a cura della redazione, da fonti varie della Stampa internazionale e nazionale
Uno scritto di Bernie Sanders inoltrato alla Redazione da Sandro Di Macco (Gruppo Dialettica)
“La disperazione non è un’opzione. Dobbiamo reagire in ogni modo possibile”
di Bernie Sanders (*) – del 19-02-2025
dal sito https://volerelaluna.it/
“Non mi capita spesso di ringraziare Elon Musk, ma ha fatto un lavoro eccezionale nel dimostrare un punto che sosteniamo da anni: viviamo in una società oligarchica in cui i miliardari non solo dominano la politica e le informazioni che consumiamo, ma anche il nostro governo e le nostre vite economiche.
E oggi questo è più evidente che mai.
Ma dato il clamore e l’attenzione che il signor Musk sta ricevendo nelle ultime settimane mentre smantella illegalmente e incostituzionalmente le agenzie governative, mi sembra il momento giusto per porre una domanda che i media e la maggior parte dei politici evitano: cosa vogliono davvero lui e gli altri multimiliardari? Qual è il loro obiettivo finale?
A mio avviso, ciò per cui Musk e chi gli sta attorno stanno lottando con tanta aggressività non è qualcosa di nuovo, né di complesso. È ciò che le classi dominanti hanno sempre desiderato e creduto fosse loro di diritto: più potere, più controllo, più ricchezza. E non vogliono che le persone comuni e la democrazia intralcino il loro cammino.
Elon Musk e i suoi colleghi oligarchi vedono il governo e le leggi semplicemente come ostacoli ai loro interessi e a ciò che ritengono di meritare.
Nell’America pre-rivoluzionaria, la classe dominante governava attraverso il “diritto divino dei re”, la convinzione che il re d’Inghilterra fosse un agente di Dio, e quindi non dovesse essere messo in discussione. Oggi, gli oligarchi credono che, in quanto padroni della tecnologia e “individui dall’intelligenza superiore”, abbiano il diritto assoluto di governare. In altre parole, sono i re dei nostri tempi.
E non si tratta solo di potere. È una questione di ricchezza sconfinata. Oggi, Musk, Bezos e Zuckerberg hanno una ricchezza combinata di 903 miliardi di dollari, più di quanto possieda la metà più povera della società americana — 170 milioni di persone. Dall’elezione di Trump, incredibilmente, la loro ricchezza è esplosa. Elon Musk è diventato 138 miliardi di dollari più ricco, Zuckerberg 49 miliardi più ricco e Bezos 28 miliardi più ricco. Sommando il tutto, i tre uomini più ricchi d’America hanno accumulato 215 miliardi di dollari in più dal giorno delle elezioni.
Nel frattempo, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi, il 60% degli americani vive di stipendio in stipendio, 85 milioni non hanno un’assicurazione sanitaria adeguata, il 25% degli anziani cerca di sopravvivere con meno di 15.000 dollari all’anno, 800.000 persone sono senzatetto e gli Stati Uniti hanno uno dei tassi di povertà infantile più alti tra i paesi avanzati.
Pensate che gli oligarchi si preoccupino di queste persone? Credetemi, non lo fanno. La decisione di Musk di smantellare l’USAID significa che migliaia di persone tra le più povere del mondo soffriranno la fame o moriranno per malattie prevenibili.
Ma non si tratta solo di quello che accade all’estero. Anche negli Stati Uniti attaccheranno presto i programmi per la sanità, la nutrizione, l’edilizia abitativa e l’istruzione che proteggono i più vulnerabili — così che il Congresso possa garantire enormi sgravi fiscali a loro e agli altri miliardari. Come re moderni, convinti di avere il diritto assoluto di governare, non esiteranno a sacrificare il benessere delle persone comuni per difendere i propri privilegi.
Inoltre, utilizzeranno i giganteschi mezzi di comunicazione che possiedono per distogliere l’attenzione dagli effetti delle loro politiche, mentre ci “intrattengono fino alla morte”. Mentiranno, mentiranno e mentiranno. Continueranno a spendere enormi somme di denaro per comprare politici di entrambi i principali partiti.
Stanno conducendo una guerra contro la classe lavoratrice di questo Paese, e hanno tutta l’intenzione di vincerla.
