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Una testimonianza che tutti dovrebbero ascoltare “prima che il tempo ne cancelli le tracce” o, peggio ancora, prima di ricadere negli stessi errori.
Perché non è mai troppo, ricordare da che passato veniamo, cosa siamo stati capaci di fare, come uomini della “civiltà” occidentale; e neanche a troppo decenni da oggi (75 anni fa).
L’altro aspetto importante è la sede dove questa testimonianza è stata resa: il Parlamento Europeo a Bruxelles, qualunque cosa se ne possa pensare al di là delle banalità triviali, nato dal sogno (e dal lucido progetto) che tragedie simili non avessero più a ripetersi.
Coinvolgente e commovente. Non si sta mai abbastanza a pensarci su; quindi facciamolo ancora una volta; chi l’ha già visto e chi ne ha solo sentito parlare.
Mi hanno colpito di Liliana Segre, a parte i fatti raccontati, la lucidità dell’esposizione e il ferreo controllo dell’emotività. Quanti ne sarebbero capaci?
Vedrete che non si potrà smettere di ascoltarla.
Liliana Segre, novant’anni il prossimo 10 settembre: discorso integrale al Parlamento Europeo (29 gennaio 2020) per l’occasione della Giornata della Memoria dell’Olocausto, del 27 gennaio 2020 (dal tempo 4′ e 50″, dopo i saluti e i convenevoli):
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Liliana Segre, bambina, insieme al papà Alberto, morto ad Auschwitz