di Claudia Polla
Volenteri pubblichiamo questo reportage di un viaggio in Terrasanta di Claudia Polla, ponzese acquisita, ad ogni effetto nella categoria “Ponzesi che viaggiano”…
La Redazione
Ottobre – 1° giorno
Con l’euforia che mi prende sempre ad ogni viaggio speciale, mi reco con mio marito al punto di ritrovo del gruppo dove un pullman ci porterà all’aeroporto, destinazione Israele. Rimaniamo in attesa tra scambi di saluti con i conoscenti e presentazioni con i nuovi che si sono uniti al gruppo. L’attesa si prolunga per un contrattempo sulla scarsa puntualità di qualcuno, mi viene un po’ d’ansia e sconcerto: com’è possibile ritardare all’appuntamento di un viaggio così importante che ci condurrà nei luoghi della storia dell’umanità, la terra di proprietà di Dio! Impiego allora il tempo di attesa con riflessioni per accogliere al meglio questa esperienza che si annuncia straordinaria.
Non so ancora cosa mi porterà questo viaggio, credo un’ esperienza spirituale di cui fare tesoro e, certamente, un maggior arricchimento culturale per capire meglio i fatti e gli avvenimenti della storia sacra. Deo gratias!
L’arrivo a Tel Aviv e il viaggio in pullman per raggiungere Gerusalemme segnano il vero inizio del pellegrinaggio: ci ritroviamo immersi in una calda aria estiva come a luglio da noi in Italia. Tutt’intorno si sentono parlare lingue di ogni nazione (europee e non), difficile distinguere l’ebraico dall’arabo, entrambe hanno suoni simili gutturali, non parliamo poi delle scritte, se si capovolgono fa lo stesso!
Conosciamo la nostra guida, un giovane sacerdote della diocesi di Bologna che compie con passione due viaggi l’anno in Terra Santa. La sua spiritualità e la conoscenza teologica e storica dei luoghi storici di Israele ci guideranno per tutta la durata del pellegrinaggio. La sua figura alta e longilinea, quasi ascetica, lo sguardo limpido e sereno, insolito per un giovane della sua età, sarà il punto di riferimento per il nostro gruppo durante gli spostamenti nei luoghi storici e archeologici, evocando a tratti il ricordo dell’antico Pastore alla guida del piccolo gregge di uomini da Lui chiamati ad una nuova vita.
Lungo il percorso per Gerusalemme facciamo una sosta nel luogo della Tomba di Samuel, in cima ad un colle; qui si resta incantati alla vista panoramica della città di Gerusalemme che emerge dallo sfondo azzurro del cielo nel chiarore tipico della pietra bianca e ocra chiara, usata per la costruzione di case e monumenti sacri, come del resto in quasi tutta Israele. Se non fosse per le vallate desertiche color ocra, la particolare caratteristica delle costruzioni cubiche bianche, tipiche del Mediterraneo, disseminate tra basse vegetazioni, per certi versi mi ricorda alcuni scorci interni di Ponza.
Faccio alcune foto mentre ascolto le spiegazioni della nostra guida che, a tratti, è sovrastata da un vociare forte e incomprensibile di alcuni giovani ebrei in sosta all’ombra della grande costruzione. A lato del monumento, sotto un albero, scorgo una pianta di “Passiflora incarnata” dai fiori bianchi e mi avvicino per fotografarla. Il fiore è anche chiamato “fiore della Passione” perché ricorda i chiodi e la corona di spine della Passione di Cristo: mi sembra un bel simbolo evocativo che si inserisce perfettamente nel percorso iniziale di questo nostro viaggio.
[Memorie da un viaggio in Terrasanta. (1) – Continua]