di Antonio De Luca
Lisbon Story (omaggio a Wim Wenders) (1)
Laurence è una sconosciuta e vive a Parigi
ha preso due voli per Lisbona e le dico che
le città di mare sono un lungo viaggio
paesi isole e marine percorse e baciate,
una porta sul mondo
tracce di un pennello surrealista,
sono transiti di verità e sogni
non conosciamo altro
se non la loro illusione.
Sono nato in Mediterraneo e qui vivo
il mistero della mia esistenza
della mia immaginazione,
oggi vado a Lisbona dove
“nella piena luce del giorno anche i suoni splendono” (1).
Mi attende Laurence al Terreiro do Paco
lei arriva da Parigi con le sue storie, i suoi profumi
le ho detto di andare al Tejo
una raffica di brezza dall’oceano la bacerà
i baci che non ha mai avuto i più desiderati.
La città della luce bianca (2) aspetta
sui marciapiedi lastricati le ombre sue mie
quelle di una vita a Parigi a Lisbona
come corpi di linee aperte su una tela incompiuta
ombre lasciate sui marciapiedi nel tempo
“l’anima è troppo leggera per il peso della realtà” (3).
Siamo accanto al mare, non fa freddo
affondiamo tra la sabbia delle spiagge di Cascais (7)
le lunghe onde ci bagnano le gambe e il cuore
ci raccontiamo le nostre storie tra i sapori del mare,
Laurence non so se ci rincontreremo le dico
ma qui lascerai le tue ombre e le ombre
ti chiameranno ovunque tu sia.
Negli stretti vicoli dell’araba Alfama (7)
intrigo di voci e di popoli miscuglio del mondo
dove le persone si fanno compagnia
è l’amore che è l’essenziale.
Una donna ha le chiavi del mio cuore, le ho detto,
ora è lontana ma l’aspetterò nel mio rifugio
in quella primavera mediterranea
dove “vivere è appartenere a un altro” (4).
L’avvicinamento a lei fu il grande viaggio
la terra sconosciuta e da sempre desiderata
la strada che non vedi la fine
quella più lunga più bella quella che ti annega,
mi disse che la mia bocca era la porta del mondo,
e in noi tutte le direzioni o fini ci appartennero.
Ci chiamano ora le antiche scritture nella Baixa (7)
la città è nostra, cara Laurence qui al Rossio (7)
e dietro ogni angolo la voce del Poeta (3)
“Viaggiare? Per viaggiare basta esistere, ricordati che
stiamo sull’orizzonte che vorremmo essere
non su quello che realmente siamo”.
Ci sorridono così le lisce pareti di azulejos (8)
ci sorride il Tejo, ci parla la sera il tram 28
nel rientro a casa tra quei volti silenti
e quel Camoes “amor è fogo que arde sem se ver” (5),
ci chiama ogni lontana solitudine, la felice malinconia
che l’anima preserva per vivere oltre.
Lisbona liquefa i corpi nell’umano sentire
e da qui guardiamo il mondo, noi stessi,
i moli di tutte le partenze e dei transiti poi,
l’oceano per marine ci bagna e si sussulta
al gelo del mare dove la memoria cerca altre memorie.
I bambini all’Alfama giocano con noi
ricordiamo la vita nei giorni dell’innocenza,
i lunghi viaggi, quelli invisibili i più difficili.
In Rua Garret (7) un libro ci osserva
dalla vetrina di una libreria.
Mi ricorda che io e te non siamo altro che ancora e sempre due
eteronimi di Pessoa (6).
E quanti Orazio (9) sono stato e sono ancora,
come continua quel sogno di chi mi svestì
chi è lontano e sfugge alla luce e al buio,
a Lisbona sullo spettacolo del mondo
c’è un’ombra con me ovunque io vada.
Antonio De Luca
Nota di Redazione
La poesia non è mai facile; quella di Antonio De Luca in particolare, ricca di citazioni e di strette relazioni con quanto ha letto, visto e sentito. Per il fatto di spartire con l’Autore alcune delle passioni circa le sue abituali fonti di ispirazione, penso di fare cosa utile e gradita ai Lettori, aggiungendo alla poesia le note che seguono.
S.R.
Note
(1) – È del 1995 il film di Wim Wenders Lisbon Story, film ‘cult’ per la particolare visione del regista riguardo la narrazione e il significato delle immagini e dei suoni; in generale sulle motivazioni del viaggiare. È anche un lungo omaggio del regista al poeta scrittore di Lisbona, Fernando Pessoa. Nel film è citata la sua frase: «Nella luce del giorno anche i suoni splendono» Accedi alla scheda del film Lisbon Story dal blog di ‘Visioni’
(2) – Dans la ville Blanche è un film del 1982 diretto da Alain Tanner. Lisbona è la “città bianca”, perché abbaglia giocando con i raggi del sole sul manto opaco del fiume Tago (Rio Tejo), sua spina dorsale, e sui tetti colorati delle case chiare.
(3) – Una citazione da Pessoa (1888-1935) Il libro dell’inquietudine (1914); Ibidem
(4) – Sempre Fernando Pessoa da: Una sola moltitudine, 2 vol., a cura di Antonio Tabucchi e Maria José de Lancastre, Milano, Adelphi, 1979 (portoghese/italiano). Fernando Pessoa è stato conosciuto in Italia grazie alla efficace opera di divulgazione dei suoi scritti curata da un altro scrittore: Antonio Tabucchi che molti avranno iniziato a conoscere leggendo romanzi come Sostiene Pereira o Notturno indiano.
(5) – Luís Vaz de Camões (talvolta riportato come Camoens) (1524 –1580) è considerato il principale poeta portoghese. Sua la frase: Amor è fogo que arde sem se ver – L’amore è fuoco che brucia senza essere visto
(6) – La grande creazione estetica di Pessoa è considerata l’invenzione degli eteronimi, che attraversa tutta la sua vita. A differenza degli pseudonimi, gli eteronimi sono personalità poetiche complete: identità che, inizialmente inventate, divengono autentiche attraverso la loro personale attività artistica, diversa e distinta da quella dell’autore originale. Fra gli eteronimi si trova lo stesso Fernando Pessoa, in questo caso chiamato ortonimo, che però sembra sempre più simile agli altri con la loro maturazione poetica. I tre eteronomi più noti, quelli con la maggiore opera poetica sono Álvaro de Campos, Ricardo Reis e Alberto Caeiro.
Un quarto eteronimo di grande importanza nell’opera di Pessoa è Bernardo Soares, autore del Livro do desassossego (Libro dell’inquietudine) [da Wikipedia].
(7) – Sono quartieri o località della città di Lisbona
(8) – L’azulejo (pronuncia portoghese: “asulèsciu”; spagnola: “asuleho”) è un tipico ornamento dell’architettura portoghese e spagnola, consistente in una piastrella di ceramica non molto spessa e con una superficie smaltata e decorata. Tradizionalmente ha forma quadrata e misura circa 12 cm di lato.
(9) – Orazio è un mito che ha attraversato la vita di Fernando Pessoa (alias Álvaro de Campos). Del poeta latino Pessoa estrae l’inquietudine, il desiderio di essere ‘altrove’, la stessa posposizione del coinvolgimento amoroso ad un tempo indefinito.