proposto da Luigi Narducci del “Gruppo Dialettica”
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Una considerazione sulla guerra, su tutte le guerre, legata all’attualità che stiamo vivendo.
Sulla Manifestazione convocata da Serra il 15 marzo
Zagrebelsky l’aveva definita una manifestazione pre-politica, senza intento offensivo, e condivido questa lettura. La stragrande maggioranza delle persone in piazza non aveva un preciso obiettivo politico. Quello che ha portato le persone, i cittadini, tanta brava gente in piazza è stata, a mio avviso, la paura. La paura nel sentirsi soli nel momento in cui si ha la sensazione che stia crollando ciò di cui in parte abbiamo goduto e soprattutto ciò che abbiamo pensato come possibile. Io non ero in nessuna delle manifestazioni organizzate a Roma, per una scelta politica, ma comprendo lo stato d’animo della stragrande maggioranza di quelli che erano a Piazza del Popolo e condivido quelli che erano a piazza Barberini (alla manifestazione antimilitarista, convocata in contemporanea – ndr). Non condivido le posizioni dei guerrafondai e di quelli che hanno bruciato le bandiere. Anche io temo per il futuro del progetto europeo, minacciato da interessi nazionali mai superati, austerità, riarmo, guerra e dall’avanzata delle destre.
Per questo, parlando con un’amica di Costituente Terra, ho riflettuto sul fatto che forse sarebbe stato meglio partecipare a Piazza del Popolo in modo organizzato, per ribadire la necessità di un’Europa più solidale, democratica e pacifista, contestando sul posto gli interventi contrari a questa visione. Bisognava esserci per dire in piazza che non bisogna assecondare la paura, ma ragionare e dialogare.
Parafrasando Scurati: la pace è sempre lotta per la pace.
Chapeau a Zagrebelsky!
