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Il 24 luglio 1943 è una data storica per noi ponzesi perché ci ricorda l’affondamento del postale e la scomparsa di tutti quei passeggeri, vittime civili innocenti di un evento (la guerra) grande e incomprensibile.
Il loro ricordo si è mantenuto grazie a Mirella, maestra ponzese che con la sua tenacia e caparbietà è riuscita a rendere ogni anno più viva la commemorazione di quel giorno.
Quest’anno la serata a Giancos ha avuto una magia speciale, sarà stata la cornice del porto borbonico o la presenza dell’ammiraglio Pettorino, sta di fatto che è stata una serata bellissima .
Detta così sembra una cronaca semplice di una serata, ma vorrei sottolineare alcune cose che mi hanno colpito.
Prima di tutto il ricordo di tanti anni fa in cui Mirella e Ciccillo invitarono me e Nino Baglio a deporre un ricordo sul relitto del Santa Lucia a Ventotene; insieme ai sub dei carabinieri, diedero questo onore a noi in quanto figli di questa terra.
Dopo la messa sulla nave andammo sul fondo e vedemmo il relitto abbattuto di fianco e deponemmo attraverso un oblò, a mo’ di lettera un cilindro d’acciaio con dentro uno scritto indirizzato a tutte le vittime innocenti, fatto da Salvatore Sandolo ’i panzatuost’ con il suo tornio.
Dalla finestrella dove inserimmo il cilindro d’acciaio si affacciò un branco enorme di corvine di oltre tre kg l’una che ci vennero incontro come per salutarci. Il piacere di quella immersione rimarrà sempre vivo nella mia vita.
Durante la serata tra il “silenzio” suonato dalla banda musicale mentre don Ramon faceva la benedizione della corona di fiori che veniva depositata sul monumento del S. Lucia e le proiezioni di tutte le navi delle compagnie marittime di navigazioni che hanno fatto servizio e gli innumerevoli interventi con la proiezione del film sul Santa Lucia, ne ha fatto una serata veramente piena. E infine l’intervento improvvisato del comandante Pettorino che con la sua semplicità riesce a dire tante cose importanti ma soprattutto una di cui anche io credo fortemente: il fatto che di giovani ponzesi alla cerimonia ce ne stavano pochi.
Bene, questo è il punto! Dobbiamo fare tanto lavoro affinché la nostra storia sia sempre ricordata e tramandata, perché se si perde il nostro passato saremo un paese senza futuro!
I giovani devono essere l’obbiettivo primario di ognuno di noi, genitori e nonni, per far sì che la nostra storia (bella o brutta che sia) non sia dimenticata!
Devo dire che tutto questo lavoro è stato fatto soprattutto da Mirella che sempre con il suo magnifico sorriso non si è mai arresa davanti alle mille difficoltà che trovava nel lungo percorso di cercare la verità sul Santa Lucia… e ci è riuscita! (io personalmente non avevo dubbi, conoscendo la carica di tenacia e forza che ha dentro), infatti da anni, da tanti anni, ogni volta che si parla di elezioni non esito a dire che Ponza ha bisogno di un sindaco donna come Mirella perché ha tutte le capacità di una grande ponzese.
Grazie Mirella per quello che ci hai insegnato con questa storia del Santa Lucia che va oltre le tue capacità di maestra.
Mirella Romano alla cerimonia di Ventotene, il 24 luglio 2018
Sul sito vedi: La tragedia del Santa Lucia su “il venerdì” di Repubblica, pubblicato il 10 agosto 2018
Mirella Romano
20 Agosto 2018 at 22:34
Dopo aver letto l’articolo “Oltre il S. Lucia” di Domenico Musco, sento vivo il desiderio di ringraziare di vero cuore sia l’Autore che la Redazione di “PONZA RACCONTA”, per le profonde espressioni di affetto, riconoscimento e simpatia.