Defunti

Addio a Maria Conte, cugina senza età

di Luisa Guarino
 

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Arriva il momento che ti trovi a scrivere parole che non avresti mai voluto. Accade oggi, per dire ai nostri lettori, in particolare ai moltissimi che la conoscevano, che la mia adorata cugina Maria Conte non c’è più. Si è spenta ieri a tarda sera a Padova, dove viveva da sempre: era ricoverata da qualche mese, e tra alti e bassi aveva sorprendentemente superato momenti molto difficili; le era vicina come sempre Rosanna, cugina in comune, per lei una sorella.
Mi riesce difficile mettere insieme frasi e parole, anche se so bene che potrei parlare di Maria per giorni interi.
Con lei se n’è andato il nostro punto di riferimento familiare, peraltro il più longevo; e al di là dell’età (avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 7 febbraio), uno spirito, una grinta e una forza impensabili, e questo fino a poco tempo fa.
Il calcolo anagrafico mi lascia sbalordita, perché la nostra cara era senza età, con la sua mente vivace, lo spirito arguto, l’ironia, la simpatia, l’accoglienza, senza contare la profonda cultura, dovuta non solo alla professione di insegnante di Lettere alle Scuole Medie, ma a un interesse personale per la letteratura e la storia in maniera particolare.
Multiforme, era perfettamente veneta, anzi patavina, nella sua Padova, ma era altrettanto schiettamente ponzese nella sua Ponza: entrambi i dialetti le erano congeniali e facevano parte del suo Dna.
Certo, gli acciacchi con il passare degli anni non l’avevano risparmiata, ma nonostante ciò, ogni estate veniva nella sua isola e nella sua casa da cui si domina il porto. Solo la scorsa estate ha saltato l’appuntamento, e questo ha subito impensierito amici e conoscenti, che sapevano di poterla incontrare, salutare e chiacchierare con lei lì in Via Umberto, davanti alla porta di casa con la targa “‘A Ca’ de ‘a Nina” (La casa della Nina), che tanti turisti si soffermano a leggere incuriositi.
A lei va il nostro grazie riconoscente per quanto ci ha donato in tutti questi anni.





2 Comments

2 Comments

  1. Alex Balzano

    18 Gennaio 2025 at 18:20

    Venuto a conoscenza della scomparsa di zi’ Maria, io e la mia famiglia vorremmo porgere le nostre più sentite condoglianze per la scomparsa del ‘pezzo di puzzle’ che ha contribuito alla formazione degli isolani… Mancherà a me e alle mie auto; spero che porti un saluto al mio caro zio Aniello, che lei tanto ci teneva, perché le ricordava suo padre, che si chiamava ugualmente Aniello Conte.
    Riposa in pace, Alex Balzano e Famiglia Balzano/Conte

  2. Dante Taddia

    25 Gennaio 2025 at 15:58

    “Mari’, sora mia…”
    Era questo il mio saluto quando ci sentivamo per telefono: perché di una sorella, quella che non ho mai avuto, si trattava. Maria è strettamente legata, anzi è, Ponza e Luisa.
    Quando ho incontrato Luisa, oggi mia moglie da tantissimi anni, Maria mi ha accolto da vero fratello senza ascoltare le chiacchiere che facevano su di me, l’avventuriero venuto a carpire la giovane fanciulla, Luisa appunto, data l’aura che mi precedeva: romano e che suonava al night club La Bussola. Due attributi che facevano di me il classico e misterioso poco di buono per la sua adorata cuginetta.
    Maria aveva invece visto lungo e con quei suoi occhi indagatori fissi nei miei, eravamo affacciati sul muretto di fronte a casa sua con il meraviglioso spettacolo dell’anfiteatro del porto e delle Grotte Azzurre e della Ravia sullo sfondo, ci siamo parlati per qualche minuto soltanto, ma sufficienti per lei a scoprire chi veramente fossi.
    Tra noi è stata subito la musica il comune terreno d’intesa: lei suonava la fisarmonica, e chi ama la musica e suona qualche strumento non può essere che un animo nobile, aveva concluso; e poi i mille interessi comuni di cultura, storia e la mia profonda conoscenza dell’isola – ero studente universitario di Geologia -, avevano completato la nostra, anzi la sua chiacchierata investigativa su di me.
    Maria è stata il “giudice della Corte” che ha presieduto alla mia difesa a spada tratta nel consesso di tutto il parentado che mi aveva messo subito all’indice.
    “È facile parlare male di chi non si conosce – questo il succo della sua ipotetica arringa -. Io l’imputato ho avuto modo di conoscerlo: concordo con la difesa e posso garantire per lui” questo il commento del giudice Maria, con assoluzione piena e successiva accettazione da parte di tutta la famiglia.
    Sono stato per lei il punto fermo del bricolage, il ‘Black ’n Decker man’, l’aggiustatore preciso ed efficiente per tutti i piccoli o grandi lavoretti che si fanno in una casa, specie quando è abitata solo d’estate: il rubinetto che perdeva, la persiana che non chiudeva, la serratura incastrata, la pompa dell’acqua che faceva i capricci, la mattonella che ballava, la presa che faceva corto circuito… insomma di tutto un po’, e lei si fidava soltanto di me e di quello che facevo.
    È stato l’affetto di una sorella che si è fortificato negli anni, e che ora mi lascia un vuoto incolmabile.
    Dante

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