Ambiente e Natura

I riflettori? Non possono che farci bene…

di Enzo Di Giovanni

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Stavo scrivendo una nota per informare i lettori di Ponzaracconta sullo stato dell’arte a proposito del progetto “Mare di Circe”, quando è arrivato in redazione il contributo di Vincenzo Ambrosino (leggi qui).
Lo prendo ad esempio perché Vincenzo, non so se volutamente o involontariamente, ha rappresentato esattamente ciò che non va nella nostra piccola comunità: ma non mi riferisco al succo del suo argomentare, ma proprio al suo atteggiamento.
In sostanza, Vincenzo dice: San Felice e Ventotene hanno un progetto, una politica culturale, e Ponza no.
A Ponza ci sono troppe associazioni che non fanno niente, se non litigare sugli spiccioli, per cui sono destinate ad essere divise, concorrenti.
Ai ponzesi non interessa la cultura, il recupero ambientale, ma solo sfruttare ‘tutto e di più’ a meri fini economici.
E, dulcis in fundo, estrema sintesi del suo pensiero: Ponza non sa cosa vuole, a parte lucrare su tutto ciò che sia possibile, ovviamente nella più totale improvvisazione.

Caro Vincenzo: capisco che lo sport nazionale a Ponza è quello di sparlare di tutto e tutti, soprattutto se si sta dietro le quinte. Capisco che distruggere è molto più facile che costruire, e fa sentire “alternativi”, saggi, indipendenti.
Ma offendere un’intera collettività, no, mi sembra davvero troppo: non è stimolare il dibattito.
E’ vero che a Ponza ci sono tante, forse troppe Associazioni, ma non accetto che si dica che nascano per “accaparrarsi quei pochi spicci che la Regione mette a disposizione”, piuttosto credo che siano formate da persone, per lo più giovani ma non solo, che hanno voglia di fare, di costruire una socialità migliore. Che poi spesso restano deluse dal dover lottare contro inefficienze burocratiche, litigi da cortile ed una economia che non favorisce il vivere in un posto di frontiera come Ponza: ma questo è un effetto, non una causa del cercare di mettersi insieme per progetti virtuosi.
E’ vero che non riusciamo a condividere idee, passioni e progetti; e che storicamente facciamo fatica ad accettarci nelle nostre diversità, ma allora chiedo a Vincenzo: considerando tutto ciò, perché spargere fango sulla nostra partecipazione al progetto “Mare di Circe”, al punto da arrivare a dire “che ci fa Ponza nel progetto Mare di Circe”?
Perché non dovremmo esserci, dal momento che lo scopo di questo progetto è proprio questo, cioè spingere alla condivisione?
Anzi: chi più di noi?

Ponza non sa cosa vuole fare e tutto resta improvvisazione.”
Da dove evinci queste cose, dal momento che non mi sembra di averti visto negli incontri di presentazione finora svolti, e soprattutto non c’eri ieri, quando i rappresentanti delle associazioni culturali e di soggetti portatori di idee si sono incontrati per cominciare a lavorare insieme?
Peccato, avresti scoperto che il senso profondo di questa nostra partecipazione sta proprio in questo: nella scommessa di superare una volta per tutte divisioni, incomunicabilità. E soprattutto di riuscire a fare quello che non siamo mai riusciti a fare: mettere in sinergia, come vari pezzi di un puzzle, le nostre risorse, elaborando un progetto unitario in grado di ricostruire e valorizzare al meglio che sia possibile la nostra identità di ponzesi.
Se non ora quando?

Ponza è entrata nel progetto “Mare di Circe”? No: direi piuttosto il contrario.
E’ questo progetto ad essere entrato nel corpo isolano, offrendoci una possibilità concreta di fare i conti con noi stessi, stretti tra spopolamento e rinascita.

Chi non comprende questo e continua a remare contro nel solito stantio gioco al massacro, rischia di essere in ritardo con la storia: succede, quando si improvvisa, nelle analisi.

3 Comments

3 Comments

  1. vincenzo

    8 Febbraio 2019 at 10:41

    Enzo non fare il furbetto con me!
    Se tu mi dici che questo progetto è un modo per partire… io ti posso comprendere; ma se mi dici che Ponza ha una politica culturale che non può che essere valorizzata in questo progetto io ti dico che stai mentendo consapevolmente.

    Ponza non ha una Politica culturale, figuriamoci se ha una politica di protezione ambientale.

    E’ chiaro che entrare nel progetto “Mare di Circe” è una sfida che ci impone di cambiare il nostro approccio con la “cultura” e con “la protezione ambientale” ed è questo che io chiedo di fare senza indugi.

    Caro Enzo, devi cominciare a dire ai nostri compaesani in modo chiaro – se vuoi essere il punto di riferimento del progetto culturale “Mare di Circe” – che la protezione ambientale e la valorizzazione dei beni culturali sono la strada per dare un futuro alla nostra isola.

