Ambiente e Natura

Ponzesi, ponziani, pontini

di Francesco De Luca

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Il sito Ponzaracconta fra i suoi tanti meriti, per me, che da pensionato ho tempo da dedicare alla riflessione, ha anche quello di riportarmi agli studi universitari. Ho così rispolverato l’esame di Filosofia della Storia col prof. Antonini. Lì si ribadiva questo concetto: la Storiografia ovvero lo studio dei fatti storici non è una scienza esatta. Perché? Perché da una ricerca lungimirante oppure da una fortunato ritrovamento possono venir fuori documenti e reperti che gettano nuova luce sull’interpretazione degli eventi accaduti, così da stravolgere la tesi in voga. Alla luce di questo principio assume valore d’autorità il giudizio della comunità degli studiosi. L’interpretazione dominante è quella che tale è ritenuta dalla comunità degli storiografi. Con una postilla illuminante: con l’avallo delle fonti documentarie e degli approfondimenti connessi.

Come nelle scienze esatte anche nell’interpretazione della Storia non c’è Autorità assoluta ma ipotesi accreditate da fonti.

Cosa può valere tutto questo per quanto attiene alla toponomastica della denominazione di Ponza? Vale anzitutto a demolire i convincimenti fondati sul ‘mi piace’, ‘mi sembra pertinente’, ‘mi ha convinto’. Tutto quanto si radichi su di una predilezione personale non può trovare ricetto storiografico, altrimenti divenuto agone di frottole. La toponomastica per avere fondamento deve trovare argomentazioni razionali. Che vanno cercati, trovati e resi pubblici.

Ora, a me, che manco di dottrina storica, e forse proprio per questo, appare banale far derivare l’etimo del nome Pontia dal latino pontus, come se i Romani non conoscessero che una sola isola (Ponza) e la reputassero degna di antonomasia.

Allo stesso modo mi appare banale che gli Arabi giudicassero terre distanti dalla costa (bun-sah) soltanto le isole del nostro arcipelago.

Eppoi, furono i Volsci a colonizzare per primi le nostre isole e risiedervi stabilmente. I Greci vi passarono. I Romani la assunsero come colonia romana nel 441 (Tito Livio).

Io posso prendere abbagli ma a leggere gli Autori più familiari è palese l’acquisizione supina di una interpretazione facile, che sedi ogni ansia di ricerca. Ed è per questo che invito a produrre studi più recenti e renderli pubblici, così da non ingenerare chiuse fazioni. Come potrebbe essere giudicato questo mio chiarimento che, al contrario, vuole spronare all’indagine e al confronto. Fra tesi però non fra predilezioni.

 

Note bibliografiche

Giuseppe Tricoli – Monografia per le isole del gruppo ponziano – 185 – pagg. 79-80;
Pasquale Mattej – L’arcipelago ponziano – pag. 28;
Luigi M. Dies – Ponza perla di Roma – pagg. 31-32;
Apollonj Ghetti – L’arcipelago pontino – Fratelli Palombi – pagg. da 15 a 27;
Gin Racheli – Le isole ponziane – Mursia – pagg. 13-14;

1 Comment

1 Comments

  1. Francesco De Luca

    28 Settembre 2019 at 17:22

    L’attenta lettrice Rosanna Conte mi fa osservare l’errore in cui sono incorso. E cioé: Ponza divenne colonia romana nel 313 a.C.. La data da me riportata nell’articolo è errata.
    Grazie Rosanna

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