Ambiente e Natura

Ischia News & Eventi, il numero di giugno

segnalato dalla Redazione

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Tutto dedicato all’acqua e alla grande sete di Ischia il magazine di giugno di Ischia News & Eventi, di cui proponiamo l’indice, la presentazione del coordinatore editoriale Ciro Cenatiempo (in chiaro) e la prima pagina dell’articolo di Isabella Marino (in immagine) dal titolo: “La grande avventura dell’acqua di Napoli”.

 


Editoriale
Le forme dell’acqua e dell’amore
di Ciro Cenatiempo

II principio della «rarità dell’acqua» ha caratterizzato gli studi sull’evoluzione tecnica dell’umanità. Ha tracciato un confine – che risale a due secoli fa – tra il prima e il dopo la disponibilità di massa del liquido più prezioso che ci sia. Questa attenzione è tornata d’attualità, oltre che di moda, anche se nel frattempo si è introdotto uno slittamento di significato: dalla rarità si è passati alla «scarsità».
La Grande Sete, come la plastificazione degli oceani, è lo spettro contemporaneo che s’aggira per il pianeta, mentre si esplorano – guarda un po’ – i ghiacci di Marte. Un sottile turbamento attraversa la nostra consapevolezza, e non basta l’ombrello più largo della (forse) crescente lotta ai cambiamenti climatici, per evitarlo.

FONTANE E CITTADINANZA GLOBALE
In questo numero non possiamo occuparci di questi temi. Ma, tenendoli sullo sfondo, è attraverso un rapido excursus tra alcune «forme dell’acqua», che ci proponiamo di raccontare ulteriori spicchi di meraviglia e bellezza che caratterizzano l’isola d’Ischia. Un’isola che ha smesso gli abiti logori dell’insularità romantica, per entrare – più ricca – a fare acquisti nella boutique della cittadinanza globale del turismo e della modernità. Ed è bastato un gesto liberatorio: piegare leggermente la testa sotto una fontanina pubblica, semplicemente per bere senza fatica. Fontana è una parola che deve un tributo di significato all’antichità, da non dimenticare: «spargere, diffondere», finalmente per tutti. Oggi diremmo anche: «senza sprecare troppo…».

Sembra curioso, ma la mutazione è avvenuta grazie a quelle lunghissime bretelle nascoste, i tubi fissati ai fondali del golfo partenopeo che garantiscono – dal 9 novembre del 1958, e pare chissà quando – l’approvvigionamento idrico all’isola senza soluzione di continuità.
Fu una rivoluzione che l’ha definitivamente legata alla terraferma.
Fino a qualche anno prima, l’unico fluido potabile davvero abbondante era… il vino: se ne producevano milioni di litri e, una volta, quello in eccedenza fu utilizzato per creare la malta necessaria a erigere un muro e un arco, su in collina, a Murupane, le cosiddette «terre alte» dei Greci.

Da allora, lo slittamento storico e sostanziale, esistenziale, etico ed estetico, non ha però inciso sulla imago acquatica identitaria di Ischia: al di qua dell’orizzonte marino salato, è fin troppo facile evocare quanta varietà, nelle vene vulcaniche isolane, scorra di fluidi termali e ipertermali; o minerali, dolci, tra fonti chiare, tiepide e solo un po’ sapide che affiorano creando oasi di vitalità, esemplari per bellezza e funzionalità.

GIOCOSA LIBERTA’
Benefiche, salutari, curative, medicamentose, magiche, purificatrici, miracolose? Trovate pure gli aggettivi che più vi attirano, per descrivere le acque – e le località – che conservano virtù millenarie tra paesaggi assolati, calanchi e burroni, valli segrete e boschi magnifici.
Qualsiasi definizione va bene comunque, a patto che possa far (ri)sgorgare un motivo di rinnovata giocosa libertà, espressa nell’immagine di copertina di questo numero, per me necessaria a riconsiderare e istintivamente tutelare l’isola come unica e irripetibile in termini culturali, geografici.

Ce lo ricorda un bassorilievo marmoreo romano del primo secolo dopo Cristo, le «Tre Ninfe», conservato nello stupendo museo Hermitage di San Pietroburgo: è approdato da quelle parti dopo un percorso avventuroso che è partito dalla sorgente di Nitrodi, al centro della mappa ischitana, ed è passato per l’Inghilterra, tra ritrovamenti, vascelli, naufragi, collezioni, fino al banchiere antiquario John Lyde-Brown, direttore della Bank of England e membro della London’s Society of Antiquarians che cedette nel 1787 i suoi pezzi preziosi a Caterina II la Grande di Russia…
È un’icona votiva, esotica, anche erotica, una promessa di «bellessere» senza tempo. Potente e avvolgente, come le forme dell’amore nell’acqua.

Per scorrere il magazine on line, questo è il linkhttps://news.ischia.it/

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