di Rosanna Conte
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Anche il 1° maggio ha la sua canzone che è un vero e proprio inno, L’Internazionale, anche se tante sono le canzoni che oggi si cantano e che hanno a che fare col mondo del lavoro. A differenza di Bella, ciao! che, collegata strettamente alla Liberazione, è la canzone di tutti, L’Internazionale ha una forte connotazione politica perché nacque proprio per eventi che hanno avuto a che fare con il socialismo e tutti i partiti di sinistra italiani, europei e mondiali.
Fu scritta in occasione della Comune di Parigi, il primo esperimento di governo socialista, nato dalla protesta popolare, che durò solo poco più di due mesi nel 1871, subito soffocato dalla reazione del governo francese. Il testo originale dell’inno richiama accanto alle istanze di quel periodo anche valori legati ai principi della rivoluzione francese.
La traduzione italiana risale agli inizi del ‘900 e se ne discosta un po’. La sua diffusione ha accompagnato le lotte operaie e tutte quelle che i partiti di sinistra hanno messo in campo durante il XX secolo per riuscire a conquistare diritti fondamentali dall’orario di lavoro alla giusta retribuzione, alla sicurezza sul luogo di lavoro, all’assistenza medica. Il principio guida di queste lotte è ben espresso nell’inno: trasformare una plebe, sempre china nel suo lavoro e senza speranza di cambiamento, in un popolo di lavoratori affratellato a livello internazionale, oggi diremmo globale.
In realtà anche da noi c’era un inno che aveva una funzione simile e risaliva al 1874: attaccava le guerre oltre che la condizione dei lavoratori e si intitolava Inno della pace. La pace è sempre stata un’istanza della sinistra: la guerra è un’azione fratricida perché prevede lo scontro fra masse popolari che invece, pur appartenendo a diversi paesi, hanno interesse ad allearsi contro chi le sfrutta. Con la nascita, però, della seconda Internazionale dei partiti di sinistra, nel 1889, divenne ufficiale quello francese.
E’ possibile rintracciare su Youtube diverse esecuzioni, fra le altre quella preziosa diretta dal grande Arturo Toscanini, ma anche quelle bandistiche. Qui mettiamo il testo e inseriamo uno fra i vari link.
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Compagni avanti, il gran Partito
noi siamo dei lavoratori.
Rosso un fiore in petto c’è fiorito
una fede ci è nata in cuor.
Noi non siamo più nell’officina,
entro terra, dai campi, al mar
la plebe sempre all’opra china
Senza ideale in cui sperar.
Su, lottiamo! l’ideale
nostro alfine sarà
l’Internazionale
futura umanità!
Su, lottiamo! l’ideale
nostro al fine sarà
l’Internazionale
futura umanità!
Un gran stendardo al sol fiammante
dinanzi a noi glorioso va,
noi vogliam per esso giù infrante
le catene alla libertà!
Che giustizia venga noi chiediamo:
non più servi, non più signor;
fratelli tutti esser vogliamo
nella famiglia del lavor.
Ritornello : (Su, lottiamo! l’ideale…)
Lottiam, lottiam, la terra sia
di tutti eguale proprietà,
più nessuno nei campi dia
l’opra ad altri che in ozio sta.
E la macchina sia alleata
non nemica ai lavorator;
così la vita rinnovata
all’uom darà pace ed amor!
Ritornello : (Su, lottiamo! l’ideale…)
Avanti, avanti, la vittoria
è nostra e nostro è l’avvenir;
più civile e giusta, la storia
un’altra era sta per aprir.
Largo a noi, all’alta battaglia
noi corriamo per l’Ideal:
via, largo, noi siam la canaglia
che lotta pel suo Germinal!
Ritornello : (Su, lottiamo! l’ideale…)