Ischia

Casamicciola: un nuovo “impegno giovanile 1965”

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

Molte cose sono necessario a Casamicciola, un paese antico colpito in sequenza continua in poco più di 10 anni da tre catastrofi naturali che hanno recato danni materiali enormi e che per ripararli ci vorranno 50 anni.

Ma il danno morale, il danno alle coscienze degli scampati alle tre catastrofi (2009,2017,2022) non è misurabile. Non ha dimensione. Il dolore per la morte di 15 persone fra cui bambini è presente ogni giorno nella mente e nel cuore di chi è sopravvissuto. Questa tristezza quotidiana impedisce la ripresa di entusiasmo per la “ricostruzione”. Eppure è necessaria “perché la vita dei morti è solo nel ricordo dei vivi” come diceva Cicerone.
Le religioni positive, dall’islam al cristianesimo, possono contestare l’osservazione di Cicerone. Ma la ragione e la morale laica la elevano a metodo di vita nel rispetto di ogni credo.

C è a Casamicciola una esigenza di “ricostruzione” di una “società civile”. Una vita sociale e civile da riprendere oltre gli scambi virtuali dei social. Dai social emerge una problematica complessa che naturalmente deve essere trasferita nel reale. La marcia della “ricostruzione” inizia con la ripresa delle relazioni sociali. Delle iniziative “civili”.

Fossi nel sindaco Ferrandino o semplice consigliere comunale inizierei dalla toponomastica. Iniziative che non costano nulla: intitolare una strada, una piazza, un giardino ai cittadini ed ospiti illustri. Trovare una sede fisica per una associazione culturale per presentare libri e tenere conferenze come una biblioteca Antoniana o un museo civile del torrione per ridare energia civile alla popolazione.

Nel 1965 fondammo il circolo “impegno giovanile”. Eravamo circa 20 o 30 giovani. Abbiamo ricordato con il libro di Miggi Calise, presentato il 28 dicembre scorso nella saletta Gingero in villa Arbusto a Lacco Ameno, quel tempo che fu fondamentale per molti di noi.
É quel clima che è necessario ricostruire pur in un contesto di grandi difficoltà poiché quella formazione storicistica e crociana ci insegnò che nulla é impossibile ma che tutto è difficile. Il protagonismo dell’uomo civile costruisce la Storia che ha luci ed ombre ma non termina con una vita umana.
Dovremmo ricostruire un circolo “impegno giovanile 1965” con vecchi e giovani ma con lo spirito di migliorare il mondo e la vita.

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