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Ormai da oltre un decennio a Ponza, la seconda metà di luglio è caratterizzata dalla “invadente” presenza di questi figli di papà, le cui intemperanze sembrano aumentare di anno in anno.
Quest’anno pare che le loro sregolatezze abbiano raggiunto il top, tanto è vero che sia i barcaioli ponzesi e sia i conducenti di taxi hanno deciso in modo unanime, di sospendere il servizio nelle ore serali.
Qualche domanda me la pongo: il turismo giovanile, dell’età compresa tra i 15 e i 25 anni, si verifica solo a Ponza? Inoltre, se Ponza non è la loro meta esclusiva, in altre località turistiche italiane come si comportano? Perché solo a Ponza si verificherebbero certi eccessi?
La verità, secondo me, è una sola. Da circa vent’ anni a questa parte, la nostra isola si è ridotta a “villaggio turistico” e un villaggio turistico, senza una offerta turistica ben precisa e dettagliata e senza animatori di un certo calibro, non può funzionare.
I genitori di questi ragazzi prenotano singolarmente le case vacanze dove alloggiare. Una volta a Ponza, formano i vari gruppi e gruppetti. Non è necessario aver studiato le dinamiche dei gruppi per prevedere che il comportamento del singolo – in compagnia – può facilmente degenerare sfociando in atti inconsulti ( ciò capita anche tra gli adulti, specie quando, in ambito conviviale, si alza il gomito).
A questo punto l’Amministrazione Comunale si trova di fronte ad un bivio:
- Chiedere per tempo al Prefetto di Latina di rinforzare la presenza dei tutori dell’ordine nella seconda metà di luglio, onde reprimere tali eccessi coi mezzi che la legge prevede.
- Predisporre, per tempo, in pieno accordo con la Pro Loco (con cui il Comune sembra che si sia rappacificato) un valido programma di attività ludico – sportive per questi ragazzi, dirette da animatori professionali. Le varie attività potrebbero prevedere dei premi, quali il prolungamento di qualche giornata del soggiorno a Ponza e/o la fornitura di qualche attrezzatura subacquea e così via. Non sarebbe difficile reperire i fondi disponibili, grazie alla tassa di sbarco e all’introito delle visite alle cisterne romane (…a proposito, caro sindaco, perché sono chiuse?).
Ponza può offrire una vasta gamma di attività sportive: dal nuoto, ai tuffi ,alla canoa, oltre al trekking, al calcetto sulla spiaggia … basta sapersi attrezzare e ingaggiare gli animatori giusti. A proposito di calcetto su spiaggia, quest’anno a Ponza nessuna iniziativa in programma. Colpa del Covid? Ma come mai i campionati di calcio di serie A, B, C …sono ripresi alla grande? Un’intensa giornata di sport e di altre attività ludiche, smorzerebbe e di molto l‘esuberanza dei soggetti, ma soprattutto rafforzerebbe in loro il senso civico.
Personalmente propenderei per questa seconda ipotesi, anche se molto più impegnativa della prima che prevede l’impacchettamento dell’intollerante, spedito a casa con tanto di Bolla d’accompagnamento, ossia il famigerato Foglio di via. Provvedimento a prima vista molto efficace ma non credo formativo, anzi – nella totalità dei casi – inasprisce la volontà del soggetto a perseverare nell’intolleranza. Tuttavia la seconda soluzione non esclude l’altra, quando si è di fronte a fatti eclatanti di turbativa dell’ordine pubblico, che però – ne sono certo – con un programma di attività ben congegnate, si ridurrebbero a casi isolati e sporadici.
Forse la mia sarà pure una deformazione professionale avendo cercato, per oltre quarant’anni, di svolgere al meglio la professione di maestro prima e di dirigente scolastico poi, ma ritengo che la società non possa limitare la propria azione, nel garantire l’ordine pubblico e la pacifica convivenza, esclusivamente con la repressione e la punizione. La società, tra i vari compiti – lo si creda o no – ha pure quello di concorrere all’educazione e alla formazione delle nuove generazioni, senza tralasciare nessuno, soprattutto i più disagiati e i più “riottosi”.
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