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Solo la scomparsa troppo recente del Maestro Ennio Morricone poteva farmi tornare sui miei passi, voltandomi ancora una volta indietro invece di guardare avanti come ora mi piace fare, ma l’occasione è troppo ghiotta per lasciarmela sfuggire.
In effetti, solo nei giorni scorsi le persone meno addentro al panorama musicale italiano e i non addetti ai lavori hanno scoperto che Morricone non ha composto “solo” colonne sonore, ma è stato il primo arrangiatore di canzoni assurte a una notorietà immensa, la maggior parte delle quali uscite negli anni ’60. Un esempio per tutti, particolarmente adatto alla stagione che stiamo vivendo, “Abbronzatissima”, portata al successo da Edoardo Vianello, che l’ha composta insieme a Carlo Rossi.
In un’intervista dei giorni scorsi, subito dopo la scomparsa di Morricone, è stato lo stesso Vianello a riconoscere che, senza l’impronta conferita dal Maestro, quel brano sarebbe rimasto abbastanza anonimo: note, parole e orchestrazione, ma senza la verve e lo sprint con cui lo hanno animato fiati e cori opportunamente alternati e amalgamati. Ideati e voluti da Ennio Morricone. La canzone è del 1963, così come un altro must del cantautore romano, “Pinne, fucile ed occhiali”: un’accoppiata perfetta per l’estate, da quell’anno in poi. Ma il primo ‘motivetto’ in assoluto al quale il Maestro ha dedicato un arrangiamento è stato “Guarda come dondolo”: era il 1962 ed è stato il primo vero successo di Vianello, legato al ballo di moda in quegli anni, il twist.
La prima colonna sonora di “Per un pugno di dollari” sarebbe arrivata due anni dopo, dando il via a una serie infinita e inconfondibile di musiche per il cinema
Tornando ai brani pop arrangiati da Morricone ci piace ricordare ancora (se n’è parlato tanto in questa settimana), “Il mondo” di Jimmy Fontana, “Pel di carota” di Rita Pavone”, “C’era un ragazzo” di Gianni Morandi, “Sapore di sale” di Gino Paoli, con quella ‘sinfonietta’ iniziale che la palesa dalle prime note; arriverà più tardi “Se telefonando” di Mina, scritta da Maurizio Costanzo, e sarà un successo sconfinato. Compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra, curioso, eclettico, grande conoscitore della musica colta, ma allo stesso tempo attento studioso di canzoni, ballate e arie di matrice popolare, Morricone ha spaziato con impegno e cura estrema (“genio e regolatezza” lo ha definito Roberto Benigni) in tutto il mondo delle sette note, dando concretezza alla definizione di “musica assoluta”.
A questo proposito, una curiosità: leggevo proprio ieri sul quotidiano la Repubblica che il Maestro si è occupato anche di musica religiosa. E’ accaduto nel 1960 quando, accompagnato dalla sua orchestra, ha registrato in studio il disco “I canti della Sinagoga”: quattro canti liturgici ebraici eseguiti dal tenore Alberto Pavoncello, che apparteneva a una delle più antiche famiglie ebraiche romane.
Solo tre anni dopo sarebbero venuti i brani pop di Edoardo Vianello sopracitati; quattro anni dopo la prima colonna sonora western. E il cerchio si chiude: per rimanere sempre aperto.
Da YouTube; canta Edoardo Vianello: