Segnalato da La Casa dei Ponzesi
Da www.condivisionedemocratica.com, testata giornalistica on-line di riflessioni, proposte e approfondimento politico-culturale, che pubblica una serie di interviste a personaggi pubblici, tra cui molti sindaci.
Intervista a Francesco Ferraiuolo
condotta da Anna Rita Cardarelli, del 16 aprile 2020
Condivisione Democratica riprende il suo giro di incontri con i Sindaci del nostro territorio. Vogliamo offrire il nostro piccolo contributo agli amministratori locali che, soprattutto in questo particolare momento storico, sono alle prese con tantissime e diversissime difficoltà.
Oggi incontriamo il Prof. Francesco Ferraiuolo, Sindaco di Ponza.
Sindaco, innanzitutto desideriamo conoscere dai nostri ospiti le sensazioni che stanno vivendo in questi momenti. Cosa sta provando?
Sto vivendo questo tempo con l’animo sospeso e tanta apprensione. Ad oggi non registriamo alcun contagio e ci auguriamo che sia sempre così. La veloce propagazione dell’epidemia relativa al Covid-19 (Coronavirus) crea apprensione ed angoscia anche nella popolazione, in relazione alla consapevolezza che il nostro è un contesto fragile separato dal mare e piuttosto lontano dal continente e ciò pone non pochi problemi logistici circa la gestione sanitaria, nel caso di un eventuale contagio in loco, specie se esteso.
Il Comune di Ponza è infatti uno dei pochi territori italiani a non essere stato colpito dall’emergenza sanitaria. Avete adottato accorgimenti particolari per evitare contagi?
Nei provvedimenti, la ratio cui ci siamo ispirati è stata naturalmente quella di stare a casa ed evitare gli assembramenti, cominciando con l’adozione dell’ordinanza con cui si è vietato la pratica di ogni attività sportiva e motoria all’aperto, anche individuale, salvo che per motivi medici, per non dar adito a nessuna possibilità di propagazione del virus per il possibile venir meno, anche casuale, del distanziamento.
A ciò abbiamo aggiunto la necessità di evitare al massimo gli spostamenti verso l’isola e con essi la possibilità di far entrare il contagio nel nostro fragile microcosmo che in quanto tale, per effetto dello stesso, potrebbe essere sottoposto ad effetti devastanti.
Abbiamo iniziato con l’interdizione all’ingresso nell’isola agli operatori economici itineranti e chiuso il mercato.
Poi abbiamo disposto la chiusura di tutti i cantieri edili operanti sull’Isola non dotati dei Piani di Sicurezza e di Coordinamento comprendenti le misure necessarie per salvaguardare anche la protezione dal contagio durante le operazioni di sbarco sull’isola da parte dei lavoratori, di reimbarco e negli spostamenti sul territorio comunale.
Abbiamo fatto un ragionamento sulla riduzione delle corse da e per l’isola tenendo conto cosa ciò avrebbe potuto comportare circa la necessità di garantire l’arrivo a Ponza dei generi alimentari, medicinali, gasolio, benzina, beni essenziali e di prima necessità.
In relazione a ciò, abbiamo, quindi, ritenuto di chiedere alla Regione Lazio di sospendere l’unità veloce Ponza – Formia con il duplice intento, da una parte, di diminuire gli spostamenti da e per l’Isola e contemporaneamente, dall’altra, evitare che il personale marittimo in servizio sull’unità potesse sbarcare e circolare sul territorio, rivelandosi un involontario ed inconsapevole vettore di contagio; e mi spiego: l’unità veloce, a differenza del traghetto, non ha la cambusa né le cabine per il personale navigante, che la sera deve necessariamente spostarsi per andare a cena e dormire presso un’abitazione a terra.
La Regione ha accolto la nostra richiesta e dal 24 marzo fino alla fine dell’emergenza la corsa veloce Ponza – Formia e viceversa è stata sospesa. Altresì, abbiamo chiesto ed ottenuto i controlli sui passeggeri che si imbarcano per Ponza.
Infatti, al porto di Formia è attiva una postazione sanitaria con termo-scanner e per accertare le condizioni di salute dei passeggeri prima dell’imbarco.
In più, dalle forze dell’ordine vengono giornalmente effettuati controlli per accertare e controllare le auto-dichiarazioni rese dai viaggiatori. Ed ancora, c’è stata l’emanazione dell’ordinanza per contrastare l’accesso a Ponza nel periodo pasquale ad eventuali vacanzieri e proprietari di seconde case allo scopo di scongiurare possibili apporti di contagi sull’isola, introducendo un controllo preventivo sugli spostamenti circa la veridicità e fondatezza delle autodichiarazioni.
