Premessa:
Nessuno si illude che seduti davanti ad un p.c. si possa tentare di risolvere i problemi, per fare questo, voglio assicurare anche Polina, prenderemo delle iniziative concrete, ma la cosiddetta “dialettica” serve a me per far comprendere agli amici di Ponzaracconta, che a Ponza non si possono più dare deleghe in bianco a nessuno; io non l’ho mai fatto, ma è successo a molti per pigrizia o per altro di fare questo grave errore. Il tempo passa ma non invano se cerchiamo di capire appieno la complessità del nostro microcosmo: bisogna essere cauti, riflessivi, organizzati. Agire sul campo per garantire che Ponza abbia una amministrazione va sicuramente bene ma nel contempo bisogna costruire un sistema serio di controllo democratico che non può esistere solo nel contesto maggioranza-opposizione e neanche nello spontaneismo meteoropatico della società isolana, ma deve nascere tra gli uomini e le donne che vivono di cultura, di passioni, di politica, di ideali. Questi uomini e donne (oggi isolati), che vivono nell’isola e fuori dell’isola devono a mio avviso, condividere un unico progetto di sviluppo economico e lo devono perseguire, nel tempo, con iniziative concrete e coerenti.
Caro Gennaro, tu dichiari che il tempo stringe e la diagnosi per te è chiara, io allora accetto questo determinismo clinico ma visto che non c’è stato “consulto” vediamo se condividiamo la stessa diagnosi per proporre tutti insieme e coerentemente la giusta terapia; io provo a delineare la mia che risulterà la sintesi di tutto quello che ho scritto fino ad oggi.
Il Sistema isola è profondamente in crisi!
Dovrei subito dire che la “prognosi” e ancora riservata infatti aspettiamo con ansia la relazione del Commissario per conoscere la reale situazione finanziaria dell’ente e questo è un aspetto che rimane ancora una incognita; poi ci sono tutte le inchieste giudiziarie tutt’ora in corsa: oltre a quelle che riguardano gli ex amministratori anche quelle legate al destino delle attività demaniali, quindi ad una parte fondamentale dell’economia turistica.
LA DIAGNOSI CHE POSSIAMO CONDIVIDERE
Crisi economica:
- una economia turistica troppo intensiva basata esclusivamente sull’ offerta balneare;
- una economia turistica che insegue la domanda e i gusti continentali;
- sfruttamento distruttivo delle risorse ambientali, paesistiche, archeologiche;
- abbandono invernale e conseguente caduta della qualità dei servizi;
- disorganizzazione delle attività commerciali: incapacità di fare sistema;
- difesa ad oltranza delle rendite di posizioni: da una parte crea arricchimento, dall’altra produce redditi di sopravvivenza; disoccupazione giovanile;
- caduta verticale delle attività legate all’edilizia;
- evidente squilibrio economico tra Ponza-centro e Le Forna;
- economia della pesca in grande sofferenza;
- assenza di proposte politiche dei coordinamenti locali dei partiti;
- la cosiddetta filiera governativa non ha funzionato;
- amministrazione comunale incapace di fare sintesi e di guidare lo sviluppo economico;
- amministrazione comunale commissariata;
- assenza di qualsiasi forma di opposizione e quindi di alternativa;
- assenza di classi dirigenti;
- inefficienza della macchina amministrativa;
- perdita dell’identità culturale;
- perdita dell’autonomia scolastica;
- inesistenza di centri ricreativi e culturali;
- museo un magazzino polifunzionale;
- attività sportive improvvisate e senza consenso.
- ambiente naturale ancora da sviluppare;
- l’arcipelago ponziano può fare sistema per un turismo ambientale;
- la vicinanza della Capitale;
- possibilità di sfruttamento di una domanda turistica ambientale;
- la speranza che l’attuale crisi economica e istituzionale abbia inciso positivamente sui cittadini residenti.
- cercare e trovare un Sindaco e/o amministratori amici;
- occupare il potere per continuare a difendere le rendite di posizioni;
- ognuno individua in un problema strutturale la risoluzione chiave di tutti i mali dell’isola ad esempio: i collegamenti ; la costruzione di un porto turistico; oppure l’autonomia scolastica.
- la popolazione oppone una resistenza passiva;
- lo stato predispone azioni di repressione, blitz e sequestri, a cui non seguono politiche di riordino e di coinvolgimento dei residenti: incremento all’abbandono invernale.
- L’Amministrazione e la macchina amministrativa: risanamento-trasparenza-comunicazione-sviluppo economico.
- Organizzazione interna: associazionismo-cooperazione-immagine
- Problemi strutturali: investire per consolidare e migliorare la qualità della vita dei residenti.
- Creare unità e mobilitazione nella residua società;
- Far partecipare alla costruzione del programma le singole parti sociali che sono state sempre incapaci di produrre proposte;
- Fare sintesi e coordinare in un programma di lavoro amministrativo le varie istanze;
- Identificare personalità e capacità per proporli in Amministrazione; queste personalità autorevoli e realmente rappresentative possono emergere ed essere riconosciute come tali dagli altri, solo in un processo attivo che vede le persone incontrarsi, auto-organizzarsi, pensare, proporsi, dibattere, fare sintesi, ricercare l’accordo.
- La modalità della scelta dei candidati e del Sindaco sarà decisa in corso d’opera.
- Costituire una associazione dove amici veri e figli di Ponza residenti e esterni possano realmente contribuire alla rinascita dell’isola;
- I progetti Castalia potranno essere un valido punto di riferimento per un programma di lavoro a lungo termine.
- Ogni città potrà costituire il proprio coordinamento per contribuire a sviluppare i programmi da decidere in assemblea generale da tenersi sull’isola 2 volte l’anno.
A questo punto io chiedo a tutti i lettori di Ponzaracconta di fare un passo in avanti per condividere, criticare, avversare o integrare questa “diagnosi” e le conseguenti linee programmatiche affinché si possa passare all’ azione sul campo per intraprendere l’opera “curativa”.
Vincenzo Ambrosino
Gennaro Di Fazio
1 Dicembre 2011 at 23:32
L’analisi politica, sociologica e organizzativa è buona, spero che adesso si aprano i confronti per le iniziative concrete. Ma come ogni cosa non basta avere buone idee, la difficoltà è farle passare, soprattutto in politica, dove agli interessi a vari titolo si sommano i pregiudizi. Questo, a mio parere, è un punto da prendere seriamente in considerazione; è necessario cioè studiare una strategia che convinga l’elettore che i tempi sono cambiati e che solo con una nuova impostazione programmatica politica e amministrativa si può sperare di uscire dalla crisi locale e non solo.
Ma ci sono i tempi per cambiare la cultura vigente, cioè la mentalità, che esiste sull’isola? E se ci sono quale strategia bisogna adottare e che iniziative intraprendere per cambiarla?
Buon lavoro a tutti!
Gennaro Di Fazio
polina ambrosino
3 Dicembre 2011 at 00:04
Diagnosi condivisa. Come possiamo fare per farla condividere anche alla popolazione?