di Silverio Lamonica
Ho letto il commento accorato di Martina in merito alle gravi disfunzioni dei collegamenti marittimi tra la nostra isola e il continente. Per focalizzare meglio l’argomento, di importanza vitale per la nostra isola, consentitemi un breve excursus storico.
Nei lontani anni ’50 del secolo scorso, l’allora SPAN mise sulla linea Ponza Formia il Gennargentu, una nave a carbone che dopo tre ore di navigazione, oppure cinque ore con il “giro di Ventotene”, ti tingeva inesorabilmente gli abiti, le mani e la faccia di nero. Allora ci fu una manifestazione di protesta al molo Musco, all’attracco nella nave. Dopo che la cima del canapo, lanciata da un marinaio di bordo, raggiunse il molo, Ciro Cuono, soprannominato amichevolmente “Girotto ‘u Pazzo”, per il suo fare garibaldino e irruento, raccolse la cima e la ributtò in mare, in segno di protesta. Immediatamente intervennero i carabinieri che catturarono Girotto e lo portarono in camera di sicurezza, mentre i suoi amici che prima lo avevano baldanzosamente fiancheggiato e “insufflato”, si squagliarono all’istante. E il Gennargentu continuò imperterrito, per alcuni anni, ad affumicare i malcapitati passeggieri.
Da allora non ci furono altre manifestazioni in merito ai collegamenti, se si esclude una nella prima metà degli anni ’80, di cui il sottoscritto – allora militante P.C.I. – fu tra i promotori. Ma si trattava di una manifestazione per far sì che i nuovi mezzi della classe “Quirino” restassero sulla linea Ponza- continente. Occupammo la nave Vesta, attraccata all’attuale banchina Santa Lucia, come atto dimostrativo. Solo dopo diverse ore scendemmo dalla nave, sollecitati dall’amico Peppe De Gaetano, il quale ci avvisò che potevamo essere denunciati per interruzione di pubblico servizio. Fatto sta che furono presi tutti gli accorgimenti affinché le nuove navi avessero un attracco sicuro a Ponza anche nel caso di consistenti “levantate”. Spiace ricordare che quella manifestazione non fu gradita sia dal parroco che dal sindaco pro-tempore, perché – col senno di poi – non fu concordata con loro.
Alla luce di ciò che ho ricordato, è facile intuire la causa dei gravi disservizi.
Negli anni ’50, pur essendo presenti a Ponza le sezioni dei partiti di maggioranza e opposizione della prima Repubblica, mancò da parte loro una benché minima azione politica per migliorare i collegamenti marittimi.
Fino agli anni ’80 un barlume di attività politica a Ponza c’era, anche se per i problemi comuni, mancasse una certa sintonia tra chi amministrava e chi era all’opposizione.
Oggi l’attività politica a Ponza è monopolio dei partiti “di governo”: Forza Italia, Lega, e soprattutto Fratelli d’Italia, in perfetta sintonia coi partiti che governano la Regione Lazio (da cui appunto dipendono le linee di comunicazione) e lo Stato. E il cittadino comune si chiede: “Ma comm’è? Songh’ tutt’ d’u buttone e pe gghì a Formia ci amma accuntantà ‘i mezza carretta?”
La risposta è ovvia: a Ponza non solo si sono eclissati i partiti di opposizione, ma la stessa minoranza consiliare è evaporata.
Non c’è più nessuno che possa suggerire ai consiglieri di opposizione in Regione di interrogare l’assessore ai trasporti sul perché accade un tale scempio. A quanto ammonta la sovvenzione regionale? Quali sono i fantomatici bilanci pubblici di quest’altrettanta fantomatica società di navigazione? Senza costringere un ormai ottantaquattrenne come me, oltretutto con problemi di cataratta, a fare ricerche in internet per venire a capo di qualcosa!
Se non esiste più un’opposizione consiliare, chi deve spronare il sindaco a farsi sentire in Regione e al Ministero? (Anche se Salvini, ministro delle infrastrutture “è in tutt’altre faccende affaccendato”)
Concludo con un appello a Martina e a tutti i giovani ponzesi di continuare ad occuparsi dei problemi sociali, con passione sempre maggiore. Di essere fieri delle proprie idee e di manifestarle liberamente, ridando vitalità ai vari schieramenti politici, facendo in modo che scaturiscano idee e proposte costruttive a vantaggio della collettività, evitando processi e condanne per chi amministra o governa, ma spronandoli a fare sempre meglio.

Fausto Balzano
1 Aprile 2025 at 15:07
Completo il resoconto del caro Silverio, che condivido totalmente, al quale, dal mio personale punto di vista, aggiungerei qualcosa.
Il “qualcosa” è questo: dei disservizi che la Laziomar sta mettendo in atto nei confronti dei ponzesi se ne parla ampiamente sia in paese sia sugli Organi di stampa, ma come mai nessuno, specie fra gli Organi preposti al controllo, vede o segnala nulla?
A me sembra molto strano anche perché oggi, quando internet e linee telefoniche funzionano, le notizie non circolano ma volano. Ebbene, se queste segnalazioni vengono effettuate, perché la Magistratura, che tanto solertemente interviene su questioni a volte irrilevanti, se non risibili, invocando l’obbligatorietà dell’azione penale, non interviene? Forse i disagi dei ponzesi non costituiscono illeciti penalmente rilevanti? Dal punto di vista contabile non si configura danno erariale?
Non è forse vero che la Laziomar percepisce fondi per offrire un servizio e non certo per creare disservizi?
Dal punto di vista amministrativo il non rispetto di clausole contrattuali non comporta l’applicazione di sanzioni se non la revoca del contratto. La Regione di fronte a tali situazioni come si pone?
Altra considerazione terra-terra: ma le navi che hanno una quarantina d’anni non potrebbero essere ammodernate e/o rese più confortevoli in base agli standard europei per il trasporto passeggeri visto che quelle che oggi navigano sono più lente e meno confortevoli delle vecchie unità come il Falerno, l’Isola di Ponza, l’Isola di Procida, il Tragara ecc.?