Seguo con notevole interesse le vicende dell’Istituto comprensivo C. Pisacane e le manifestazioni degli studenti per mantenere l’autonomia scolastica che, a mio avviso, si consolida soltanto se si consolida il legame tra Ponza e Ventotene, accomunate nell’origine e nel loro destino.
Occorre, a questo punto, che le autorità preposte si muovano sul piano della normativa:
1) Il Commissario Prefettizio del Comune di Ponza, di concerto con il Dirigente Scolastico dell’ Istituto Pisacane, dovrebbe investire del problema l’Associazione dei Comuni delle Isole Minori (credo che sia ancora operativa) perché nelle scuole di altre isole minori esisteranno situazioni analoghe e molto limitate di numero, per cui il Ministero dell’ Istruzione, Università e Ricerca potrebbe concedere la deroga dell’autonomia con 300 alunni, anziché 400 o 500. Anche perché le piccole isole (in questi casi rarissimi)si trovano in una situazione molto diversa dai comuni di montagna che, bene o male, sono più facilmente raggiungibili.
2) Occorre riaggregare le scuole di Ponza e Ventotene in un unico Istituto, come avveniva anni fa. Io trovo interessante che gli amministratori locali, da qualche decennio a questa parte, si scambiano la cortesia di presenziare alle rispettive feste patronali, sfilando solennemente in processione, seguiti dai rispettivi concittadini. Allo stato attuale tali manifestazioni assumono una caratteristica di mera facciata, perché questo senso di appartenenza alle comuni radici isolane e campane dovrebbe essere strasfuso in tutti gli altri settori della vita civile dei due comuni; del resto da qualche anno esiste anche la “Comunità dell’Arcipelago delle Isole Ponziane”. In tal modo, trattandosi delle scuole di due piccole isole, non di una sola e appartenenti ad una medesima Comunità, sarebbe più facile dimostrare la complessità dell’Istituto comprensivo isolano (e il numero degli alunni già sfiorerebbe i 400, come l’attuale normativa richiede). Del resto le due isole hanno in comune i collegamenti marittimi, un settore di vitale importanza, che potrebbe essere meglio tutelato, a vantaggio degli isolani, qualora ci fosse la perfetta sintonia e coesione tra ponzesi e ventotenesi. Sta poi alla professionalità dei docenti approntare progetti comuni validi e interessanti, tali da coinvolgere in modo proficuo le scolaresche sul piano educativo e didattico e gli attuali mezzi multimediali facilitano enormemente il conseguimento di tali finalità.
3) Sono indispensabili progetti rivolti al mondo degli adulti. Mi è stato riferito che delle richieste ci sono state da parte dell’Istituto ma senza un esito positivo. Però quelle richieste erano corredate dalle domande degli adulti che intendevano frequentare determinati corsi? A Ponza ci sarebbe la possibilità di istituire un corso per cittadini comunitari ed extracomunitari che intendono perfezionare la lingua italiana e un altro corso rivolto a chi aspira a conseguire il diploma di ragioneria. Ma prima della richiesta da parte dell’Istituto, occorre la domanda pressante da parte degli interessati. In questo modo il numero degli alunni lieviterebbe, ma soprattutto la scuola assumerebbe una funzione ancora più preziosa, perché diventerebbe un importante luogo di aggregazione tra i cittadini in un lembo di terra in cui ciascun abitante è isola in un’isola. Tra dicembre e gennaio, di solito, ci sono le iscrizioni ai vari ordini di scuola: ora è il momento opportuno di definire un’apposita strategia in proposito.
4) Il Commissario Prefettizio e il Dirigente Scolastico, congiuntamente, dovrebbero riunire gli operatori economici locali, chiedendo loro di finanziare eventuali progetti rivolti all’arricchimento dell’offerta formativa, istituendo anche delle borse di studio per coloro che hanno frequentato con profitto lusinghiero l’intero corso di ragioneria sull’isola, in maniera tale da limitare l’emorragia di alunni verso le scuole di Formia e altre località limitrofe. Solo la solidarietà ci può salvare da una fine ingloriosa; del resto donazioni del genere dovrebbero essere defalcate in sede di dichiarazione dei redditi. (Tempo fa invitai “Ponza Racconta” a istituire un premio, anche una semplice targa, per i migliori elaborati degli alunni nei vari ordini di scuola e su varie tematiche, sarebbe anche un’ottima opportunità per avvicinare i giovani a questo sito e, di conseguenza, al mondo di “noi adulti”).
