Racconti

L’insidia delle passioni

di Bixio

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In occasione della giornata del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, Bixio aveva scritto un lungo commento che qui riportiamo. Per il tema che tratta, abbiamo considerato quasi un prologo ad uno scritto successivo, inviato oggi in redazione.
La Redazione

Lo scritto del 25 novembre scorso.
Non so se faccio bene ad affrontare un tema così attuale e così delicato. La violenza sulle donne!
Non voglio soffermarmi sui tanti talk show che trattano giornalmente l’argomento, spesso in modo ipocrita e per passare il tempo. Tutti abbiamo madri, mogli. sorelle, figlie… Com’è che non riusciamo a trovare una soluzione?
Secondo me la questione è antichissima, parte dalla notte dei tempi, da quando l’animale/uomo comparve sul pianeta. Mi chiedo spesso perché è sempre il soggetto maschio a prendere l’iniziativa. Nella preistoria, e successivamente, era certamente dovuto alla prestanza fisica e alla lotta per la sopravvivenza, quindi di seguito si formarono tribù, popolazioni e sistemi sociali sempre a impronta maschile, ritenendo la femmina soggetto troppo fragile e relegandola a soggetto secondario e marginale. Questo per il maschio della specie umana.
‎Ma perché anche tra gli animali è sempre il maschio ad avere il sopravvento? Non è condizionato dal sistema sociale, allora cos’è che lo spinge a simili comportamenti? La risposta è scontata: la Natura!
Siamo degli ipocriti a voler nascondere tale spinta interna. Nonostante l’evoluzione, l’emancipazione, non riusciamo a controllare il fattore fisico, quella spinta malefica che ci porta a comportamenti che fanno danno e provocano tragedie. Non credo che superficialmente si debba incolpare la mentalità, il patriarcato etc etc. Bisogna fare i conti col fattore ancestrale, fisico. Lo stesso maschio non sa cos’è che lo precipita in tali comportamenti aggressivi e distruttivi.

Anche in tempi moderni fino a quando la femmina viene corteggiata e considerata come oggetto di conquista – quindi una preda -, si troverà sempre ad un gradino inferiore.
Spesso mi chiedo: ma com’è che il soggetto femminile non prende iniziative? Iniziative, intendo, in tutti i sensi Per un fattore fisico o culturale?
Senza voler suscitare polemiche, personalmente ritengo che il maschio sia vittima e poi colpevole sia per il fattore fisico e poi per l’eredità culturale ed educativa. Non me ne voglia nessuno, ma perché nel mondo animale le cose vanno in modo simile al comportamento maschile/umano? La famiglia, la cova delle uova, il maschio difende e procaccia il cibo… etc, etc… Perché non è il contrario?
Per carità, non voglio assolvere né giustificare il maschilismo, il patriarcato, sottovalutare i danni e le tragedie che provocano; ma una buona volta vogliamo porci altri interrogativi?
Secondo me è qualcosa di primordiale, di ancestrale che nonostante millenni, evoluzione delle civiltà, cultura, educazione, nei momenti di crisi nel maschio umano viene fuori. Incontrollabile, tragico, distruttivo. È lì che bisognerebbe analizzare, scavare, studiare, e non dare credito ai filosofi dell’ultim’ora che si limitano a commentare solo gli eventi di facciata e quando le tragiche conseguenze diventano cronaca nera.
In tv continuano ad abbuffarci con la storia della cultura, e allora perché registi, attori, onorevoli, presidenti americani, professori, primari, dottori, imprenditori, alla prima occasione ci provano, ricattano, minacciano? Non è anche questa violenza? Non rompessero con la storia della cultura! È ben altro!
Perché nel mondo animale avvengono battaglie tra i maschi per l’accoppiamento? Secondo me è da lì che parte tutto! Nel mondo umano la situazione è più sottile, più ipocritamente nascosta e nessuno ha il coraggio di parlarne.
Li vedi innamorati a far spettacolo, selfie a non finire, felici… il mondo è loro!
Invece comincerei a preoccuparmi… Bravi ragazzi, anche timidi…. poi cosa scatta?
Come si passa dal romanticismo infinito alla violenza più feroce?
La modernità accredita un modello di “vivere di facciata”, sempre ipocritamente in mostra, poi quando lo spettacolo finisce e si resta soli, nella coppia, da parte dell’uomo, scatta la violenza! Quasi tutte storie identiche!
La reazione violenta è sempre la stessa, sia tra gli ignoranti che tra gli uomini di cultura, li unisce il comportamento violento nei confronti della donna.
Cominciassero a studiare le parti dell’organismo maschile che influenzano e condizionano il cervello maschile, e perché quello femminile ne è esente!

L’argomento è aggiornato alla luce degli ultimi omicidi di donne, nelle cronache recenti (in realtà non c’è mai stata una deflessione)
Purtroppo quando c’è l’impossibilita di girare e vivere l’isola, causa meteo avverso, sei costretto in casa tra il divano e la tv. La finestra sul mondo esterno, oltre il mare ti porta pensieri e preoccupazioni che non ti dovrebbero toccare ma ti fanno comunque pensare. L’argomento permanente in prima pagina e’ sempre lo stesso: Le guerre, la politica e la violenza tra uomini, su donne, bambini, animali… Sulla natura!
Sembrerà un paradosso ma quando vedo tra le coppie in convivenza, in simbiosi, blindate verso l’esterno, continui selfie dimostrativi, quasi morbosi, è proprio allora che mi sale la preoccupazione.
Tutti noi siamo stati travolti dalle passioni, ma mai fino ad eventi estremi.
È vero, la passione verso il partner brucia e ti fa confondere lo stato d’animo con l’amore… ma la passione brucia e si brucia in un attimo, poi resta la cenere, più i rapporti sono esclusivi, blindati verso gli altri, più rischiano per un nonnulla di implodere ed esplodere verso l’esterno in tragedie irreparabili.
Quando c’è l’abbandono, solo una delle parti resta a piangere sulle cose e sui progetti perduti, a tormentarsi l’animo. Poi, specie se l’abbandono è dovuto all’intromissione una terza persona, ecco che divampano la gelosia, la rabbia, la violenza in risposta alla sconfitta, al fallimento; in special modo il pensiero di essere stati abbandonati perché ritenuti inferiori all’altra persona.

Sono convinto che dopo la passione che brucia e si va spegnendo, la convivenza nei soggetti maturi è fatta di quotidianità, di reciproco rispetto, di serenità  (felicità è una parola abusata), di programmi e lotte per la durezza della vita, di affetto, di “svogliate carezze” come cantava De André. Ma c’è la sicurezza di un percorso da compiere insieme, specie se ci sono figli da tutelare.
Forse sono considerazioni indotte dell’anzianità, ma dire “Va’ dove ti porta il cuore” mi sembra l’incitamento più irresponsabile che si possa fare. È vero, forse da giovani questo pensiero si abbraccia con gran trasporto, ma l’esperienza dice che più forte è la passione, più brucia in un attimo…
La passione! Tutti ne vorremmo essere coinvolti, ma non stravolti!
Se la mente viene ottenebrata dalla passione fino a portare a gesti estremi, lo andiamo a raccontare a chi, irresponsabilmente e superficialmente ci aveva incitato ad andare “dove porta il cuore”?
E poi… Poi c’è la resa dei conti: non voler accettare che tutto abbia un termine…
Saranno pure pensieri da persona anziana, di uno che molto ha vissuto, ma il mio consiglio è che i sentimenti vanno tenuti a bada ed esaminati con la lente di ingrandimento.

 

 

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