di Giuseppe Mazzella di Rurillo
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Sergio era il più simpatico dei miei compagni di scuola e di università. È stato mio compagno di scuola per 15 anni. Negli anni ’50, cinque anni alle elementari a Casamicciola prima al Palazzo Manzoni e poi due anni nella “Villa San Vincenzo”; due anni alle medie nella “Villa Iaccarino” e cinque anni alla Ragioneria all’Istituto Mattei nella stessa “Villa San Vincenzo” dove avevamo passato due anni alle elementari.
Facemmo in tempo l’ultimo anno 1967/68 ad entrare in un’aula del nuovo Istituto in cemento armato che fu costruito abbattendo la vecchia villa in stile liberty che era stato un convento. L’amicizia si consolidò proprio in quei cinque anni al Mattei dal 1963 al 1968.
Sergio aveva di sé un’autoironia coinvolgente e così la sua ironia ed il suo sarcasmo. Il nostro caro amico e compagno di scuola Jo Scaglione nel suo libro di memorie “Crocevia, Ischia che ho vissuto” ricorda quegli anni al Mattei e scrive delle “amicizie bellissime che prescindevano dalla frequentazione scolastica”.
Ricorda Antonio Pinto, me, Raffaele Iacono, Agostino Monti, Rino Altisonante e “Sergio Piscitelli, dotato di un umorismo incredibile e fenomenale inventore di barzellette fulminanti”.
Jo ha scritto il libro nel 2018 e dopo il 1968 non ha più rivisto Sergio ma anche dopo 50 anni ne conservava un ricordo così vivo. Jo ricorda anche il nostro giornale scolastico “Tempo di Scuola”che fondammo nel 1967 con Domenico Di Meglio e di cui Sergio era redattore.
Propose la rubrica “Il pungiglione” e scelse il sottotitolo “notizie, fatti e commenti scherzosi su aspetti particolari della scuola italiana”. Si firmava O-Chi-Min come il capo dei Vietcong nella guerra di liberazione del Vietnam quasi per una esigenza di libertà che avvertiva nel clima pesante di quegli anni dominato nella nostra realtà locale dal potere opprimente della Chiesa. Faceva le osservazioni sulla scuola italiana ma trovava l’occasione di mettere le sue barzellette. Come la “definizione di ragioneria: In un’impresa di pompe funebri cassa è un conto… funerario!” ed ancora: “Sentita dire durante una interrogazione di diritto. Domanda: quanti tipi di mora conosci? Risposta: tre, mora del debitore, mora del creditore e… Mora del Milan” . La sua ironia colpiva anche i professori: “ SOS – l’avv. Totonno Delle Cave (era il nostro prof di Diritto – N.d.A.) si è iscritto alla scuola guida. Automobilisti e pedoni agiscano di conseguenza!”. Non risparmiava i politici la sua ironia: “ Sapete qual è la graduatoria in cui ognuno di noi desidererebbe essere ultimo? Quella dei… contribuenti!”. Sergio scriveva queste battute quando aveva appena 18 anni. Conservo come reliquie le due copie di “Tempo di Scuola”, il primo giornale scolastico stampato in tipografia – il primo numero a Roma ed il secondo a Napoli – perché volemmo fare un vero e proprio giornale, non un ciclostilato.
Dopo l’esame di Stato ci scrivemmo ad Economia e Commercio insieme ad Agostino Monti perché non c’era ancora la liberalizzazione dell’ accesso universitario che avvenne solo dopo i moti studenteschi del ’68. I ragionieri potevano iscriversi solo ad Economia e Commercio. Sergio era il più tenace. Faceva l’ università a Via Partenope con il massimo impegno. Seguimmo insieme il corso di economia politica del prof. Giuseppe Palomba e da allora nacque il suo amore per la Scienza Economica sia da parte sua che da parte mia.