Non vi prenderò in giro: i problemi che affrontiamo oggi sono gravi e non facili da risolvere. L’economia è truccata, il nostro sistema di finanziamento delle campagne elettorali è corrotto e stiamo lottando per affrontare il cambiamento climatico — tra molte altre sfide.
Ma so una cosa:
La più grande paura della classe dirigente in questo Paese è che gli americani — neri, bianchi, latini, delle città e delle campagne, gay e etero — si uniscano per chiedere un governo che rappresenti tutti noi, non solo una ristretta élite di ricchi.
Il loro incubo è che noi non ci lasciamo dividere in base alla razza, alla religione, all’orientamento sessuale o alla nazionalità d’origine e che, insieme, troviamo il coraggio di sfidarli.
Sarà facile? Ovviamente no.
La classe dominante di questo Paese vi ricorderà costantemente che ha tutto il potere. Controllano il governo, possiedono i media. “Volete affrontarci? Buona fortuna,” diranno. “Non c’è nulla che possiate fare.”
Ma il nostro compito oggi è non dimenticare le grandi lotte e i sacrifici che milioni di persone hanno fatto nel corso della storia per costruire una società più democratica, giusta e umana:
- Rovesciare il Re d’Inghilterra per creare una nuova nazione e l’autogoverno. Impossibile.
- Garantire il suffragio universale. Impossibile.
- Porre fine alla schiavitù e alla segregazione. Impossibile.
- Dare ai lavoratori il diritto di formare sindacati e abolire il lavoro minorile. Impossibile.
- Garantire alle donne il controllo sul proprio corpo. Impossibile.
- Approvare leggi per creare la Previdenza Sociale, Medicare, Medicaid, il salario minimo, standard per l’aria pulita e l’acqua pulita. Impossibile.
In questi tempi difficili, la disperazione non è un’opzione. Dobbiamo combattere con ogni mezzo possibile.
Dobbiamo impegnarci nel processo politico: candidarci, connetterci con i nostri legislatori locali, statali e federali, donare a candidati che difendono la classe lavoratrice di questo Paese. Dobbiamo creare nuovi canali di comunicazione e condivisione delle informazioni. Dobbiamo fare volontariato non solo in politica, ma anche per costruire comunità a livello locale.
Qualsiasi cosa possiamo fare, dobbiamo farla.
Inutile dire che io farò la mia parte — sia all’interno del Congresso che viaggiando per il Paese — per difendere la classe lavoratrice americana. Nei prossimi giorni, settimane e mesi, spero che vi unirete a me in questa lotta.
In solidarietà,
Bernie Sanders
[La traduzione della lettera è quella del testo comparso nel sito del CRS]
(*) – Bernie Sanders, già candidato alla presidenza nelle elezioni primarie, è attualmente presidente della Commissione Bilancio del Senato degli Stati Uniti.
***
Segnalato da Sylvie Morra, da Le Monde
“La terre se dérobe sous nos pieds et nous marchons tels des somnambules vers l’abîme. Donald Trump reprend mot à mot la propagande russe et choisit Vladimir Poutine contre l’Ukraine et l’Europe ; Elon Musk et [le vice-président américain] J. D. Vance voient nos démocraties comme des ennemies à abattre et mettent la puissance américaine au service des extrêmes droites européennes les plus poutinistes ; les services de sécurité allemands comme danois prévoient une guerre russe sur le sol de l’Union européenne (UE) avant 2029 ; les Baltes et les Finlandais creusent des tranchées : que nous faut-il de plus pour éprouver enfin l’ébranlement commun qui seul permet les grands sursauts ?”
Raphael Glucksmann, deputato: “Mai la minaccia di una guerra all’interno dei confini dell’Unione Europea e della NATO è stata così elevata”
Testo di Raphael Glucksmann, membro del Parlamento europeo
Da https://www.lemonde.fr/idees/article/2025/02/22/
Minacciati dalla Russia di Vladimir Putin e dal loro ex alleato americano, i paesi europei non hanno altra scelta che fare dell’UE un potere politico, militare ed economico, il leader eletto di sinistra, in una piattaforma “mondo”.
