di Guido Del Gizzo
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Partecipo volentieri alla discussione sul Centro Servizi a Le Forna: ha ragione Bixio a sollevare il problema.
Concordo anche sulla necessità – e urgenza – di risanare la vicina area mineraria e, aggiungo, di progettare una qualche forma “contemporanea” di custodia della memoria dell’attività mineraria, per l’importanza che ha avuto nella vita della maggior parte degli abitanti dell’isola.
Il punto sul quale, probabilmente, non siamo d’accordo, è che per conservarla sia necessario – e intelligente – intervenire su ciò che resta delle strutture minerarie ancora esistenti.
Il Veliero ha tutte le caratteristiche per diventare un centro di documentazione e/o conservazione del materiale documentale, ma questo non basta a raggiungere lo scopo. E la fruizione pubblica degli spazi della miniera, oltre ogni altra considerazione legata alla sicurezza e agli investimenti necessari, è un falso problema.
La musealità e il concetto stesso di “esposizione”, hanno subito dei cambiamenti importanti, negli ultimi decenni.
Se il museo tradizionale ha una funzione di conservazione e studio – molto prima della comunicazione e “fruibilità pubblica” – dei beni conservati, la conservazione di una testimonianza territoriale storica, come potremmo definire l’area mineraria, deve seguire, a mio parere, delle logiche di intervento diverse.
Qualche anno fa, ritrovandoci a gestire il Cassero Mediceo di Grosseto, un complesso monumentale che fa parte della cinta muraria della città, progettammo, con Tomaso Montanari, rettore a Siena e con Carlo Citter, medievalista nello stesso ateneo, di realizzare un Museo del paesaggio toscano.
L’idea di partenza era che il paesaggio, per sua natura, è un insieme dinamico, anziché statico, come si sarebbe portati a pensare: cambia nel tempo geologico, storico, meteorologico, agricolo…
Quindi, può essere rappresentato solo con sistemi dinamici.
Nel 2021, la Francia ha lanciato un’agenzia per la produzione di grandi mostre digitali e immersive.
La Réunion des Musées Nationaux et du Grand Palais (RMN – Grand Palais), è la società di diritto pubblico, dotata di autonomia finanziaria e a carattere industriale e commerciale, che gestisce 34 musei nazionali (tra cui il Louvre, il Musée d’Orsay, il Musée Rodin e altri), e che ha lanciato una nuova filiale chiamata Grand Palais Immersif, specializzata nella produzione, nella realizzazione e nella diffusione di grandi mostre, soprattutto immersive.
La mission dell’agenzia si articola in tre punti: concepire e realizzare mostre digitali e immersive in sinergia con musei, produttori dell’audiovisivo e della multimedialità, e con startup specializzate nel digitale; lanciarle a Parigi, in un Grand Palais rinnovato per l’occasione e in spazi dedicati; commercializzarle sia in Francia sia all’estero.
Noi portammo Paolo Buroni, titolare della azienda italiana più avanzata nel settore delle proiezioni interattive ed oleografiche, a fare delle prove nel cortile dell’immobile principale e finalmente presentammo un progetto in Regione Toscana, partecipando ad un bando regionale.
Poi, il Comune di Grosseto scoprì che il soggetto che aveva costituito per gestire l’operazione, non aveva titolo per partecipare al bando… gli imbecilli sono sempre in agguato.
La cosa importante, tuttavia, era che il museo progettato non aveva bisogno di interventi edili, ma solo di superfici adatte ad ospitare delle proiezioni di vario grado di interattività.
Il monumento, in pratica, doveva funzionare da “quinta teatrale”, senza bisogno di interventi strutturali, che comunque sarebbero stati molto complicati, oltreché costosi.
La storia e la memoria della miniera ponzese potrebbero essere oggetto di un intervento simile, mentre l’isola dispone di una struttura che potrebbe agevolmente ospitarlo: la Villa delle Tortore, ovviamente, già destinataria di stanziamenti per la ristrutturazione mai attivati, né spesi.
Niente ristrutturazioni complesse, solo interventi conservativi e un buon lavoro di allestimento: e sono abbastanza convinto che le competenze necessarie esistano già sull’isola.
Manca solo un’amministrazione comunale in grado di capire di cosa si stia parlando.
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