di Luisa Guarino
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Questo è il decimillesimo articolo del sito. Abbiamo deciso de solennizzare l’evento con tanti articoli, dei redattori e dei collaboratori di Ponzaracconta. In ordine sparso.
Apre le danze “la Direttora”.
Riflettevo tempo fa sull’imminenza di questa ‘scadenza’, i 10.000 articoli di Ponzaracconta, e rispetto alle migliaia precedenti sentivo un impegno maggiore, una maggiore responsabilità. Con il passare dei giorni la sensazione non si è certo affievolita, ma quasi giunti al dunque è arrivata una sorta di ‘valvola di salvezza’: non sarei stata più sola, in quanto direttora del sito, a celebrare l’avvenimento, la cui cadenza negli anni è diventata piuttosto regolare. Essa avviene infatti circa ogni nove mesi, il che è una cosa bellissima, perché possiamo paragonarla, anche a costo di ripeterci, a una gravidanza. Una vita nuova, un nuovo ciclo: cosa c’è di più bello?
Non sarei stata più sola, e non sono più sola, a festeggiare la cifra crescente degli articoli pubblicati, che in questi giorni tocca appunto quota 10.000. Insieme a me ci sono infatti gli interventi non solo di tutti i redattori, ma anche dei collaboratori. La cifra totale comprende sia i pezzi veri e propri che le brevi comunicazioni effettuate tramite Ultim’ora, la rubrica più recente venuta ad arricchire le nostre pagine virtuali. Ma non è tutto. Se si considera che nel frattempo i commenti hanno superato i 7.200, è facile capire come Ponzaracconta sia una realtà in continuo divenire, vivace, dinamica, libera, indipendente, democratica, aperta a tutti. Cerchiamo anche di essere presenti nel campo dell’attualità, il che non è semplice, visto che molti di noi non vivono stabilmente sull’isola: proprio questo infatti è il nostro maggiore gap.
Da una visione prettamente isolana – a volte anche troppo -, abbiamo imparato però a misurarci con temi di carattere nazionale e internazionale, che bene o male, prima o poi si riflettono sulla comunità ponzese, benché essa si illuda di poter vivere in un ‘mondo a parte’. Ciò non è più possibile, neanche se ci si immerge nel silenzio e nella solitudine più totale, in meditazione nel punto più alto e lontano dell’arcipelago. La limitatezza di questo microcosmo è in netta antitesi con gli spazi infiniti e senza confini che lo circondano.
Ma torniamo ai nostri 10.000, che nonostante il tempo che passa ci trovano più combattivi e propositivi che mai, convinti di non essere arrivati solo a un ragguardevole traguardo, ma a un decisivo punto di ri-partenza, facendo del nostro passato, della Storia, delle tradizioni, delle persone con cui abbiamo condiviso il cammino, la nostra vera forza, un’autentica trasfusione di energia e di orgoglio.
A febbraio 2020 compiremo nove anni, e anche da lì alle dieci candeline il tempo volerà, scandito da scritti di genere diverso: i nostri in quanto redattori, quelli dei nostri più stretti e fedeli collaboratori, e poi la voce dei lettori più disparati, che spesso ci interrogano, ci chiedono, ci sollecitano.
Nascono così rapporti nuovi, si riannodano legami, amichevoli e familiari che si credevano persi o interrotti. In occasione di ogni bella ricorrenza che ci riguarda ci piace ricordare i soci fondatori di questa ‘folle idea’ chiamata Ponzaracconta. Citiamo dunque con gioia ancora una volta Gennaro Di Fazio, Mario Balzano, Gino Usai, Sandro Russo e Giuseppe Mazzella.
In occasione dei 9.000 intitolavo il mio scritto “Novemila… e sentirli tutti”. Oggi, a quota Diecimila inspiegabilmente mi sembra di sentirmi più leggera.
Non vorrei essere fraintesa. Il tempo che passa e gli scritti che si accumulano richiedono un senso di responsabilità sempre più forte, un impegno costante e una grande attenzione. Ma è come se questa cifra tonda, così importante, dimostrasse anche materialmente e visivamente la coesione e il legame che ci unisce tutti. Certamente diecimila articoli fa, imbarcandoci in questa magnifica ‘avventura’, neanche immaginavamo di riscoprirci così ben amalgamati e assortiti: tante teste pensanti autonome, con un sostrato condivisibile e condiviso.
Grazie di cuore, a chi scrive, a chi ‘costruisce’, e a chi legge. Ma grazie soprattutto a Ponza.