Ambiente e Natura

Cala Fonte, una vergogna ponzese

di Sandro Vitiello

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Era da diverso tempo che volevo scrivere di cala Fonte. Speravo di non doverlo fare.

E’ la terza estate che l’unico e ultimo sbocco a mare per gli abitanti di cala Caparra è chiuso, a seguito della frana del 30 dicembre 2017.
Per chi non fosse pratico della zona stiamo parlando di un grosso cedimento di roccia venuto giù nella parte che da cala Fonte guarda verso ovest, verso cala Cecata.
La parte usata abitualmente per andare a farsi il bagno, per stendersi al sole è rimasta pressoché intatta.
Rimane pericolante uno sperone di terriccio che andrebbe ingabbiato o demolito.

Era da diverso tempo che volevo parlarne.

Ogni mio viaggio a Ponza prevede una serie di incontri o ragionamenti con gli amici ed i parenti che abitano da quelle parti e si finisce sempre col parlare di quello:

– Alessa’ ma nun se po’ fa proprio niente pe’ cala Fonte?”… “Lisandri’ ma che c… ce stanne a ffa ‘ncoppe a chillu comune si nun so capaci?”… “Ma po’ esse maie ca pe ‘na ponta ‘i muntagna s’adda ferma’ tutte cose? Si era vivo Aniell ‘i Gnazie avevamo risolto tutto doppo ‘na settimana.”

Queste sono le frasi che mi ripetono costantemente.
Non è solo Silverio ù Russulillo (baretto in basso agli scogli), non sono solo Ginotto e Marco (ristorante da Igino) a parlarmene; è tutta la gente di quella parte dell’isola.

Cala Caparra in altra epoca aveva diversi luoghi dove poter accedere al mare.
C’era ovviamente cala Fonte e c’erano le sue appendici laterali: a destra il Pitruzziello – mèta negli anni settanta di quanti praticavano il nudismo – e a sinistra il Catrulillo, frequentato soprattutto dalla gente del posto.

Da cala Fonte con un veloce traghettaggio si andava alla spiaggia di cala Felce, dove si godeva di uno degli angoli più belli dell’isola.
Avevamo anche cala Gaetano, sulla costa di levante. Anch’essa chiusa.
E avevamo pure cala Cecata.

Non c’è più niente, sia per andare a farsi un bagno sia per avere una barchetta con cui andarsi a pigliare due perchie.

La chiusura di cala Fonte non è un danno solo per le due attività commerciali di cui abbiamo parlato.
E’ un danno, enorme, per tutta la gente della parte nord dell’isola.
Quando un turista chiama per prenotare una stanza non si sa cosa rispondere alla domanda “dove possiamo andare a fare il bagno?”.
A cala Caparra non abbiamo un mare dove poter andare.
Tutta quella parte dell’isola quest’anno, per il terzo anno, sarà fortemente penalizzata dal fatto che non si sia riusciti a mettere mano al problema della frana.

Lasciamo stare le difficoltà dell’estate che arriva, per colpa del virus. Tutta Ponza ne pagherà purtroppo le conseguenze.
Cala Caparra non parteciperà neanche a questo giro. Come l’anno scorso e come due anni fa.

Sicuramente si potranno trovare tante motivazioni tecniche ma il dato di fatto rimane lo stesso: non si è fatto niente, ad oggi.
Eppure il ristorante di Igino dovrebbe stare a cuore a questa amministrazione; ricordo il primo comizio di Ferraiuolo a Le Forna, in quel ristorante.
C’era tanta gente e si sono dette parole importanti.
Ricordo che la comunità di Le Forna ha eletto ben quattro consiglieri comunali: la Torraca, a lungo vicesindaco, Aversano, De Martino e Nocerino, assessore e uomo forte dell’amministrazione.

Al di là di qualche messaggio di Nocerino su Facebook risalente ad alcuni mesi fa, in cui si diceva che le cose andavano bene, che ormai non c’erano più problemi,  poi è sceso il silenzio.
Capisco l’impegno a distribuire mascherine, ma un po’ di tempo a mettere mano a questa storia e venirne a capo? Niente?

