di Francesco De Luca
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Rimango sempre stupito in questi tempi in cui l’aria si oscura per gli improvvisi temporali che sbraitano con i venti adirati, e ora bavano bianco col mare e ora dilavano con la pioggia. In questo agitarsi alterato dei fenomeni naturali, incupito da un manto di grigiore, un profumo si spande. Insinuante e leggero, delicato e dolciastro.
Qui, sull’isola, non c’è un bosco dal corpo massiccio, che gravida l’aria di resine, di erba in macerazione e di funghi, qui c’è un lieve sentore di caramella, e si nota se ci si avvicina ai fiorellini bianchi, accostati come in un fuso. E’ il nespolo che è in fiore, nonostante la poca collaborazione del tempo. Niente sole, niente tepore, niente sfarfallìo di insetti. Eppure il nespolo non reprime il suo attivismo vitale e si veste a nuovo per generare frutti.
Ora i fiorellini profumano d’intorno, invogliando l’occhiocotto a mandare il suo trillo da padrone sulla catena scompigliata dall’ultimo acquazzone.
Il soffio di scirocco e levante non allontana questa essenza di cannella in cui mi lascio avvolgere, soddisfatto per aver respirato l’autunno.