segnalato da Sandro Russo con due brevi articoli da la Repubblica, di Vittorio Lingiardi e Alberto Crespi
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Fresco di un viaggio a Itaca non potevo non andare a vedere l’ultimo film uscito su Ulisse – non solo a Itaca, anche a Cefalonia, tutto parlava di Ulisse, dal genius loci agli haïku – Itaca, il ritorno, di Uberto Pasolini, regista e attori eccellenti, addirittura Juliette Binoche, mio grande perduto amore di altri tempi; con Ralph Fiennes avevano già girato insieme Il Paziente Inglese, film pluripremiato agli Oscar (1).
Mi era stato segnalato da Anna Brunetti (Gruppo Marrakesh): “Ho appena visto Itaca-il ritorno, di Uberto Pasolini. Senza dei, solo l’uomo e i mali delle guerre…
Antieroico, intenso”. E da Teresa Denurra, amica sarda, che mi segnalava la breve recensione di Vittorio Lingiardi (riportata qui di seguito).
Mi chiedevo, mentre andavo al cinema, cosa spinge a vedere un film di cui si conoscono la storia, la trama e il finale. Mi sono risposto che è la situazione ideale, in cui ci si può concentrare sul messaggio profondo del film, sulle emozioni che suscita. Non sono stato deluso. Confesso che la scena più intensa è stata quella dell’incontro con cane Argo. A Ponza ho conosciuto intere progenie di cani che si chiamavano Argo…
Odissee affettive
di Vittorio Lingiardi – dal Venerdì del 7 febbraio 2025
L’Odissea è un poema archetipico che ci abita. Un patrimonio dell’umanità che dall’antichità ha raggiunto il nostro immaginario – avventuroso, erotico, guerresco, favoloso – percorrendo diverse strade.
Una è la lettura scolastica del testo omerico. Alle medie, nell’ora di “epica”, lo leggevamo ad alta voce. Ricordo ancora il confronto tra la traduzione del Proemio di Pindemonte – “Musa, quell’uom di multiforme ingegno dimmi, che molto errò” – e quella di Rosa Calzecchi Onesti – nome triplice che da ragazzo ripetevo affascinato, come fosse una creatura composita, fata e strega della lingua – “L’uomo ricco d’astuzie raccontami, o Musa, che a lungo errò” -.
Un’altra strada è quella pittorica, infinite le tele a soggetto omerico. E naturalmente quella cinematografica, iniziata nel 1911 con l’opera muta di De Liguoro, poi Camerini nel 1954 con Kirk Douglas e Silvana Mangano.
La “mia” Odissea fu la grande produzione televisiva del 1968 (2), ogni puntata introdotta da Ungaretti, Bekim Fehmiu come Ulisse e Irene Papas come Penelope. Per il 2026 è annunciata un’Odissea di Christopher Nolan. E ora Uberto Pasolini (il magnifico regista di Still Life) porta al cinema gli ultimi libri del poema omerico con il film Itaca. Il ritorno, che appunto racconta la fine del viaggio di Ulisse, che qui è Ralph Fiennes, Juliette Binoche è Penelope.
La particolarità del suo film è l’assenza delle divinità, la restituzione nuda della vicenda umana, narrata dalla prospettiva di ciascuno, compreso il disturbo post traumatico del reduce di guerra. Un’Odissea soprattutto affettiva, senza creature mitologiche, una trama familiare di lontananza, fedeltà, stanchezza, tenacia, conflitto, colpa. Sono passate settimane da quando l’ho visto e spesso mi visitano un’inquadratura, un dialogo.
«Il mito continua a nutrirci» – ha dichiarato il regista. Vale sia per Omero sia per il cinema.
“Itaca. Il ritorno”, Ulisse e il mito che non tramonta mai. La recensione di Alberto Crespi
di Alberto Crespi da la Repubblica del 30 gennaio 2025
Per qualunque italiano che fosse vivo e senziente alla fine degli anni 60 Ulisse e Penelope saranno per sempre Bekim Fehmiu e Irene Papas. Parliamo dell’Odissea di Franco Rossi, uno degli “sceneggiati” leggendari della migliore Rai mai esistita, che nel 1968 andava in onda mentre nei cinema c’era 2001 Odissea nello spazio. Il mito del ritorno dell’eroe non passa mai di moda, e lo testimonia il fatto che anche Christopher Nolan stia lavorando a una sua versione (“la racconterà al contrario? Ulisse torna a Itaca e solo dopo parte per Troia? Vabbè, scherziamo”). È quindi legittimo, e molto affascinante, che esca ora Itaca. Il ritorno diretto da Uberto Pasolini, regista italianissimo attivo soprattutto in Gran Bretagna e autore di film diversi fra loro quali Machan e Still life. E stavolta Ulisse è Ralph Fiennes, in un ruolo assai differente rispetto a Conclave, mentre Penelope è la sempre splendida Juliette Binoche.
Note (a cura della Redazione)
Immagini di copertina e nel testo: Ralph Fiennes (Ulisse) e Juliette Binoche (Penelope) nel film Itaca. Il ritorno di Uberto Pasolini.
(1) – Il paziente inglese (The English Patient) è un film del 1996 scritto e diretto da Anthony Minghella, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore canadese di origine singalese Michael Ondaatje. Il paziente inglese ha vinto nove Oscar nel 1997, due Golden Globe e sei BAFTA, mentre l’attrice Juliette Binoche fu premiata con l’Oscar come attrice non protagonista e l’Orso d’argento a Berlino come miglior attrice.
(2) – Domenica 24 marzo 1968, alle ore 21, sul programma televisivo Nazionale (attuale Raiuno), andò in onda la prima delle otto puntate dell’“Odissea”, realizzata dal regista Franco Rossi. Fu il primo sceneggiato a colori prodotto dalla Rai, ma in Italia fu trasmesso in bianco e nero, perché la TV a colori ancora non era disponibile. Ebbe un grandissimo successo di pubblico, con una media di sedici milioni e mezzo di spettatori a puntata. Lo sceneggiato ripercorreva per intero il poema e nel complesso risultava sostanzialmente fedele al testo omerico.
nello sceneggiato televisivo del 1968
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