Probabilmente questa parte dell’isola è “figlia di un dio Minore”.
Probabilmente da queste parti si viene solo in campagna elettorale.
Ha ragioni da vendere Igino con questo post pubblicato su Facebook questa mattina:

“Questo ristorante e stato chiuso nel duemiladiciassette e non trovano il modo di mettere in sicurezza la zona e non ti fanno sapere mai niente; quando ci vai a domandare a che punto siamo, scappano sempre per la porta di dietro”

E’ l’ennesimo grido di dolore da parte di una persona che aveva dedicato tutta la vita ad un’attività che in tantissimi anni è cresciuta e che si preparava a passare ai figli.

Ha ragiona da vendere Russulillo quando si incazza perché non vede fine a questo dramma.
Lui è stato uno di quelli che ha avuto il coraggio di mettere in piedi un’iniziativa che ha valorizzato tantissimo quella parte dell’isola.

Abbiamo visto arrivare a cala Fonte tanta bella gente fino all’estate 2017.
Era un piacere unico fermarsi a bere qualcosa o a mangiare da Igino nelle sere d’estate.
Eravamo orgogliosi di quel piccolo angolo di paradiso.
Ormai è diventato un limbo.

Mi auguro che chi di dovere si metta la mano sulla coscienza e faccia quello che è necessario per ridare ad una parte importante dell’isola il diritto a godere del suo mare, oltre che il diritto ad esistere.

Altrimenti ognuno si assumerà le sue responsabilità.

7 Comments

7 Comments

  1. vincenzo

    10 Maggio 2020 at 18:11

    Non capisco ma Sandro non ne poteva parlare con Ferraiuolo, con Mimma, con Gennaro non ne poteva parlare con il delegato ai lavori pubblici che mi sembra essere di Le Forna.
    Comunque ho letto poco fa una lettera di un “semplice cittadino di Le Forna che parla di Cala Fonte.

  2. Biagio Vitiello

    10 Maggio 2020 at 20:34

    Qualcuno direbbe: “… stanno succedendo cose dell’altro mondo…!”
    L’articolo di Alessandro Vitiello su Cala Fonte ha suscitato in me – a dir poco – molto stupore, in quanto il buon Sandrone è il primo dei non eletti di questa amministrazione, ma attualmente con delega ai rapporti con la comunità Ponzese di Sardegna e promoter di turismo e dei prodotti agricoli della nostra isola.
    Sandro, con meraviglia, si interroga che sono passati tre anni dalla frana a Cala Fonte e non si è fatto ancora nulla di concreto, ma non ricorda che Chiaia di Luna è chiusa da una vita con lo stesso risultato.
    Poi, visto che ci dice (come se noi “indigeni ponzesi” non lo sapessimo) che dell’attuale maggioranza amministrativa fanno parte anche tre consiglieri e un assessore ai lavori pubblici (nonché un ex vice-sindaco), praticamente mezza amministrazione, tutti di Le Forna, perché non lo chiede direttamente a loro cosa stanno facendo? E aggiungerei: perché la carica di vice-sindaco e di assessore non viene surrogata da un componente di Le Forna?
    Mi aspettavo di sapere, attraverso Sandro Vitiello, anche cosa intende fare la sua amministrazione con l’imminente stagione turistica alle porte; in particolare quali decisioni pensano di assumere sul distanziamento sociale da applicarsi a tutte le attività turistiche a causa di questo maledetto Coronavirus?

  3. antonio musella

    11 Maggio 2020 at 07:53

    Un pò di concordia da parte di tutti per il bene comune?

  4. vincenzo

    11 Maggio 2020 at 08:40

    Il signor Musella parla di concordia e ha ragione, ma come si fa ad ottenerla?
    Io penso che si deve iniziare dal dire la verità alle persone che sono ragionevoli.
    Per esempio? “Stiamo lavorando per Cala Fonte ma la cosa non si risolve nel breve tempo, perché siamo in Italia e su un’isola? Passerà del tempo, ma qui rispetto a Chiaia di Luna – forse – la cosa è più semplice, non c’è per esempio da sistemare un tunnel Romano e incanalare in strutture apposite le acque piovane del Monte Guardia. Ma anche per Cala Fonte i tempi dipendono da mille situazioni”. Sono queste situazioni che vanno svelate ai cittadini.
    Ma quando il politico fa le promesse miracolistiche e continua, periodicamente, con annunci mirabolanti che non trovano riscontri nella realtà quotidiana a quel punto la gente si sente presa in giro e all’avvilimento succede la rabbia e la discordia.

