di Francesco De Luca
Voglio portare un po’ di brio primaverile in questo momento invernale, particolarmente freddo. Ponza, come isola, patisce in modo marcato le batoste meteo, e mi ha suggerito di apportare elementi di leggerezza nel clima ponzese e anche nel Sito. Come? Proponendo una canzone che inneggia alla ‘bellezza isolana’. E’ una canzone ponzese, ambientata a Ponza, scritta da un ‘ponzese’, come può essere considerato il parroco don Luigi Dies, autore della canzone. Divulgata fra i giovani negli anni ’60.
Non è una canzone religiosa. E’ invece una canzone creata sull’onda del successo del festival di Sanremo di quegli anni.
La registrammo (Nino Picicco, mio fratello Antonio e io) nel desiderio di recuperare opere autoctone della cultura ponzese. Affinché non andassero perdute.
Spero che il mio tentativo mitighi il freddo.
Come l’agave
Come l’ agave tu
Sul poggio aereo
Al ciel mandi il tuo fiore
Solitario
Sul mare sconfinato
Il volto cereo
Protendi e nell’amor
Non hai divario
Unica come l’agave
Unico son per te
Ho compreso il tuo palpito
Voglio viver di te
Unica come l’agave
Unico son per te
Ho compreso il tuo palpito
Voglio viver di te
Come l’agave tu
Sei come l’anima
Che non cede alla febbre
Attende e struggesi
Unica come l’agave
Unico son per te
Ho compreso il tuo palpito
Voglio viver di te.
Questo il canto