la Redazione
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Le isole sono da sempre luoghi ideali, simboli della mente.
Quando dal mare appare la sagoma di un’isola, eccola divenire luogo dell’anima;
giunti sotto costa le rocce e le rupi sporgenti ci ispireranno timore e meraviglia.
Sbarcati a terra ci sentiremo raccontare
dagli isolani fiabe e leggende aventi per tema cose tremende o fantastiche…
(da In viaggio nell’Arcipelago Pontino, di Folco Quilici)
E’ morto stamattina, all’ospedale di Orvieto, all’età di 87 anni l’ultimo dei grandi documentaristi italiani.
Amato e conosciuto a Ponza, l’isola gli aveva tributato la cittadinanza onoraria quattro anni fa, su iniziativa dell’allora sindaco Vigorelli.
Il suo legame con la nostra isola risale agli anni della giovinezza.
Così scriveva pensando alle nostre isole:
A primavera, l’attesa è risvegliata dal desiderio di rimetter la barca in acqua, arrivare alle Pontine quando al profumo del mare s’aggiungono gli odori di terra, quando le isole sono verdi, i fiori e i germogli addolciscono l’aria. Non ricordo un anno in cui io non abbia sentito quest’urgenza di mare, inizio di un’altra estate, che si prolungherà sino ai colpi di maestrale dell’autunno inoltrato. Forse questo mio identificare il desiderio di mare con le Pontine – pur avendo visitato tante isole del mondo – non è solo per la loro bellezza, sopra e sott’acqua, ma perchè questo è stato il mio primo arcipelago…
Scrittore, naturalista e divulgatore è ricordato soprattutto per i suoi tanti film dedicati al rapporto tra l’uomo e il mare. Indimenticabile il lungometraggio “Sesto Continente” girato con Sìlverio Zecca, sub ponzese, figura epica delle immersioni degli anni 50 (leggi qui)
La notizia della scomparsa di Folco Quilici è riportata da tutti i quotidiani. Riprendiamo alcuni degli articoli pubblicati.
– da La Repubblica che contiene anche una bella serie di sue fotografie:
E’ morto Folco Quilici, l’ultimo dei grandi documentaristi
– da il Corriere della Sera:
E’morto Folco Quilici, il grande documentarista che insegnò agli italiani a guardare oltre l’orizzonte
– da Il Messaggero:
La morte di Folco Quilici, lutto a Ponza: era cittadino onorario
Franco Zecca
24 Febbraio 2018 at 19:57
Lo ricordo dai tempi in cui mia nonna (‘a zi’ Capozzi) servendogli a tavola ‘nu piatt’ ‘i rutunne arrustute lo chiamava ‘u gentilomme e lui per rispetto la chiamava donn’ Antonietta.
Erano gli anni ’50 e lo si vedeva spesso per i mari di Ponza.
Era effettivamente un gentiluomo, sempre disponibile, sorridente, affabile ed anche spiritoso nei suoi racconti di mare che lasciavano di stucco chi lo ascoltava.
Era corrispondente del settimanale “EPOCA” e quando citò in un suo articolo il ristorante di mia nonna lo “Zì Capozzi” tutti in famiglia ne andammo molto orgogliosi e riconoscenti per averci fatto conoscere in campo nazionale.
Considerava le nostre come le isole più affascinanti del mondo dopo quelle della Polinesia e forse non molti sanno che le nominò “Pontinesia”, le rispettava e le ha fatte conoscere nella loro bellezza a tutto il mondo, frequentandole fino a qualche anno fa.
Che Dio l’abbia tra i suoi “inviati speciali” anche nell’aldilà.
Adriano Madonna
25 Febbraio 2018 at 05:23
Ho appreso dal telegiornale della morte di Folco Quilici e ne sono rimasto addolorato e stupito, perché certi personaggi sembra che non debbano scomparire mai.
Lo conoscevo da tanti anni: io ero redattore del periodico “Il Subacqueo”, lui aveva il suo studio a Roma, dove curava la realizzazione dei suoi documentari e la stesura dei suoi libri unici straordinari, dei quali qualcuno mi regalò.
Un giorno di tanti anni fa andai ad intervistarlo e simpatizzammo. In quell’occasione e in altre mi raccontò in particolare della Polinesia, di quelle isole dove era stato, e in particolare mi parlò di Teura e Maurù, un ragazzo e una ragazza di Bora Bora sui quali aveva scritto uno dei suoi servizi giornalistici più belli.
Ci siamo sentiti al telefono per tanti anni, anche se non con continuità, e di tanto in tanto ci siamo incontrati grazie a manifestazioni sul mare e presentazioni di libri che organizzava Luca Sonnino presso la Libreria del Mare di Via di Ripetta, a Roma. Purtroppo, anche Luca non c’è più da qualche anno.
Sono d’accordo nell’affermare che Folco era un gentiluomo e ne aveva lo spirito e l’atteggiamento, con modi sempre garbati e affabili con chiunque.
I suoi viaggi sono stati la sua vita e anche la nostra, quella di chi per passione e per professione ha legato la propria esistenza al mare e lui del nostro mare è stato il più accorato cantore.