a cura della Redazione
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Il braccio di ferro che Salvini si è inventato per far vedere quanto è forte ai sempre più deboli italiani che lo seguono, presenta forti ricadute non solo sui migranti prigionieri con l’equipaggio sulla nave Diciotti, ma anche su di noi, visti i costi che affronta la Marina per mantenere la nave in quelle condizioni e con i motori sempre accesi.
Stiamo attenti perché saremo costretti a pagare anche per esserci sottratti a quanto siamo obbligati a fare, considerato che la quota migranti che tocca a noi non è stata nemmeno sfiorata, mentre in altre nazioni europee si è già raggiunto il tetto previsto.
Ma crediamo che i costi più elevati siano quelli morali. Non riuscire a scindere un percorso legale da fare nelle sedi opportune e non facendo dimostrazioni di muscoli in piazza è indice o di ignoranza o di malafede. Ma c’è anche da dire che la nostra coscienza viene deformata da incoscienti battute pubbliche che ignorano i principi della solidarietà e della carità, validi rispettivamente per atei e credenti.
– Giorni fa – riferisce la nostra Rosanna Conte – al banchetto dei biglietti per andare a Frontone sono arrivata mentre parlavano due ponzesi.
– Mi fa paura – diceva l’uno.
– E perché? – chiedeva l’altro.
– Mette la guerra.
Giusto.
Salvini fomenta l’odio e rifiuta i percorsi democratici previsti dai trattati per affrontare il problema. E’ un comportamento da selvaggi da cui prendono le distanze le persone civili. Non è alzando la voce e innescando paure che si risolvono i problemi, ma con il dialogo, l’analisi dei fatti reali, le proposte e le mediazioni, altrimenti smettiamola di dire che siamo civili e progrediti.
E, soprattutto, non facciamo ricadere su coloro che già soffrono ulteriori sofferenze per far vedere che noi siamo diventati forti, perché da che mondo è mondo si fa caciara solo per attirare i gonzi che credono che chi urla più forte ha ragione.
Che i passi giusti vadano fatti nelle sedi opportune e senza ricadute sui migranti imprigionati insieme all’equipaggio lo hanno espresso anche le Associazioni aderenti a “Tavolo Asilo” che ieri hanno inviato al Governo italiano il seguente appello.
“Le associazioni del Tavolo Asilo chiedono con urgenza al Governo italiano di autorizzare lo sbarco delle 150 persone ancora a bordo della nave Diciotti. I migranti soccorsi dalla nave italiana senza ulteriori indugi devono essere messi in condizione di ricevere assistenza adeguata e di beneficiare di tutte le garanzie definite dalla nostra Costituzione, dalla normativa nazionale, comunitaria e dalle convenzioni internazionali, a prescindere dai tempi e dagli esiti della contrattazione politica tra gli Stati Europei. Le risposte dell’Unione europea alla gestione dei flussi migratori, compresi quelli dei minorenni, nel Mediterraneo deve essere richiesta nelle opportune sedi e non attraverso il trattenimento illegale di persone a bordo di una nave”.
A Buon Diritto, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Caritas Italiana, Centro Astalli, CIR, Comunità di S.Egidio, CNCA, Emergency, Médecins du Monde Missione Italia, Mediterranean Hope (FCEI), MEDU, Save The Children Italia, Senza Confine, Oxfam Italia del Tavolo Asilo Nazionale