a cura della Redazione
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Poiché ad un sito di informazione e di opinione come il nostro si chiede (anche)di schierarsi sui casi che scuotono l’opinione pubblica, sia chiaro che facciamo nostra la posizione critica di Silvia Costa, l’ex europarlamentare del Pd che in qualche modo ha dato inizio alla vicenda quando, con una lettera al sindaco di Roma, ha spinto il Campidoglio a ritirare l’invito al trapper romano. E condividiamo anche l’intervento di Vladimir Luxuria, politica e attivista del movimento per i diritti della comunità LGBT
Pubblichiamo qui di seguito due interviste, da Cronaca di Roma di Repubblica:
del 19 dicembre a Silvia Costa.
di Giuseppe Scarpa:
https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/12/19/news/silvia_costa_tony_effe_capodanno_escluso_intervista-423896387/
Del 20 dicembre, a Vladimir Luxuria, di Marina de Ghantuz Cubbe:
https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/12/20/news/caso_tony_effe_concerto_capodanno_luxuria-423898005/
Tony Effe, Silvia Costa: “Le donne che lo difendono canterebbero i suoi testi?”
di Giuseppe Scarpa
Intervista all’ex europarlamentare del Pd che con una lettera al sindaco di Roma ha spinto il Campidoglio a ritirare l’invito al trapper romano
Silvia Costa, ex europarlamentare del Pd, è al centro della polemica che ha travolto il concertone di Capodanno a Roma. La sua lettera aperta al sindaco Gualtieri ha spinto il Campidoglio a revocare l’invito al trapper Tony Effe, accusato di proporre testi violenti e sessisti. Una decisione che ha diviso il mondo della musica ma Costa non si tira indietro: «Vorrei sentire queste cantanti interpretare i suoi testi. Se li ritengono così innocui, che li cantino».
Tre cantanti famose in difesa di Tony Effe. Cosa ne pensa?
«Sarebbe interessante capire se questa loro presa di posizione è motivata da un legame con la stessa etichetta discografica oppure da una reale condivisione dei contenuti. Battute a parte, vorrei chiedere a Giorgia, che stimo moltissimo come artista: sarebbe disposta a cantare i brani di Tony Effe? Se ritiene che quelle parole non siano offensive verso le donne, che non legittimino comportamenti pericolosi tra i giovani, allora lo faccia».
Non trova che sia una forma di censura?
«No, qui non si tratta di censura. Parliamo di testi violenti, in cui si esaltano armi, droga e un’idea degradante della donna. Testi che, soprattutto tra i più giovani e fragili, possono avere un’influenza devastante. Invito chi critica questa decisione a confrontarsi con i centri antiviolenza: chiedete a loro se è una questione di libertà artistica o di responsabilità sociale».
C’è chi parla di un eccesso di moralismo.
«Guardi, non appartengo alla cultura woke né al politicamente corretto. Ma penso che sia arrivato il momento di riflettere sugli eccessi di certi contenuti. Sono felice che questa vicenda abbia aperto un dibattito: è importante parlarne, confrontarsi. I testi di alcune canzoni vanno oltre il limite accettabile. Chiediamoci quale messaggio stiamo trasmettendo».
Tony Effe parteciperà al Festival di Sanremo.
«Il problema resta, e riguarda anche il servizio pubblico. Il Codacons ha già diffidato la Rai dall’ospitare artisti con testi dai contenuti violenti e sessisti. Spero che il Cda della Rai rifletta su questo. Il servizio pubblico deve fare bene il proprio mestiere, deve essere un esempio e non un veicolo di messaggi sbagliati».
Luxuria su Tony Effe: “Tana libera tutti? Non ci si arrabbi più per commenti omofobi allora”
di Marina de Ghantuz Cubbe
L’attivista dice la sua sul caos che ha coinvolto il concerto di Capodanno e il trapper romano
La conduttrice e attivista Vladimir Luxuria irrompe nel dibattito che ormai non riguarda più solo Tony Effe, ma anche i tanti artisti che hanno difeso il trapper e parlato di censura nei suoi confronti.
In un post sui social lei ha posto un quesito: “Difendiamo le donne o le case discografiche?”
«Famo a capisse, come si dice a Roma. Decidiamo: bisogna condannare il linguaggio sessista o no? Se sì, allora non bisogna distinguere chi fa questo tipo di violenza verbale. Può essere uno sui social, per strada e anche un cantante. Se un cantante scrive consapevolmente “apri le cosce e stai zitta”, “ti sputo in faccia”, “dici che sono violento ma godi quando ti meno” e ancora “ti metto le caramelle nel drink” facendo riferimento alla droga dello stupro, che facciamo? Se è un trapper va bene, mentre se è uno che lo scrive sui social lo condanniamo? Dipende da quante copie vende? O il principio deve essere uguale per tutti?»
Però c’è stata un’alzata di scudi in difesa del cantante. Come se lo spiega?
«Mi ha dato molto da pensare. Parlare di censura nei confronti di Tony Effe… (ride), è diventato ricco, non mi pare sia stato censurato nella sua carriera. Ma questa levata di scudi del mondo artistico, soprattutto da parte delle donne, mi fa capire che gli interessi delle case discografiche sono superiori al rispetto delle donne. Mi viene il dubbio che siano stati raggiunti da una telefonata delle case discografiche. Della serie: “Non dimentichiamo che c’è Sanremo alle porte, difendete Tony Effe”. E quindi sull’attenti e si ubbidisce alla voce del padrone».
Cosa vuole dire agli artisti che hanno difeso Tony Effe?
«Che se decidiamo per il “tana liberi tutti”, per cui usare certe espressioni non fa male, allora Emma non si deve più arrabbiare se qualcuno fa degli apprezzamenti sul suo fisico, io non mi devo più arrabbiare se mi scrivono un post omofobo. Ma è mai possibile che le stesse persone che difendono l’educazione affettiva nelle scuole, difendano anche questo linguaggio? Ma fate pace col cervello».
In tutto ciò, il Comune di Roma prima lo ha scelto, poi scaricato.
«Immagino che chi organizza un grande evento conosca il curriculum degli ospiti che intende invitare e i testi delle canzoni. Avrebbe dovuto chiedersi: “Ma un Capodanno con un cantante che dice ti sputo in faccia, ti meno, e magari invita il pubblico del Circo Massimo a cantare con lui, è un buon modo per salutare l’anno? Il passo indietro è stato tardivo ma doveroso. Non si tratta di un concerto privato, ma pubblico, con il simbolo del Comune di Roma e finanziato con soldi pubblici».
Molti cantanti intervenuti hanno detto che l’arte deve essere libera. A questo come risponde?
«L’arte deve essere libera di offendere? Di usare un linguaggio sessista e omofobo? Una canzone che prende in giro i disabili è arte? Allora anche Faccetta Nera dovrebbe essere arte perché è una canzone. Ma dai».