proposta da Enzo Di Fazio
Uno dei vantaggi dei cellulari, uno dei pochi di quelli utili e piacevoli, è la comparsa tra le notizie, le pubblicità, i messaggi di cui veniamo continuamente tempestati, di qualche video interessante.
Non ne conosco bene i meccanismi, ma ritengo – come da opinione diffusa – che a muoverli siano le interrogazioni o le ricerche che facciamo abitualmente attraverso il motore di Google.
Così poco fa, in occasione di una delle tante consultazioni che d’abitudine faccio, mi è capitato sotto gli occhi un video del 2018 tratto dalla trasmissione Cavalli di battaglia condotta da quell’istrionico attore che è stato Gigi Proietti.
Si tratta della recitazione, in una versione leggermente abbreviata, della Ninna nanna de la Guerra di Trilussa, pseudonimo di Carlo Alberto Camillo Salustri (Roma 1871 – 1950), poeta, scrittore, giornalista, dicitore tra i più amati soprattutto per le sue poesie in romanesco.
Con un linguaggio arguto, appena increspato dal dialetto borghese, Trilussa ha commentato circa cinquant’anni di cronaca romana e italiana, dall’età giolittiana agli anni del fascismo e a quelli del dopoguerra. La corruzione dei politici, il fanatismo dei gerarchi, gli intrallazzi dei potenti sono alcuni dei suoi bersagli preferiti (da Wikipedia):
Ninna nanna si annovera tra le poesie di satira politico-sociale. Scritta nel 1914 la trovo sbalorditivamente attuale per il difficile momento politico globale che stiamo attraversando.
Per questo motivo e per un simpatico omaggio al carissimo Gigi Proietti, tra l’altro indimenticabile cittadino onorario della nostra isola, mi piace condividerla con i nostri lettori

Questo il testo originale
Ninna nanna de la Guerra
di Trilussa
«Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.
Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!»
NdR: Scritta all’inizio della prima gurra mondiale, la composizione di Trilussa si differenzia dal consueto stile ironico e bonario del poeta romano ed è una vera e propria invettiva. La ninna-nanna ebbe successo immediato e diventò una canzone popolare soprattutto a Torino. Il testo della poesia era stato pubblicato dai giornali socialisti piemontesi durante la guerra; il 9 gennaio 1921 fu ripreso da “L’Ordine Nuovo” di Antonio Gramsci, con una nota di Palmiro Togliatti che ne confermava l’ampia diffusione almeno a partire dal 1917 (da Wikipedia)
