’esperienza degli ultimi decenni ci ha confermato che nemmeno il privato brilla.
Bisogna pretendere che nella macchina pubblica ci siano tecnici qualificati e non persone raccomandate e che i politici che eleggiamo siano onesti e sagaci. E questo spetta a noi cittadini.
Non mancano nemmeno questa settimana articoli che riguardano eventi del passato.
Patrizia Maccotta vola indietro di duemila anni e ci riporta all’epoca di Augusto, Tiberio, Caligola e Nerone seguendo le vicende degli esili imperiali. (Di certe isole e dell’impero romano (1 parte) e (2 parte) Ricordiamo che, anche se con un salto ultra-millenario, nell’Ottocento e nel Novecento è stato riproposto il ruolo delle piccole isole nella gestione della reclusione, poiché divennero luogo di confino, domicilio coatto e reclusione.
Fabio Lambertucci, invece, ci riporta, come ormai fa da alcuni mesi, al ventennio fascista e questa volta ha scelto di parlarci dell’attentato a Mussolini da parte di Violet Albina Gibson che aveva problemi di squilibrio mentale ( La donna irlandese che sparò a Mussolini)
Pur parlando di narrativa, riguarda anche la Storia l’articolo di Francesco Cataluccio proposto da Tano Pirrone, che ci fa riflettere sul rapporto storia-memoria. (Quanto è importante la memoria) La memoria ha una radice emotiva perché è il frutto di una selezione personale delle esperienze vissute e dei racconti ascoltati. La storia, invece, pur avendo una forma narrativa, è una ricostruzione complessa in cui lo storico applica procedimenti rigorosi nella scelta e nella contestualizzazione dei fatti e dei documenti che anche altri possono ripercorrere (ed è in questa accezione che si definisce la scientificità del metodo storico). La memoria in questo lavoro è una parte degli elementi da analizzare.
E riandando indietro con la memoria ritroviamo il racconto fatto da Gabriella Moriondo del colera a Ponza nel 1890 (Ponza al tempo del colera (o del coronavirus) come anche la figura dell’”apparatore” di chiese di cui scrive Mazzella di Rurillo, una figura rispettata dalla comunità parrocchiale che riponeva in lui la bellezza e la grandezza della propria chiesa per le feste religiose importanti.( La storia di Rurillo, l’apparatore)
Un altro frutto della memoria è quello del terremoto del ’80 in Irpinia. Sandro Vitiello ci parla della devastazione che aveva provocato e dell’orrore che hanno dovuto vivere anche i soccorritori della cui schiera lui faceva parte. (Irpinia 23 novembre 1980, una tragedia italiana)
Io l’ho vissuto a Napoli ed è stato terribile: al secondo piano vedevo le pareti della stanza avvicinarsi e allargarsi e sentivo il pavimento sollevarsi seguendo a tratti il moto ondulato e dopo quello sussultorio. Fu lungo. Durò 90 secondi: un minuto e mezzo. Un’eternità!
In questa settimana la comunità ponzese ha vissuto il dolore con la perdita di due persone, (Carmela Monti, madre della nostra amica Angela Lellè) ( Roma, ci ha lasciati Silverio Vitiello) e la gioia, con una laurea (Isabella Aprea si è laureata): è l’avvicendarsi della vita che incurante di chi non c’è più e di chi resta, continua impietosa il suo cammino.
Di positivo c’è la vittoria legale dell’Associazione Diportisti Arcipelago Pontino avverso il Comune che adesso dovrà dare la concessione demaniale nella zona Caletta alle Forna (Le Forna, i giudici ordinano al Comune il rilascio della concessione)
In anticipo sul 25 novembre, abbiamo ricordato la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con l’articolo di Lorenza Del Tosto, sull’uscita nelle sale dell’ultimo film di Phyllida Loyd.( Per la giornata del 25 novembre. Il coraggio delle donne) piaga vergognosa che continua ad allignare nella nostra società che, pur frammentata, è attraversata dal mito del potere, dall’applauso al più forte, e da un’immagine femminile piuttosto ambigua, che gioca tra l’emancipazione e l’esibizionismo con ricadute antitetiche sull’immaginario maschile.
In chiusura di questa epicrisi non posso fare a meno di notare, dalla Rassegna stampa, che Ventotene ha avuto una prima tranche di stanziamento di 50.000 € per la “Giornata di Ventotene luogo della Memoria e Isola d’Europa”, che si terrà nel maggio 2021. (Lazio: M5S, Bene fondi per Giornata Ventotene). Eppure abbiamo anche noi dei luoghi di memoria che se valorizzati potrebbero attrarre fondi. Ma questo richiederebbe un altro discorso.
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