segnalato da Sandro Russo da La Repubblica
Tre anni una siepe,
tre siepi un cane,
tre cani un cavallo
tre cavalli un uomo
[Una filastrocca dell’Appennino emiliano. Dalla quarta di copertina di Tre cavalli, di Erri De Luca – Feltrinelli 1999]
Erri De Luca è stato per tutti gli anni ’90 il mio scrittore preferito. Compravo tutti i suoi libri (ne ho contati 12, nella mia libreria, qualcuno doppio), cercavo i suoi articoli sui giornali dove scriveva (la Repubblica, Corriere della Sera). Ho imparato molto dai suoi libri (sulla scrittura e sulla vita), ma sono rimasto folgorato da uno in particolare: Tu, mio del 1998. Dal risvolto di copertina – che qui di seguito trascrivo (l’isola della sua formazione è Ischia) – si capirà perché:
“Il ragazzo e il mare: l’avventura estiva di un adolescente del dopoguerra, l’incontro con la pesca, e con una ragazza più grande, con il suo segreto, con il suo dolore per la perdita del padre in guerra, prima della fine delle vacanze. C’è un’estate brusca nell’età giovane in cui s’impara il mondo di corsa. In un’isola del Tirreno, in mezzo agli anni cinquanta del secolo, un pescatore che ha conosciuto la guerra e una giovane donna dal nome difficile, senza intenzione, trasmettono a un ragazzo la febbre del rispondere. Qui si racconta una risposta, un eccomi, decisivo come un luogo di nascita”.
Abbiamo continuato a seguire negli anni, le cose che Erri De Luca andava scrivendo. In fondo una schermata dell’indice dei suoi articoli sul sito.
Un altro suo libro, qui citato, è Tre cavalli una vita (Feltrinelli, 1999).
Il più recente libro + Film di Erri De Luca è appunto L’età Sperimentale, su cui apputno la segnalazione di Antonio Dipollina, critico televisivo che ne scrive su la Repubblica
“L’età sperimentale”, Erri De Luca delicato interprete della vecchiaia
di Antonio Dipollina – Da la Repubblica on-line del 24 gennaio 2025
Tre cavalli, una vita, Erri De Luca.
Al capitolo chicche che arrivano in streaming, e poi si vedrà, RaiPlay rende disponibile da oggi questo L’età sperimentale. Cortometraggio tendente al medio – poco meno di mezz’ora. L’età in cui si sperimenta è quella attuale dello scrittore (74 anni). Che spiega: “C’è un detto secondo cui la vita di un uomo dura quanto quella di tre cavalli. Io sto cavalcando a dorso del terzo”.
Narratore-saggista nell’occasione, De Luca ha scritto un libro sulle sensazioni – molte di notevole precisione e spessore – che procura l’età avanzata.
E qui ne trae un monologo che diventa quasi avventura, visto che, perseguendo una sua passione, un’ottima troupe si è messa al lavoro e lo ha seguito in un’ascesa che comprende anche una scalata vera e propria, di quelle a mani nude e senza il minimo attrezzo, su parete assai scoscesa, sui monti d’Abruzzo. Un drone restituisce immagini che un po’ lasciano senza fiato e un po’ mettono brividi autentici, mentre la voce dello scrittore elargisce pensieri. Tra i punti fermi: “Quella sensazione di essere vecchio e che nessuno lo sia mai stato prima di me”.
La metafora è anche quella del bosco, in salita: all’inizio c’è volontà, gioventù e freschezza e si avanza tra le conifere che coprono la luce del sole. Man mano che si sale, il bosco si dirada e la luce appare, allargandosi sempre più – anche un aneddoto su Goethe, al riguardo. Significa che quella visione apre alla luce autentica e alle riflessioni più esatte possibili, con squarci precisi anche sul futuro (“Ma non il mio. Il futuro senza di me”). Intanto, la roccia si fa più aspra, il drone rimanda immagini quasi di ribaltamento della prospettiva, ma non c’è da preoccuparsi: l’età è appunto quella adatta a sperimentare.
“Un uomo muore e la sua pelle perde calore come la sabbia una sera d’estate. Viene voglia di scaldarlo” Da: Tre cavalli, p. 106 – Feltrinelli, 1999)
Screenshot dall’indice (cliccare per ingrandire)
Nota della Redazione
Erri De Luca
Tre cavalli
Se questa è la durata assegnata, qui si narra il corso dei primi due cavalli della vita di un uomo
Partito da ragazzo per amore in Argentina, si butta nella furiosa lotta clandestina contro la dittatura quando gli ammazzano la sposa. Scende in fondo all’America per salvarsi la vita e impara il rovescio geografico del mondo: quello toccato non è il fondo delle ultime terre, ma il culmine delle prime. Il sud è il cappello, non le scarpe, del mondo. Molti anni e molta fortuna dopo, una donna in Italia gli rinnova in corpo l’amore e l’Argentina insanguinata. Fa il giardiniere, capisce gli alberi e la solitudine. Da un africano immigrato impara che il futuro è pieno di avvisi e che la gratitudine sta tra un coltello e i fiori. Chi cerca in questo uomo un verbo rivolto al passato non lo troverà. Come l’amore, possiede solo il tempo presente.
[Dalla III di copertina del libro – Feltrinelli 1999]