Nel 1969 mentre frequentavamo il corso di Palomba sull’“espansione capitalistica” partecipammo al XIII Convegno di studi di economia e politica industriale organizzato dalla Confindustria ad Ischia nei giorni 23, 24 e 25 maggio perché il prof. Palomba era uno dei relatori. 300 economisti provenienti da tutta Italia. 450 partecipanti. Un numero speciale della Rivista di Politica Economicadi agosto –settembre 1969 per la pubblicazione degli atti. 1284 pagine. Il nome di Sergio ed il mio figurano fra i partecipanti. I soli due studenti della Facoltà di Economia e Commercio. Quel volume degli Atti è stato per me fondamentale e consultato decine di volte.
Faceva l’università ma pensava anche al futuro. Partecipò e vinse un concorso come impiegato al Banco di Napoli. Lavorava e studiava e riuscì a laurearsi in sei anni con straordinaria tenacia. Facemmo con lui il “Club delle ceramiche” a via Pietro Castellino dal 1972 al 1974 insieme al cugino Lorenzo Mennella, Fabio Migliaccio, Alfredo Arcamone e Peppino Vespoli. Fu un rinascimento della Goliardia con la sua straordinaria simpatia. Poi la vita si divise e prendemmo diverse strade professionali. Ci vedevamo per caso raramente ma ogni volta sembrava di esserci lasciati pochi secondi prima.
L’ultima volta che ci siamo visti fu in occasione del Premio Giornalistico Franco Landolfo a Via Chiatamone. Gli telefonai per vederci perché ricevevo una targa. Avevamo partecipato insieme il 1° aprile 2017 alla stazione marittima di Napoli alla fondazione del Movimento Democratico e Progressista art. 1 perché Sergio, da convinto liberale, riteneva che il liberalismo è pieno e completo solo quando realizza tutte le Libertà non solo quella di pensiero ed azione; anche quella dal bisogno, e quindi i tempi di oggi imponevano un “liberalismo di sinistra” ed una unità della sinistra.
Le discussioni le tenevano insieme a Ernesto Paolozzi e Lea Reverberi e tanti altri sul nostro gruppo di Facebook art. 1 Napoli, al quale Sergio partecipava con le sue acute osservazioni. Era sposato da oltre 30 anni con Gabriella ed aveva due figli, Francesco e Claudia.
È morto il 28 aprile 2020 a 70 anni per un’operazione al cuore all’ospedale Cardarelli di Napoli.
Così lo ricorda la figlia Claudia:
“La vita ti ha portato via così inaspettatamente, che siamo ancora increduli che sia successo davvero. Ci hai lasciato un vuoto incolmabile e una parte del nostro cuore è volata via con te. Sei stato il pilastro della nostra famiglia, sempre appoggiandoci in ogni decisione, anche se non eri d’accordo. Tutto quello che hai fatto per noi, la tua famiglia, è stato qualcosa di inspiegabile e inimmaginabile. Sei stato e sarai per sempre un grande uomo, padre e marito. Una persona piena di valori, umile, gentile, affettuoso, educato, sempre positivo e sorridente.
Avevi una forza interiore abissale che ti ha permesso di arrivare dove desideravi e di diventare la persona che eri, così speciale. Avevi un’autoironia che ti distingueva da tutti. Sei riuscito a donarci tutto l’amore che ti portavi dentro, ti sei preso cura di noi senza farci mancare mai niente. Ci hai insegnato e trasmesso i veri valori della vita che custodiamo gelosamente dentro al nostro cuore. Ci mancheranno tanto i tuoi consigli, le nostre chiacchierate, gli abbracci interminabili e i mille momenti preziosi passati insieme.
Tutto quello che abbiamo vissuto è racchiuso nel nostro cuore e nei nostri ricordi, per colpa di questa pandemia che ha colpito tutto il mondo, non siamo riusciti a salutarti e darti un ultimo abbraccio come avremmo e avresti desiderato. Ci manchi come non mai e ci auguriamo che le nostre preghiere e i nostri pensieri per te possano raggiungerti fino a lì, nel cielo. Ti abbiamo amato e ti amiamo tantissimo. La tua famiglia Piscitelli”.
Mancherà anche a noi. Poichè “la vita dei morti è nel ricordo dei vivi” Sergio vivrà sempre nella nostra Memoria.
– Le ceneri di Sergio Piscitelli sono state poste giovedì 25 giugno 2020 alle ore 11 nella tomba di famiglia nel cimitero di Casamicciola.