di Francesco De Luca
Anche noi, pieni d’ amore per l’altro, che sentivamo nostro. Di sentimento. Nostro perché compenetrati. Dentro gli occhi: l’uno dell’altro. Dentro le mani: l’uno dell’altro.
Soggiogati da un desiderio di annullamento, di fusione, di appagamento.
La giovinezza era di sostegno e di sprone. La prorompenza fisica sorreggeva. La completa dedizione mentale escludeva ogni distrazione.
L’innamoramento esige l’abbandono totale. E’ esclusivo e immersivo.
L’attimo si protrae indefinitamente.
La durata implode in un lampo.
Lo spazio si contrae o si dilata.
Il contesto si annulla o diviene eterno.
Quella traversata sulla nave: il vento sorreggeva un gabbiano sperduto; la sagoma di Ponza, nera, a prua, lontano; a poppa il sole rosso che tramontava.
Gli occhi negli occhi. Da allora, per sempre.
Ho accompagnato lo scritto con la canzone: La complainte de la butte
Calzone molto suggestiva che lascia il segno, al punto che solo qualche mese fa è stata proposta da Patrizia Maccotta come canzone della domenica (leggi e ascolta qui)
(annotazione a cura della Redazione)
NdR: la foto di copertina è di Rossano Di Loreto