Attualità

A proposito di giovani e scuola: un parere diverso

di Luciana Figini

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Gentilissimo professor D’Anna,
ovviamente rispetto il tuo parere e mi dispiace che tu abbia avuto solo esperienze negative nel campo della scuola, ma mi permetto di dissentire quasi completamente dalle tue opinioni.

Insegno inglese dal 1986, sempre in provincia di Milano e sempre in scuole medie superiori statali e private: licei (scientifici e linguistici), istituti tecnici e istituti professionali.

Durante la mia lunga carriera effettivamente ho visto un po’ di tutto e ho avuto le mie gatte da pelare, soprattutto negli istituti professionali, dove gli studenti sono più svogliati e demotivati.
Non ho avuto mai la percezione che la loro svogliatezza derivasse dal vedere troppa televisione; c’erano invece delle situazioni molto difficili all’interno delle famiglie che determinavano la loro apatia o il poco impegno; ricordo una classe dove il più sano aveva il padre in prigione…

Certo, ci vuole molta energia e molta voglia di fare in queste situazioni; bisogna spesso usare di più il bastone rispetto alla carota, ma devo dire che, anche nelle situazioni più difficili, qualcosa sono riuscita a fare per motivare gli studenti.
Oltre all’energia ci vuole anche la passione: i ragazzi capiscono subito se hai passione o no, se fai questo lavoro perché ci credi o se invece vuoi solo arrivare alla fine del mese.

Sono come delle spugne; assorbono quello che gli dai e magari ti restituiscono anche qualcosa.
E’ importante trasmettere loro l’idea dell’impegno, del raggiungere degli obiettivi.
Quindi anche noi dobbiamo farci forza e mostrarci positivi e ottimisti, nonostante tutti i problemi di quest’epoca.

Al liceo poi ho avuto delle grandi soddisfazioni e continuo ad averle; ricordo ragazzi in gambissima che poi si sono fatti strada nella vita e hanno dimostrato tutto il loro talento.
Ancora oggi ho dei contatti con miei ex studenti che stanno affrontando con successo la vita.

Solo qualche giorno fa ho fatto organizzare una lezione ad alcuni miei studenti di quinta e mi sono davvero meravigliata della loro competenza linguistica e della loro maturità.

E’ vero, lo smartphone è un problema oggi, ma può essere anche una risorsa; io a volte lo faccio usare in classe per cercare materiale o per organizzare delle lezioni diverse.
Lo smartphone e la televisione non sono il demonio; dobbiamo insegnare ai ragazzi ad usare questi mezzi in modo intelligente.

I ragazzi di oggi, se ben guidati dalla famiglia e dalla scuola (che devono stringere una specie di patto educativo a loro favore) sono spesso più in gamba di noi!
Hanno spesso delle competenze tecnologiche che noi ci sogniamo, hanno una curiosità verso il mondo ed una freschezza di idee disarmanti (le sardine sono loro!).

Io credo nei giovani, ci ho sempre creduto e ci crederò sempre e soprattutto credo che noi adulti dovremmo smetterla di pensare di essere meglio di loro e cominciare ad impegnarci per aiutarli e indirizzarli nel modo giusto.
Allora ci accorgeremmo che spesso hanno tanto da insegnarci.

Un appunto riguardo l’OCSE: i dati riguardanti gli studenti italiani a mio parere sono falsati, perché il campione esaminato proviene da ogni tipo di scuola – compresi gli istituti professionali delle aree più degradate e certi istituti privati che sono per lo più dei “diplomifici”, mentre per quel che riguarda altre nazioni (ad esempio la Cina) vengono presi in considerazione esclusivamente gli studenti dei licei.
Bene, se in Italia si facesse la stessa indagine prendendo in esame solo gli studenti dei licei penso che saremmo tra i primi d’Europa e forse del mondo.

Ho diverse esperienze di studenti che hanno fatto un anno di studio all’estero ed al loro ritorno ci accorgevamo che avevano delle grosse lacune in diverse materie.
Con tutte le sue pecche e tutti i suoi problemi, il nostro sistema scolastico è un buon sistema scolastico; i nostri ingegneri, medici, infermieri, fisici, matematici sono ricercati in tutta Europa.
I nostri ragazzi viaggiano, lavorano e studiano all’estero e molti di loro parlano una o due lingue straniere.

L’Italia non va come dovrebbe andare, lo sappiamo tutti, ma se tutti cominciamo ad avere più fiducia nei giovani e ad impegnarci per migliorare le cose forse qualcosa potrà migliorare…

Cordialmente
Luciana Figini

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