La terra scivola sotto i nostri piedi e camminiamo come sonnambulismo verso l’abisso. Donald Trump fa eco alla propagandistica russa parola per parola e sceglie Vladimir Putin contro l’Ucraina e l’Europa; Elon Musk – il vicepresidente degli Stati Uniti d’America – Sì, Vance vede le nostre democrazie come nemici da abbattere e mettere il potere americano al servizio delle destre europee più estreme favorevoli a Putin; i servizi di sicurezza tedeschi e danesi prevedono una guerra russa sul suolo dell’Unione europea (UE) prima del 2029; i Baltici e i finlandesi stanno scavando trincee… Cosa dobbiamo sperimentare ancora per provare lo sconvolgimento comune che solo consente i grandi sussulti?
Pochi giorni saranno stati sufficienti per voltare pagina di ottant’anni di storia, davanti ai nostri occhi stupiti. L’alleanza geopolitica più potente del mondo si è rivoltata come un guanto e l’ombrello americano – che ci aveva protetto dal 1945 e ci aveva coperto proteggendoci – è stato chiuso. Quello che stiamo vivendo non è un brutto momento per passare o un semplice punto di svolta da negoziare è una tale rottura che non abbiamo sperimentato nella nostra vita. Se non ci svegliamo ora dal nostro lungo coma strategico, ciò significherà che avremo acconsentito al nostro collasso.
Cerchiamo di chiarire che l’adesione della NATO non garantisce più la sicurezza delle nazioni europee. Chi può credere seriamente che un uomo come Donald Trump attiverà l’articolo 5 dell’Alleanza – l’articolo sull’assistenza reciproca su cui si basa la pace in Europa occidentale dal 1949 – se un paese membro viene attaccato? Chi può davvero pensare che questa amministrazione statunitense salverà la Lettonia, l’Estonia o la Polonia quando le truppe russe attraverseranno i loro confini? – Non c’è nessuno. E certamente no – questo è il più importante – Vladimir Putin.
Mai prima d’ora la minaccia di una guerra all’interno dei confini dell’UE e della NATO è stata così alta, ed è collegata, mai prima d’ora le nostre capacità deterrenti sono state così deboli.
* Testo parziale: l’articolo continua per gli abbonati
Da la Repubblica del 21 febbraio 2025
L’amaca
Una pace terrificante
di Michele Serra
Dite una preghiera per il diritto internazionale — per quel poco che ne rimane tra le macerie. “Mosca ha le carte in regola”, dice testualmente Trump, “perché ha conquistato molto territorio e ora vuole la pace”. È puramente la legge del più forte, detta nel più chiaro dei modi. È la sola idea che i prepotenti, i bulli, i sopraffattori, i tiranni hanno in testa: vince il più forte, gli altri meritano solo disprezzo, e se non chinano il capo avranno anche gli sputi e il dileggio dei forti, come sta già facendo Trump con Zelensky, un Davide che di qui in poi vedrà raddoppiare il suo Golia: uno a Mosca, uno a Washington.
Conta essere il padrone, il capo, “the winner”, il resto, tutto il resto — la religione, l’ideologia, la politica, la diplomazia — è solo un corollario appiccicato in qualche maniera per non sfigurare troppo nelle interviste. Conta la Bestia. L’umanità non è affatto l’uscita dalla bestialità, è solo la sua prodigiosa moltiplicazione tecnologica.
Non so se lo abbia capito bene Giuseppe Conte, e tutti quelli per i quali Trump è, banalmente, colui che ha battuto i dem e li ha puniti per tutti i loro errori, le loro debolezze; e per questo gongolano, sotto sotto, per la sua vittoria. Non capiscono che Trump non è solamente una nemesi della democrazia, l’incarnazione dei fallimenti dei progressisti impigriti e imbelli. Magari fosse solo quello. È l’avvento di un potere nuovo e smisurato, ottuso e implacabile, per il quale la parola “fascismo” è solo un pallido eufemismo novecentesco. Quando lo capiranno, sarà molto, troppo tardi.
Come cantava (e canta) De André nella Domenica delle salme, “Il giorno dopo c’erano i segni/di una pace terrificante”.
***
Da La Posta dei lettori a repubblica.it. Del 18.02.25 – Una lettera scelta tra tante perché denota un comune buonsenso condiviso, ancorché di difficile attuazione:
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