  5. Sandro Vitiello

    11 Maggio 2020 at 09:52

    Ringrazio i tanti che in un modo o nell’altro hanno avuto voglia di leggere il mio scritto e soprattutto quanti hanno pensato di lasciare un contributo, benevolo o meno che sia.
    Siccome gran parte dei commenti sono stati lasciati attraverso facebook, non avendo titolo a riportarli integralmente, spero di non travisare e di non dimenticare nessuno.
    Capiamoci bene. Qui non si vuole il male di nessuno.
    Faccio una critica convinta all’operato dell’amministrazione comunale di Ponza sulla vicenda “cala Fonte”. Punto e basta.
    E’ un dato di fatto che ad oggi non c’è nessun documento del comune di Ponza che scrive “nero su bianco” quando inizieranno i lavori e quando finiranno.
    Quella che arriva è la terza stagione in cui alcune famiglie di Le Forna non lavoreranno e tante altre subiranno un danno economico, a seguito della chiusura di cala Fonte.
    Aggiungiamoci pure il virus.
    Famiglie che in maniera dignitosa hanno aspettato, sperando di veder ripartire le proprie attività.
    Famiglie pronte ad aspettare ancora se qualcuno avesse avuto il buon senso di dare loro qualche briciola di certezza.

    Qui nessuno si diverte a far del male alla comunità tutta.
    Qua si cerca di venire a capo di un problema specifico e se siamo giunti a questa pubblica denuncia è perchè chi di dovere forse non è stato all’altezza della situazione.

    Ho partecipato volentieri come candidato alla lista di Ferraiuolo; per me era importante dare un contributo ad un nuovo percorso amministrativo.
    Ho creduto di essere parte di una squadra non caratterizzata politicamente e motivata a portare avanti, insieme, gli interessi della nostra isola.
    Tutte le volte che ho proposto un metodo condiviso di lavoro ho scoperto che questo non era gradito.
    Purtroppo non sono stato eletto in consiglio comunale e ho verificato che da esterno avevo ben poco ruolo.
    Chiacchiere in abbondanza e decisioni prese da pochi.
    Ho provato in tutti i modi a dare un contributo più costruttivo, ma le mie sono rimaste parole al vento, anzi qualche mese fa mi è stato fatto sapere che la mia collaborazione non era per niente gradita.
    A chi mi chiede perchè ho avuto bisogno di scrivere anziché fare quattro chiacchiere con “la mia coalizione” dico che la risposta è questa.
    Persona non gradita.
    Potevano dirmelo tre anni fa.
    Lasciamo perdere poi le parole in libertà di chi crede che ci sia qualche interesse personale dietro questo mio scritto.
    Un mio nipote, prima delle elezioni, aveva espresso forti dubbi sulla scelta mia di aderire alla lista “La casa dei Ponzesi”.
    All’indomani della mia mancata elezione mi ha mandato un messaggio molto affettuoso in cui mi chiedeva di non abbandonare l’idea di una Ponza migliore.
    Se ancora oggi provo a fare qualche ragionamento e a rendere pubblici i miei pensieri lo faccio esclusivamente pensando alle persone di Ponza come lui, a cui sono particolarmente legato. E a questo scoglio, che è parte di me.
    Dormano sonni tranquilli quelli che hanno paura di perdere un pezzetto di potere.
    Per quanto possibile parlerò solo di problemi e di possibilità per la mia gente.

    A proposito: quando iniziano i lavori di cala Fonte?

  6. antonio musella

    11 Maggio 2020 at 12:33

    Per me è un luogo del cuore come tutta la Calacaparra e nell’insieme l’Isola… mi angosciate!

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