Infine, abbiamo già effettuato la prima sanificazione straordinaria delle strutture scolastiche e degli edifici destinati ad attività di pubblico servizio nonché la sanificazione straordinaria di tutte le strade urbane dell’intero territorio dell’isola.
State promuovendo azioni o provvedimenti per la tutela personale, sociale ed economica dei cittadini?
Con la collaborazione dei servizi sociali del nostro comune, abbiamo istituito, in accordo con i locali volontari della protezione civile, il servizio di recapito dei medicinali, della spesa e per il disbrigo delle pratiche amministrative agli anziani over 75 soli o con problemi di deambulazione nonché alle persone affette da malattie croniche invalidanti o immunodepresse.
Abbiamo, altresì, organizzato il servizio di “Spesa Sospesa” in accordo con i negozianti di generi alimentari locali; le donazioni dei cittadini verranno raccolte settimanalmente e sotto la direzione e l’indicazione dei servizi sociali del nostro Comune saranno distribuite ai cittadini meno abbienti dai volontari della protezione civile locale.
Abbiamo, ancora, attivato un progetto gratuito mediante il quale l’assistente sociale e la psicologa danno sostegno e supporto telefonico alle persone che in questo particolare e difficile periodo stanno vivendo una situazione di stress emotivo e di isolamento.
È in corso, infine, la procedura finalizzata all’erogazione di un contributo straordinario di sostegno (buoni per la spesa o acquisto di farmaci) alle persone bisognose per contrastare gli effetti sull’economia causati dall’emergenza epidemiologica da Covid-19 a seguito delle somme allo scopo assegnate al nostro Comune dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile nonché dalla Regione Lazio.
È soddisfatto degli interventi messi in atto dal Governo? Sia nei termini di contrasto all’epidemia, sia di salvaguardia economica e produttiva del Paese.
Il governo ha agito, e non poteva essere diversamente, seguendo gli indirizzi della comunità medica e scientifica formata da eminenti scienziati. A me pare che i criteri relativi allo stare a casa ed al distanziamento sociale stiano dando i frutti auspicati.
Certo è che l’epidemia da Coronavirus ha dato un brutto colpo all’economia ed il futuro si appalesa denso di incognite. Basti pensare alla nostra piccola realtà in cui l’economia è basata principalmente sul settore turistico che, per effetto dei provvedimenti per il contenimento del contagio del citato virus, vede compromessa la stagione estiva.
Tutti sperano che almeno una metà della stagione si possa salvare altrimenti si possono immaginare scenari di forte sofferenza da parte delle imprese commerciali e turistiche (e con loro i dipendenti e l’indotto) che basano la loro sopravvivenza sui proventi dei quattro mesi estivi.
Al di là degli aiuti dell’Ente Locale che potranno consistere nella dilazione/riduzione dei tributi di competenza comunale o altre facilitazioni, da calibrare in relazione alle esigenze di bilancio per assicurare i servizi essenziali, mi sarei aspettato un apporto diretto di liquidità a fondo perduto da parte dello Stato alle dette imprese teso al superamento delle gravi difficoltà create dall’emergenza che ci attanaglia.
Il Governo ha optato per il potenziamento del fondo di garanzia per le piccole medie imprese alle quali la liquidità viene concessa con prestiti a interessi zero sotto la garanzia dello Stato, il che significa che il prestito dovrà comunque essere restituito ed in ciò io vedo per le piccole imprese stagionali come le nostre che, a Dio piacendo, dovranno attendere la prossima stagione estiva per rientrare in attività, delle grosse difficoltà a farvi fronte, anche perché le spese passive intanto corrono.
Al di là di questa emergenza sanitaria, Condivisione Democratica immagina quanto possa essere faticoso ricoprire il Suo ruolo, operare per una collettività. Cosa l’ha spinta a mettersi a disposizione del Suo territorio? Quali sono le responsabilità a cui deve fare fronte ogni giorno? E quali sono le aspettative che hanno i suoi concittadini?
