di Silverio Guarino
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Eravamo andati a pescare “a sorci”, l’avvocato Luigi Sandolo, il figlio Carletto (mio grande amico) e io, e per l’occasione ci eravamo sistemati nella baia di Chiaia di Luna, molto al largo, con fondale classicamente sabbioso, nel periodo giusto (fine agosto) e con le esche altrettanto giuste (rufoli catturati alla “parata vecchia”). Il mare calmo e le lenze che andavano giù dritte.
Tutto secondo le buone regole e tradizioni.
E infatti la pesca “a sorci” andava dignitosamente bene, con il solito Carletto che prevaleva sugli altri e l’avvocato Sandolo che controllava con bonomia l’andamento della pesca e della ciurma.
Eravamo sul suo gozzetto (a benzina) dal nome della moglie Carla, che ci dava stabilità e tranquillità, anche se non era di grandi dimensioni (poppa quadrata).
A un certo punto sento una “toccata” vibrante al mio “bolentino” e comincio a tirare su la lenza senza strattonare, ma con costante ritmo di risalita.
Già a mezz’acqua limpida e trasparente si vedeva che era un pesce “diverso” dagli attesi “sorci”, più scuro, più allungato, un po’ a forma di “siluro”. Insomma: non un “sorcio”.
Con attenzione e grande circospezione lo misi a bordo e con grande apprensione esclamai: “È una tracina! …è una tracina!”, già temendo complicanze da punture e lasciando che il pesce si dibattesse sui paioli di poppa prima di essere slamato con tutte le opportune precauzioni.
“Tranquillo, Silverio – mi confortò l’avvocato Sandolo – è una lucertola di mare… ’na lacerta ’i mare”.
Pesce di sabbia anche questo, come i “sorci”, le “palaie” e le tracine, ma non “sorcio”, seppur con gli stessi gusti dei “sorci”: i rufoli della “parata vecchia”.
Era la prima volta che la vedevo; un pesce bellissimo, con una livrea splendida e coloratissima (una volta vista da vicino e fuori dall’acqua), veramente simile ad una lucertola terrestre. Dentini fitti ed aguzzi, “faccia” truce e grintosa e sguardo assassino, ma pesce innocuo per gli umani, soprattutto senza aculei che potessero creare danni a chicchessia.
Che classe aveva quella “lucertola di mare”! Bella ed anche ottima al palato, una volta che finì fritta insieme ai “sorci”.
Ma averla catturata (senza volerlo ovviamente) era quasi come se avessi fatto un torto ad un essere superiore che avevo sottratto ad un regno fatto di tanto proletariato, tanta borghesia, ma di poca nobiltà.
Ebbene sì, quella “lucertola di mare” aveva proprio il look e l’aplomb di un nobile abitante del mare.