5) Occorre una maggiore collaborazione da parte dei genitori nei confronti della scuola: perché irrigidirsi nella sterile polemica del “tempo pieno si e tempo pieno no”, rendendo la vita difficile al dirigente e ai docenti? Ma non sarebbe più salutare per gli alunni trattenersi di più a scuola, socializzando maggiormente con i compagni e con gli operatori scolastici, anziché tenerli a casa, inebetiti davanti allo schermo televisivo e ad altre infernali macchine della tecnologia moderna? La scuola, rispetto alle famiglie, è più attrezzata ad educare i minori nell’uso dei mezzi multimediali.
In sostanza un corso di aggiornamento per genitori non guasterebbe.
Probabilmente quanto ho esposto è una mera utopia, ma pretendere di conservare sic et simpliciter la dirigenza scolastica a Ponza, e in senso lato l’enorme patrimonio culturale delle isole ponziane, senza darsi da fare è un’utopia ancora maggiore.
Silverio Lamonica
Gennaro Di Fazio
27 Novembre 2011 at 23:02
Ho molto apprezzato questo articolo in quanto in poche righe Silverio Laconica riesce non solo ad analizzare il problema dal punto di vista sociologico e tecnico, ma anche ad essere proposito per una eventuale soluzione. Prendo spunto da queste analisi per allargare il discorso e pormi alcune domande che spero possano servire da stimolo per altri interrogativi. Intanto sarebbe molto opportuno sapere se questa legge sul dimensionamento scolastico è passata sopra la testa di tutti e tutto o se invece c’è stata indifferenza e/o incapacità di qualche rappresentante istituzionale o politico che sapeva o che addirittura era stato informato affinché esprimesse la sua considerazione. Nel primo caso l’ atteggiamento dello Stato è stato alquanto arrogante, al limite della democrazia; nel secondo caso invece stiamo di fronte, usando un eufemismo per evitare volgarità, alla mancanza di etica professionale e/o politica. Ma questa situazione purtroppo non è solo legata alla questione scuola, ma anche ai collegamenti, alla sanità, ai contributi, alle sovvenzioni e a tante altre cose, perché ormai Ponza, così come tutte le piccole isole e i piccoli comuni, è stata dimenticata nel nome del profitto e della economia selvaggia, ma soprattutto non siamo più considerati dai politici per due motivi fondamentali:
1) – Per quanto voti possiamo esprimere, rappresentiamo “un isolato di un quartiere di Roma”;
2) – Con l’attuale legge elettorale, con le liste bloccate, i politici non li scegliamo noi, ma i segretari di partito, pertanto il nostro consenso è solo sul sì o sul no ma non su chi, conseguentemente il politico deve dar conto non più all’elettorato ma chi gestisce le liste.
Con una situazione del genere sembra che siamo incatenati, ma come ogni cosa c’è sempre uno spiraglio. Silverio Lamonica ne ha trovato qualcuno per la grave situazione scolastica isolana; attiviamoci dunque per trovarne degli ulteriori per le altre grandi criticità ponzesi, sapendo però che la lotta è dura e che, in funzione del concetto che si ha della società, è sempre più difficile essere considerati. Pertanto, in relazione a questa piccola analisi e a ciò che sta succedendo sull’isola, oggi più che mai Ponza necessita di collaborazione tra più parti e a vari livelli di intelletto e sensibilità, cioè dobbiamo sapere lavorare di cuore e di mente al di là delle vecchie contrapposizioni ideologiche e politiche, e soprattutto dubitare di tutti quelli che stanno lavorando solo sottobanco in quanto una tale strategia politica non solo non favorisce la produzione di idee, ma rischia di incentrare il programma elettorale, quindi il prossimo futuro di Ponza, sugli interessi di quei pochi “carbonari”.
Gennaro Di Fazio