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Questa mattina ha aperto una nuova attrazione turistica, un gioco che mancava nel vasto programma della vita estiva ponzese.
Si chiama “scivolo ponzese”, consiste in una scalinata pubblica (e lastricata) che, abbondantemente bagnata e con un profumo (buono) che ricorda il bucato fresco, consente a più persone di scivolare in pochi minuti di distanza l’una dall’altra.
È un’attività gratuita e fruibile per chiunque.
In dieci minuti potrete veder cadere ben tre persone, due maschi e una femmina.
Il premio peggior caduta è spettato alla concorrente di sesso femminile che ha preso anche il bonus ematoma a lunga durata.
Con la musichetta giusta, lo scivolo, potrebbe far pensare alle vecchie comiche di quando ero bambina.
Potrebbe, ma non fa ridere affatto. Nella realtà si riscontrano lacrime di dolore alleviate dal farmacista e, ancor prima, dal soccorso gentile di perfetti sconosciuti.
Quello che più di tutto, più dei batticulo, mi ha colpito è stata una risposta, una di quelle capaci di farmi ardere di gioia per l’empatia umana.
Alla domanda: – Avete, per caso, lavato la scala con il detersivo?
Mi è stato risposto: – Signora, dovete pensare che piove!
E a terreno asciutto ce ne vuole di fantasia, una fantasia che non ho, così come non ho una sveglia al collo, ma grazie per la cortesia e il rispetto e, soprattutto, per la cura nel pulire… in fondo, cosa importa se qualcuno si fa del male cadendo!?
Il buon giostraio, però, passerebbe – un po’ di giorno e un po’ di notte – a guardare cosa accade nel suo circo; se vivi appieno un territorio ne senti il polso e ne percepisci gli umori (e gli odori).
…Fra domatori di leoni e domatori di farfalle anche questa estate passerà.