di Francesco De Luca
Fra le personalità che nel dopo-Sandolo (Amministratore a Ponza dagli anni ’50 fino agli anni ’70 ) hanno dato lustro all’isola con interventi migliorativi della vita isolana, ce n’è una che è rimasta nell’ombra.
Ho incontrato il suo nome spesso nel libro ‘Fogli Sparpagliati’ di Ernesto Prudente e sono stato avvolto dal rammarico. Per cui voglio subito rimediare parlando di lui e dei meriti per i quali esige ricordo.
Si tratta di Gabriele Panizzi. Grande amico di Ernesto che me lo presentò e col quale allacciai relazioni amicali.
Gabriele Panizzi (foto da Wikipedia)
Nel libro Ernesto lo cita per episodi accaduti a Palmarola. Io lo porto in evidenza per i numerosi e rilevanti interventi che promosse in qualità di Presidente della Giunta Regionale del Lazio.
Presentato così sembra che gli si debba un ricordo quale ringraziamento personale per gli interventi pubblici che realizzò nelle isole ponziane e… non sarebbe giusto. Quasi fosse un grazie! No, Gabriele portò nella Regione Lazio le ragioni dei Comuni lasciati fino ad allora in stato ancillare nei confronti delle città. Con Gabriele noi Ponziani abbiamo raggiunto l’equiparazione nei diritti coi cittadini di Roma, Latina e via dicendo.
Su questo Sito ha esposto diffusamente le iniziative legislative da lui promosse per le ‘isole’, Vincenzo Ambrosino (novembre 2013) ma, alla luce delle esperienze degli ultimi anni, l’idea politica che sosteneva Panizzi in merito all’eguaglianza dei cittadini di fronte alle Istituzioni era rivoluzionaria nella sua semplicità.
Non è il ‘criterio numerico’ a prevalere (i Comuni più popolosi sono da privilegiare), né quello ‘economico’ (i Comuni più ricchi), né quello ‘culturale’ (i Comuni più significativi storicamente), no, il criterio politico è quello della pariteticità.
Non solo. Panizzi unì questo principio ad un altro, oggi abbondantemente negato: tutto quello che diceva, si impegnava a realizzare. Nessuna promessa parolaia gli può essere contestata.
Ne parlo come se gli dovessi qualcosa, ed è così infatti. Panizzi merita la riconoscenza dei Ponziani. Di più dei Ponzesi.
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