    Ma per fare questo: prima dovete sciogliere le resistenze, che sono anch’esse culturali, all’interno dell’Amministrazione, per esempio annullando la delibera comunale che ci impone di tirare fuori dal Parco Zannone.

    Devi dire in modo chiaro – se vuoi fare partire un progetto culturale coerente con “Mare di Circe” – che Zannone resta nel Parco del Circeo.
    Nella riunione del 16 da Angelino dovete avere il coraggio politico di dire ai cittadini che Ponza deve imboccare una nuova strada, come hanno fatto Ventotene e il Circeo.

    Questo è quello che vi chiedo, non altro: coerenza politica!

  2. Enzo Di Giovanni

    9 Febbraio 2019 at 08:32

    Pensa, Vincenzo: sono talmente “furbetto” che ti lascio volentieri l’ultima parola, se ciò ti gratifica.
    Non ho nulla da aggiungere e nulla da togliere infatti a quanto espresso, credo di essere stato fin troppo chiaro. Forzature e polemiche politiche non mi appartengono, preferisco parlare delle cose di cui mi occupo, nei tempi e nei luoghi deputati.
    Stare a chiedersi “se è il progetto che fa crescere una cultura di territorio, o se è la cultura a far crescere il progetto”, non solo sa troppo di Marzullo, ma dimostra che non hai compreso nulla del progetto di cui mi sto occupando: strano, perchè di solito sei un attento osservatore e non può esserti sfuggito che la legge a cui risponde il bando a cui abbiamo partecipato e vinto serve proprio a rivitalizzare comunità in crisi dal punto di vista identitario; è successo l’anno scorso con Colleferro, può succedere quest’anno con Ponza.
    Talmente strano da risultare sospetto: per cui, o ne cogli lo spirito vero e di conseguenza vieni a darci una mano, oppure continua pure a pontificare.
    Ma da solo.

  3. vincenzo

    9 Febbraio 2019 at 10:20

    Per cambiare il “paradigma” economico ambientale dell’isola ci vuole una volontà politica chiara che poggi su una coerente azione politica.

    Vedi, caro Enzo, io ho chiesto in varie lettere aperte che questa Amministrazione faccia capire ai suoi cittadini dove vuole portare l’isola.

    Ho detto e ripeto che il Circeo e Ventotene lo sanno e lo hanno dichiarato: la protezione ambientale e la valorizzazione del patrimonio storico archeologico sono alla base della loro azione politica per dare un futuro alle loro comunità. Anzi hanno detto di più: il Parco del Circeo con la sua organizzazione diventa il propulsore per portare avanti questa politica.
    L’Amministrazione di Ponza dove vuole portare l’isola?
    Caro Enzo, dove volete portare l’isola? Io e tanti cittadini non lo sappiamo, se lo sai non parlare di possibilità, parla delle tue intenzioni!

    Quando ti chiedo in modo chiaro: Ponza si deve riprendere Zannone sì o no? Tu, per favore, mi rispondi in modo chiaro: sì per questo, oppure no per quest’altro! E mi fai capire come la tua scelta è coerente con il progetto “Mare di Circe” e la legge che ha istituito “la città della cultura”.

    Per cambiare bisogna da una parte costruire il consenso intorno alle nuove idee e dall’altra prepararsi ad affrontare la reazione di chi non vuole cambiare.
    Senza scontro/confronto politico non può esserci cambiamento!

    Ripeto, il direttore del Parco Cassola ha tracciato una strada politica – coerente con la sua funzione di custode dell’integrità ambientale del Parco e della sua fruizione turistico-ambientale-storico-archeologica – per governare i territori del Parco nei prossimi anni.

    E questa visione del futuro descritta da Cassola è stata accettata dal Circeo e Ventotene: per garantire un futuro alle realtà interne al Parco, e che hanno aderito al progetto “Mare di Circe”.

    La protezione, la valorizzazione ambientale per un turismo che vada oltre: che crei ricchezza nel tempo e nello spazio. Non a caso, il Parco del Circeo per la prima volta va alla Bit di Milano. Il Parco del Circeo, per la prima volta, si presenta ad un turismo internazionale per pubblicizzare – di questo Parco – anche Zannone e il Circeo che rimane il fiore all’occhiello!

    Ma se questa è la via per cambiare, se credete che questa sia la scelta giusta da fare – per dare alla nostra isola un contesto e un’organizzazione nuova – bisogna che questo si spieghi ai cittadini in modo che essi possano essere consapevoli di quello che sta avvenendo.

    Questa è la coerenza che chiedo, e che rende un’Amministrazione autorevole nei confronti dei suoi cittadini e degli interlocutori istituzionali.

    E’ un rischio politico, ma chi crede nella forza delle proprie idee non ha dubbi.
    Io non avrei dubbi.

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