a cura del Direttivo del Centro Studi e Documentazione Isole Ponziane
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Il 15 sera c’era molta gente, in massima parte ponzesi, davanti al palco su cui si sarebbe parlato de Le antiche vie sotterranee dell’acqua. Ovviamente la presenza di Chiara Delpino, funzionaria di una Soprintendenza archeologica che ci riguarda, e di Mario Mazzoli direttore generale di A.S.S.O. (l’associazione di archeologi e speleologi molto attiva nelle ricostruzione topografica di siti marini e sotterranei di difficile accesso), è stata abbastanza incisiva nella partecipazione; ma forse quello che maggiormente ha spinto gli isolani a recarsi alle 21,30 di lunedì sul piazzale della chiesa di Ponza, era la seconda parte del titolo dell’incontro: Un progetto per Ponza.
Recuperare il percorso dell’antico acquedotto che nel suo impianto iniziale raccoglieva l’acqua sorgiva di Cala dell’Acqua e la convogliava con un dislivello minimo quasi all’altro estremo dell’isola: questo è stato ed è un forte desiderio di parecchi ponzesi, quelli che hanno giocato da bambini nei suoi ambienti di accesso ancora praticabili, quelli che ne hanno compreso l’importanza dal punto di vista ingegneristico e culturale, quelli che ne hanno esplorato parti del tracciato a Le Forna come nella zona di Frontone.
E’ per questo che gran parte del pubblico, lunedì, si aspettava una serata in cui chi parlava sul palco partiva dai ponzesi, da questa loro aspirazione che aveva mosso ASSO e la Soprintendenza ad interessarsi all’acquedotto.
La proposta di affrontare, fra le tante emergenze archeologiche, quella delle antiche vie dell’acqua, è stata veicolata dal Centro Studi dopo che ASSO ha stipulato la convenzione col Comune di Ponza. Del resto Vincenzo Bonifacio, membro del direttivo del Centro, è uno dei cultori operativi proprio dell’acquedotto insieme a diversi giovani isolani, fra cui Giuseppe Cristo, presenti lunedì fra il pubblico.
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In realtà più che illustrare il progetto, che tra l’altro è stato preannunciato dallo stesso Vincenzo Bonifacio il 14 febbraio su Ponzaracconta (leggi qui), si è colta l’occasione per far conoscere ai ponzesi come lavora ASSO, informandoli sulle sue capacità operative e di collaborazione con le istituzioni. C’è stato, inoltre, fatto di notevole importanza, l’impegno ufficiale davanti a tutti i ponzesi da parte della Soprintendenza a seguire il progetto nelle sue competenze con la mappatura ufficiale del nostro acquedotto.
Tutto ciò rassicura sulla realizzazione di un progetto che da diversi decenni si pensava di concretizzare, a partire dagli studi di Leonardo Lombardi, dalle esplorazioni di Domenico Musco, di Vincenzo Bonifacio, di Domenico Cristo, fino agli interessi che tanti ponzesi hanno manifestato per questo manufatto.
Ma non era facile trovare una strada che arrivasse a ricostruire il percorso di questa struttura ingegneristica antica che ha permesso di avere abbondante acqua sull’isola per millenni. Di certo ci sarebbero voluti tempi molto lunghi e costi piuttosto rilevanti.
La collaborazione tra ASSO e la Soprintendenza si è presentata come quella più breve ed economica (ASSO è una ONLUS e chiede solo le spese operative, senza gli oneri per chi ci lavora) per giungere ad una mappatura ufficialmente riconosciuta e tutelata, tale da poter rendere fruibile dal punto di vista culturale ed economico un bene archeologico altrimenti abbandonato.
Pertanto, la serata di lunedì è stato il momento in cui si è ufficializzato questo reciproco impegno e in cui i ponzesi hanno preso atto, in qualità di testimoni, di un intervento futuro di cui saranno i principali destinatari.
Il Centro Studi collaborerà in direzione dell’affermazione del progetto. Dal canto suo, ha programmato di svolgere interventi a scuola per rendere partecipi i giovanissimi informandoli sul bene da recuperare e coinvolgendoli nella responsabilità di tutelare un bene comune.
Ci auguriamo che seguano con interesse tutte fasi di Le antiche vie sotterranee dell’acqua e che saranno loro, i ponzesi di domani, a presentarlo un giorno come il “nostro antico acquedotto”.