Ambiente e Natura

Epicrisi 190. Settembre, andiamo, è tempo di…

di Rita Bosso

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Settembre. Andiamo. È tempo di migrare.
Così scrive il poeta.
Ma è anche tempo di coltivare i rapporti sociali in modo più disteso; prestare attenzione all’interlocutore, sforzarsi di dargli una risposta oppure ammettere che la soluzione non è a portata di mano, forse è meglio provarci insieme, sollecitare proposte, suggerimenti.
Ci vuole il clima mite per farlo, il sole d’agosto induce a tagliar corto con risposte frettolose e battute ad effetto, le distrazioni sono in agguato.
A settembre si può.


A settembre si può.
Comprendere le ragioni dei 1126 firmatari della petizione pro Giancos.
Guardarsi intorno per vedere come altre località di mare riescano a coniugare le esigenze della nautica e quelle della balneazione.

Ad agosto ci limitiamo a esclamare “Che belle!” (le foto del porto ad inizio articolo), “Che bravi!” ( i fotografi: Manilou Codrut e Rossano Di Loreto) e mettiamo un like.
A settembre possiamo osservare le foto, osservarle a lungo fino ad avvertire una sensazione di disagio: è inquietante la barriera di vetro-resina tra la costa e il mare, dalla Caletta alla Ravia.
L’isola è isolata dal mare; d’accordo, quelle barche portano soldi e lavoro ma, qualunque sia il materiale di cui è fatta la barriera – vetro-resina o legno o euro -, il risultato è che il mare è inaccessibile, da guardare e non toccare. È inaccessibile persino a Cristoforo.
“Buon mare a tutti” – augura il Ministero dei Trasporti; assicura che, percorrendo la battigia, prima o poi si arriverà a un tratto di spiaggia libera. A settembre si può cominciare a lavorare affinché ciò si realizzi.

Settembre, andiamo.
Ci sono eventi da assaporare, lontani dall’ammuina agostana: gli ultimi giorni della mostra sul Settecento, l’esposizione cinofila e gli altri che verranno nelle prossime settimane.
C’è la storia del Novecento da ripassare, prima che ricominci la scuola.
Ci sono i dolci ricordi di gioventù e le emozioni erotike da rimembrare, prima che cali il gelo invernale.
C’è il silenzio da ascoltare.
C’è il basket, con Paolo Iannuccelli che vi si dedica con passione.
C’è da chiacchierare con l’amica di sempre, seduta sui gradini… impossibile leggere una pagina di Irma senza provare un’emozione sincera e profonda.


È tempo di migrare. Migrano le greggi, i popoli, gli uccelli, non i turisti.
Luisa Guarino innesca un bel dibattito e si aggiudica il titolo di Zi’ Ficora della settimana, con una spinosissima paletta come trofeo. Il titolista-provocatore Sandro Russo si becca il Zi’ Fico con relativa paletta.
Sempre lui, Sandro Russo, fa un commento in puro stile cumpagnosky rosso-verde, per dirla alla Sang’ ‘i Retunne.
Dalla Punta Bianca, per fortuna, arrivano giudizi più equilibrati sui villaggi-vacanze; Alessandra Ravenna scrive inoltre che “molti turisti non si aspettano un villaggio vacanze ma l’isola rilassata a ritmi lenti dove godere delle bellezze naturali e dove passare una bella vacanza alla scoperta di ristoranti, boutique e qualsiasi altra attività voglia nascere e crescere nel rispetto del vicino, della legalità e del buon senso. Auguro a tutti una buona fine estate”.
Sante parole; aggiungo che il turista godrebbe anche dei beni storico-archeologici: la Cisterna della Parata, il tunnel di Chiaia …

Se ben comprendo il messaggio di Luisa Guarino (e se non lo comprendo, una paletta di fichidindia anche a me), eterna ragazza con la valigia, il problema non è la migrazione.
Siamo tutti migranti o lo siamo stati, per esigenze professionali, affettive, familiari; la storia di Ponza  insegna che il contributo dei migranti è stato necessario e talvolta prevalente.
E siamo tutti, più o meno consapevolmente, villaggio-vacanzieri: ce lo impongono la durata della vacanza, la “scelta” di certi periodi dell’anno – in molti casi una scelta obbligata -, i circuiti disponibili; la tipologia del villaggio la scelgono le nostre tasche, che ci destinano verso esclusivi resort oppure verso mete low-cost.
Un villaggio-vacanze nasce con una funzione ben definita, con parametri assegnati; i servizi efficienti sono nel suo statuto, definiti in base alla recettività.
Un villaggio-villaggio, nato secoli fa e sviluppatosi gradualmente, i parametri deve assegnarseli, i servizi deve organizzarli, la corretta fruizione delle sue risorse (naturalistiche, storiche, archeologiche) deve programmarla e gestirla; deve farlo nell’interesse del turista ma, prioritariamente, nel suo proprio interesse.

Settembre, andiamo.
C’è tanto da fare, quei due fannulloni di luglio e agosto sono buoni solo ad evidenziare i problemi, mai che ne abbiano risolto uno.
Settembre, andiamo. È tempo di lavorare.

1 Comment

1 Comments

  1. la Redazione

    2 Settembre 2018 at 13:56

    Dall’epicrisi è scaturito uno scambio di opinioni su facebook tra Danilo D’Amico e Rita Bosso.
    Al fine di sgombrare il campo dagli equivoci, ricordiamo che:
    il sito Ponzaracconta è stato fondato da Mario Balzano, Gino Usai, Gennaro Di Fazio, Giuseppe Mazzella, Sandro Russo. I primi tre soci sono usciti da tempo dalla redazione.
    Sono entrati in redazione Luisa Guarino e Rita Bosso e, successivamente: Martina Carannante, Enzo Di Giovanni, Enzo Di Fazio, Rosanna Conte, Silverio Lamonica, Franco De Luca, Maria Gelsomina Califano, Sandro Vitiello.
    Lamonica e De Luca ne sono usciti alcuni anni fa, pur continuando a collaborare; Califano e Carannante ne sono uscite quando sono entrate a far parte dell’amministrazione comunale.
    La composizione attuale della redazione, come si rileva dalla home page, è: L. Guarino (direttore), R. Bosso, R. Conte, E. Di Fazio, E. Di Giovanni, G. Mazzella, S. Russo, S. Vitiello.
    L’associazione culturale Ponzaracconta è presieduta da Enzo Di Fazio. Gli altri soci sono: Luisa Guarino, Martina Carannante, Enzo Di Giovanni, Rosanna Conte, Sandro Vitiello.

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