Ambiente e Natura

Bertuccio e la Luna

di Isidoro Feola

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«That’s one small step for a man, one giant leap for mankind»
«Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità.»
[Neil Armstrong, nel compiere il primo passo sulla superficie lunare, 21 luglio 1969]

 

il 20 luglio 1969 rappresenta sicuramente un giorno importante nella storia dell’umanità , in quanto in quella data i due astronauti americani Neil Armstrong e Buzz Aldrin, componenti della missione americana “Apollo 11”, per primi misero piede sulla luna.

Senza sapere nulla, l’evento si è intrecciato, nel bene e nel male, nella vita di parecchie persone ed anche in quella di un uomo del vecchio mondo che trascorreva la sua esistenza sull’isola di Ponza.
La persona di cui parliamo è Bertuccio Di Meglio, classe 1900, nato e vissuto a Ponza.

Da ragazzo ha fatto il pescatore ed in seguito all’apertura della miniera\cava di bentonite ha sempre svolto il mestiere di minatore. Ha poi avuto un infortunio sul lavoro che lo ha fatto rimanere leggermente claudicante.
Fu così che intorno alla metà degli anni sessanta gli venne l’idea di spianare un appezzamento di terreno, prospiciente alla sua abitazione alla Piana-Le Forna, ricavandone due campi di bocce.


Tale iniziativa ebbe subito molto successo e quasi tutti gli uomini del quartiere vi facevano visita dopo il lavoro; all’epoca La Piana era sicuramente il quartiere di Ponza più densamente popolato, e tale rimase fino a quando la compagnia mineraria S.A.M.I.P., con l’appoggio delle autorità politiche (a tutti i livelli) espropriò i terreni e le case, “cacciando”, di fatto, tutti coloro che le popolavano.

Da Bertuccio si svolgevano partite tra singoli ed a coppie, gare, tornei. Il nostro, poi aveva sempre al fresco, nel pozzo (come era tradizione in tutte le abitazioni dell’isola prima dell’avvento dei frigoriferi), spumante, vino, birra, gazzose con cui si dissetavano gli astanti in cambio di poche lire.
In mancanza di lavagnette i punti venivano segnati praticando dei fori con uno “spruoccolo” su una pala di ficodindia.
Ovviamente si accendevano discussioni, anche molto colorite, sia sull’andamento delle partite a bocce, ma anche su altre questioni come pesca, caccia, lavoro, ecc.

Ma all’inizio del 1969 si presentò un altro importante argomento di conversazione al campo di bocce: si era sparsa la voce che gli americani si stavano preparando ad una missione che avrebbe condotto l’uomo a mettere piede sulla luna; apriti cielo!
Subito si formarono due partiti contrapposti formati l’uno da quelli che credevano ciecamente al fatto che ciò sarebbe avvenuto (e capeggiato da italo-americani che avevano fatto fortuna negli Stati Uniti d’America) e l’altro rappresentato da coloro i quali affermavano che erano tutte stupidaggini.
Bertuccio era il più fiero rappresentante dei secondi ed, all’acme di ogni discussione, che più volte al giorno si accendeva sulla questione, finiva sempre affermando che “…io voglio murì u juorn’ ca all’omme va ncoppa a lun’…, ma jatevenne tutt’ quant’ a fa nu bagn’ a mmare…”.

Il 20/07/1969, mentre Michael Collins orbitava attorno alla luna sul modulo di comando “Columbia”, il modulo lunare LEM toccò il suolo lunare alle 20,17; Armstrong uscì dal modulo stesso alle ore 02,56 del 21/07/1969, seguito da Aldrin dopo 19 minuti.
Dopo 21 ore e 5 minuti dall’allunaggio, questi ultimi si riunirono a Collins e la missione si concluse felicemente con l’ammaraggio nell’oceano Pacifico il 24 luglio 1969.

E a Ponza… Bertuccio morì, in pieno benessere, qualche tempo dopo.

Un ringraziamento alla figlia di Bertuccio, Elisa ed alle due figlie di questa Anna Francesca e Silvia che mi hanno autorizzato a raccontare la storia fornendomi anche le due foto di corredo allo scritto (NdA)

Missione Apollo 11. Gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin con Michael Collins

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