segnalato da Rita Bosso
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Ringrazio DOPPIA VOCE Edizioni che ha concesso di condividere su Ponzaracconta alcuni articoli tratti dalla rivista SCIENZA E….
La rivista tratta vari temi; nella sezione AMBIENTE si parla spesso di piccole isole. E’ diretta da Pietro Greco, giornalista scientifico, divulgatore, scrittore; ha condotto il programma radiofonico Radio3 Scienza.
Nell’articolo, pubblicato sul numero di febbraio di SCIENZA E…, l’autore Ugo Leone espone qualche perplessità sull’uso del comparativo: preferirebbe “piccole isole”, “minore” rimanda a un termine di paragone. Non sono piccoli i numeri né, tantomeno, i problemi.
Grande è la bellezza di queste terre, immensa la fragilità: ad esse alludono le foto che ho scelto a corredo dell’articolo.
Dai grandi problemi possono tuttavia scaturire soluzioni geniali. I mutamenti climatici potrebbero portare alla scomparsa di alcune isole, inghiottite dal mare; su Ponzaracconta si discute invece quotidianamente della scomparsa dell’isola-comunità, non certo dovuta allo scioglimento dei ghiacciai e all’innalzamento del livello del mare. La conclusione dell’articolo di Ugo Leone merita qualche riflessione:
“Il grande arcipelago delle piccole isole con la loro natura e cultura, costituisce un bene comune. Cioè un bene che è patrimonio di tutti, ma del quale nessuno può pretendere l’esclusiva.”
Rita Bosso
Piccole ma non minori
di Ugo Leone
Minori è l’aggettivo col quale ricorrentemente si definiscono le piccole isole. Ma minori e piccole non sono l’uno sinonimo dell’altro.
Esiste perfino una associazione, l’ANCIM (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori), fondata ufficialmente l’8 giugno 1986 all’isola del Giglio. Rappresenta 36 comuni nei quali sono residenti oltre 200.000 persone che, poi, diventano milioni durante la stagione estiva.
L’obiettivo è:
superare l’emarginazione;
superare i gap legati all’insularità: scuola, sistema socio-sanitario, infrastrutture (materiali e immateriali), trasporti;
superare la prassi di uno sviluppo incentrato quasi esclusivamente sul turismo attraverso la valorizzazione delle tradizioni socio culturali e dei prodotti tipici di qualità;
superare le azioni di sviluppo frazionate nelle 36 realtà comunali per ricuperare la forza di un agire comune e di un agire integrato.
L’esistenza di questa associazione e degli obiettivi che si pone mi fa ancora di più dubitare sulla correttezza dell’uso dell’aggettivo “minori”. Oltre tutto mentre piccolo è un aggettivo che consente di inquadrare abbastanza rapidamente ciò di cui si vuole parlare più difficile è che ciò avvenga con l’aggettivo minori.
Se parlo di una piccola isola è abbastanza evidente che non mi riferisco alla grande (o grossa?) Gran Bretagna, né mi riferisco alle più piccole ma enormemente più grandi Sicilia, Sardegna, Corsica, tanto per restare nel Mediterraneo che ci è più vicino. Mediterraneo nel quale di isole se ne contano 190 le cui dimensioni variano dai 25.460 chilometri quadrati della Sicilia ai 5,8 di Tavolara, Levanzo e Ano Koufonisi. Volendo potremmo addirittura stabilire una dimensione in chilometri quadrati al di sotto della quale considerare piccole le isole che non la superano. Se la ponessimo a 50 kmq potremmo dire che 76 sono più grandi e le restanti 114 piccole.
Ma non mi verrebbe mai in mente di definirle maggiori e minori.
Volendo continuare di questo passo non si può fare a meno di ricordare che, come ci suggeriva nel 1973 Ernst Friedrich Schumacher, “piccolo è bello” (Piccolo è bello. Uno studio di economia come se la gente contasse qualcosa – Ugo Mursia Editore, Venezia).
E, volendo associare questa affermazione alle isole come negarne la validità per le piccole Eolie, per esempio, e per le piccole isole del golfo di Napoli? Le quali tutte lo sono “piccole e belle” tanto da essere riconosciute come patrimonio dell’Umanità le prime e lavorare seriamente all’ipotesi di questo riconoscimento l’isola di Ischia.
Tuttavia si insiste a ritenere minore sinonimo di piccolo. Anche a livello “istituzionale”.
È, per esempio il caso del Comieco (Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) che il 17 giugno del 2017 in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile ed Esa spa (Elbana Servizi Ambientali), con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e del Parco dell’Arcipelago Toscano, ha organizzato a Portoferraio, sull’isola d’Elba la prima edizione degli Stati Generali delle Isole Minori per la Raccolta Differenziata di Carta e Cartone.
Il motivo di questo evento è stato visto nella considerazione che in Italia «sono 30 le isole minori, autentici scrigni di bellezza che durante la stagione estiva vedono moltiplicarsi le presenze. Ne conseguono, spesso, problemi ambientali quali l’aumento esponenziale dei rifiuti. Si tratta di ecosistemi particolarmente fragili, dove risiedono complessivamente circa 200 mila abitanti distribuiti in 36 Comuni: lo 0,3% della popolazione nazionale sullo 0,3% del territorio nazionale».
Un’occasione per presentare anche il Manifesto per le Isole Minori. Ma soprattutto per presentare lo studio della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che ha analizzato le modalità di gestione dei rifiuti urbani nelle isole “minori” italiane, valutandone le problematiche e individuando possibili soluzioni di miglioramento della raccolta differenziata, in particolare della carta e del cartone.
«Le Isole Minori – ha osservato Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – registrano mediamente quote di raccolta differenziata inferiore rispetto alla restante parte del territorio. Tuttavia, si riscontrano anche situazioni di eccellenza, come ad esempio il 73% dell’isola di S. Antioco, il 69% di La Maddalena e il 66% di Procida. Quindi è possibile ottenere risultati importanti anche in queste realtà. Ciò dimostra che anche nelle Isole Minori esiste un significativo margine di crescita della raccolta differenziata e del riciclo. Questo richiede politiche di sostegno, investimenti e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti».
La ricerca svolta dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile individua misure mirate a raggiungere questo risultato. Secondo la ricerca occorrono investimenti che tuttavia saranno ripagati da minori costi e maggiori introiti. Raggiungere il 65% di raccolta differenziata consentirebbe, infatti, di risparmiare per mancato smaltimento fino a 3 milioni di euro l’anno per tutte le comunità isolane. Incrementare il compostaggio porterebbe risparmi fino a 4 milioni di euro l’anno e i benefici derivanti dal maggior riciclaggio della carta arriverebbero fino a 2,4 milioni di euro l’anno.
http://www.doppiavoce.com/scienzae/2018/febbraio-2018/97-piccole-ma-non-minori
arturogallia
4 Maggio 2018 at 19:04
È un problema puramente di lessico italiano, sull’ambiguità del termine minore. Nella letteratura anglosassone (e non solo) si usa il termine small islands.