di Francesco Ambrosino
Non c’è locuzione o modo di dire più inflazionato a Ponza in questo momento.
Gli appelli alla coesione e all’unione provenienti da più parti, fanno parte ormai della giornata tipo di un ponzese, poco importa che viva sull’isola o fuori. Sicuramente questa è una verità lapalissiana e per certi versi molto condivisa. Ciò che non si comprende, o meglio che io non comprendo, è perché a queste proposte giuste e sincere non si accompagna con stessa sincerità una vicinanza, un incitamento, una plauso, a chi questo da tempo ormai, sicuramente prima di tutti i richiami fatti, sta già tentando faticosamente di fare?
Siamo tutti affetti da ‘benaltrismo’, una critica che accomuna tutti coloro che avversano oggi il governo Monti; “si poteva fare altro”, “si poteva fare meglio” e via discorrendo. Il dubbio che questi appelli ingenerano, è che il progetto è valido solo se viene promosso da chi lo richiede, invece diventa un falso, un esperimento da denigrare, o peggio da non considerare, se viene promosso da altri.
Questa rappresenta purtroppo, una variante alla presunzione che abbiamo grandemente dimostrato in questi ultimi anni, e che a mio modo di vedere, oggi rappresenta una ulteriore aggravante data la gravissima situazione in cui ci troviamo.
Io mi preoccuperei poco di chi promuove l’iniziativa, ma molto di più di parteciparvi, di sopportarla e di dirigerla dove è meglio e più conveniente per la collettività.
Posso a questo punto solo dire che il progetto da noi proposto, e esposto anche in un passato scritto qui su Ponzaracconta, è aperto e libero e non abbisogna di passi indietro perché non esprime una lista.
Francesco Ambrosino