Da ponzesi, fortemente radicati nella nostra isola e consci del prezioso patrimonio di storia e di cultura locale di cui siamo portatori, abbiamo sentito l’orgoglio di riconoscerci in tali valori e con essi lavorare per farci promotori dello sviluppo della nostra comunità isolana e migliorare la qualità della vita sulla nostra isola. Quando l’insieme dei comitati e del gruppo giovanile, supportato da un largo consenso della pubblica opinione, mi ha coinvolto affinché accettassi la candidatura a Sindaco di Ponza, lo stato di cose descritte non è stato secondario rispetto alla mia adesione; ho ritenuto fosse un mio dovere civico mettere a disposizione della nostra comunità le mie competenze e l’esperienza acquisita, anche contemplando il grande sacrificio e la riduzione degli spazi di libertà personale e familiare a cui avrei dovuto sottopormi nonostante la mia non giovane età.
Per la loro peculiarità geografica, le isole minori patiscono una condizione disagiata nel senso che non usufruiscono compiutamente di tutti i servizi presenti sul resto del territorio nazionale e, pertanto, subiscono sperequazioni che fanno venir meno i principi di continuità territoriale, di parità di trattamento e uguaglianza. Le aspettative dei miei concittadini, come tutti gli isolani italiani, sono proprio quelle di uscire da questa condizione di serie b per essere equiparati ai cittadini dimoranti sulla terraferma. Qui non basta la mia responsabilità per far sì che nelle pieghe di un bilancio striminzito si trovino risorse per assicurare il minimo sindacale in termini di vita civile, oltretutto, in quanto piccolo comune, con il limitato supporto di un’organizzazione tecnico-amministrativa degli uffici modesta, talché si potrebbe parlare tranquillamente di amministrazione eroica.
Quello che serve è che lo Stato e la Regione si facciano carico di colmare le discrepanze rilevabili sul piano infrastrutturale, amministrativo e dell’erogazione dei servizi pubblici e, anziché procedere con provvedimenti parziali, varino una legislazione speciale ad hoc, uniforme per tutte le piccole isole, che tenendo conto della straordinarietà e peculiarità di questi fragili microcosmi, prevedano anche misure per la loro crescita e valorizzazione nonché per il loro sviluppo socio-economico e la loro tutela e messa in sicurezza, attesa la preziosità da non disperdere per quello che rappresentano sotto il profilo naturalistico-ambientale, culturale e delle tradizioni.
Riteniamo che i Sindaci, vivendo ogni giorno i problemi reali ed in “diretta” del territorio e della nostra gente, meriterebbero posizioni di rappresentanza negli organi istituzionali del nostro Paese. Se potesse parlare direttamente al Parlamento – e nel nostro piccolo ci facciamo megafono per questo– cosa chiederebbe per il suo comune e per la sua amministrazione?
In questo momento, due cose:
Prima cosa: Con il blocco delle attività economiche a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19, la capacità fiscale del nostro comune si è sensibilmente ridotta; le entrate sono oggi poche ed il futuro è nero sotto questo aspetto. Credo che questo valga per tutti i comuni. Detto ciò, ci aspettiamo che il governo vari per gli enti locali una somma tale che gli stessi possano garantire ai cittadini i servizi essenziali. L’inagibilità finanziaria ci impedisce di lavorare per le nostre comunità e se non si provvede con la immediata messa in campo di una adeguata provvista di mezzi finanziari, i comuni stenteranno a sopravvivere e dovranno interrompere i servizi.
Seconda cosa: Il segretario comunale è la persona che sovraintende e coordina l’attività degli uffici e, pertanto, ha una funzione fondamentale nel comune. Metaforicamente, lo paragono al direttore di macchina di una nave; il comandante dà gli ordini per seguire la rotta ma se il direttore non fa partire i motori o li fa funzionare male, la nave rimane in banchina o naviga a velocità ridotta.
In Italia i segretari comunali sono circa 2600 su circa 8000 tra comuni e province. Ciò comporta che molti segretari curano mediamente tre comuni che ne sono sprovvisti, il che mette in pregiudizio la loro funzionalità. Anche il mio comune ha un segretario a scavalco che viene una volta alla settimana salvo che non abbia altri impegni o le cattive condizioni meteorologiche non gli permettono di recarsi nell’isola, per cui può capitare che sia assente anche per più settimane. Questa situazione crea ritardo nelle procedure e disfunzioni.
I comuni, come si sa, sono sempre più oberati di competenze che vengono loro scaricate dallo Stato e dalla Regione ed il sindaco viene sottoposto ad una responsabilità enorme; non è possibile fare le nozze con i fichi secchi. Lo Stato provveda ad assicurare un segretario titolare ad ogni comune dove stia tutti i giorni lavorativi della settimana. Specie per un piccolo comune la presenza del segretario è determinante.
Ecco, è questo che io chiedo per il mio comune, come credo tutti i sindaci d’Italia per il loro.