di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Il 2024 è stato un anno difficile per tutti. Per il mondo intero, l’Europa, l’Italia e la nostra isola d’Ischia con le sue comunità secolari.
Dal terremoto di Casamicciola del 21 agosto 2017, il tredicesimo in epoca storica, sta sul tappeto la questione della “ricostruzione” di Casamicciola completamente, Lacco Ameno parzialmente, Forio marginalmente. Ma nel 2022 il 26 novembre c’è stata la grande alluvione con sempre Casamicciola al centro della tragedia con 12 morti che ha ampliato i termini della “ricostruzione”.
Il rischio sismico manifestatosi nel 2017 ha fatto da apripista al rischio idrogeologico, drammaticamente manifestatosi in una piovosa notte del novembre 2022.
La “ricostruzione” é diventata una questione complessa che coinvolge l’intera isola d’Ischia divisa in sei unità amministrative autonome senza alcun istituto giuridico di imperativo coordinamento.
Il 2024 ha visto una sensibile azione di accelerazione della “ricostruzione” attraverso un commissariato straordinario di governo che ha usato fondi eccezionali governativi con poteri eccezionali che si sono aggiunti ai poteri ordinari.
La gigantesca relazione finale del commissario Giovanni Legnini al 31 dicembre 2024 dà la misura enorme della dimensione della “ricostruzione” la cui parola non basta perché i fatti impongono un piano di assetto territoriale serio ed una struttura tecnica e politica straordinaria per almeno 20 anni. Perché tanto durerà almeno questa “ricostruzione a macchia di leopardo” con una pletora risibile di poteri nelle “rispettive competenze”.
Il compito che ci assegna la Storia è di continuare nella nostra azione di proposte e denunce per continuare a partecipare ad una ricostruzione perpetua. . Abbiamo chiuso noi de il Continente con un contributo alla “ricostruzione morale e culturale” del nostro paese sempre visto nel contesto unitario dell’isola d’Ischia legata al Continente e legata a Napoli dal mare, non separata con la bellissima presentazione del libro di Miggi Calise La ragazza che accarezzava il mare (tenutasi in villa Arbusto – casina Gingero’ a Lacco Ameno sabato 28 dicembre)
(cliccare sulle immagini per ingrandire)
non per un amarcord ma per testimoniare un impegno culturale militante per la “ricostruzione” la cui parola non basta ma – come osservava Bruno Bauer – la nostra azione è la Parola. Per ora e per molto tempo ancora e dopo l’astrazione verrà la Prassi. Da sola.
Buon 2025.