di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Antonio Castagna (1914-1984) é stato uno dei più intelligenti politici che ho conosciuto in vita mia.
Ho avuto modo di conoscerne molti di tutte le parti politiche ma il ricordo del Commendatore è il più vivo sia perché era di Casamicciola, il mio paese, sia perché non era della mia parte politica, anzi ne sono stato avversario politico frontale nel consiglio comunale dal 1975 al 1980.
Il Commendatore è stato un uomo che si è fatto da sé. Era un esponente di una generazione nata nel primo dopoguerra, cresciuta sotto il fascismo e vissuta la giovinezza in un’isola ancora lontana dal boom turistico ma in una cittadina dove l’industria turistica legata alle terme era avanzata per i tempi. Era il primo dei 5 figli di Michele Castagna che aveva uno stabilimento termale nel vallone La Rita. Mi immagino questo ragazzo di 10-13 anni andare dalla Sentinella ad Ischia ponte a piedi per studiare all’ “avviamento professionale” negli anni 30 del ‘900. Aveva solo la terza tecnica e non prosegui gli studi. È stato per tutta una vita un autodidatta. Leggeva due o tre giornali al giorno. Decise di fare l’imprenditore edile ed a 32 anni nel 1946 in una Italia repubblicana divenne consigliere ed assessore della prima amministrazione repubblicana di Casamicciola guidata dal dottor Raffaele Monti (1911-1985) ed i due furono legati da una amicizia e dalla medesima parte politica per tutta la vita. Aderirono entrambi alla Democrazia Cristiana.
Castagna diventò sindaco nel 1953 e vi é rimasto per 18 anni diventando anche il segretario di zona della DC mentre Monti fu segretario della sezione DC di Casamicciola fino alla sua morte. Castagna divenne consigliere ed assessore provinciale dal 1970 al 1975, poi semplice consigliere dal 1975 al 1980 perché la DC perse le elezioni quando era destinato ad essere presidente della Provincia.
Non si ritirò. Nel 1980 ridivenne assessore provinciale alle finanze ed è morto in carica nel settembre 1984 per un infarto. È proprio in questa veste di amministratore provinciale ho potuto frequentarlo nel mio incarico di addetto stampa dell’ente nel momento più difficile per l’ente provincia e della città di Napoli in piena crisi sociale per la forte disoccupazione.
In quegli anni di quotidiane manifestazioni di disoccupati a Castagna fu affidata tutta la responsabilità dell’ assistenza ai disoccupati ex detenuti che il governo dell’epoca affidò alla provincia. Ma oltre alle finanze a Castagna fu affidata anche la “programmazione” nel tentativo di fare della provincia un ente-cerniera con 92 comuni della più complessa area metropolitana d’Italia.
Ebbi modo di vederlo all’opera dall’angolo del funzionario non solo con l’occhio del politico avversario avendo abbandonato la militanza politica. Avevo conosciuto da ragazzo un sindaco accentratore e monopolizzatore di un dibattito nel mio comune ed ero stato avversario. Alla provincia conobbi l’uomo di governo delle autonomie locali con la continua passione per il governo dei territori locali e capii che questa era la cosa più difficile. Avevo conosciuto un uomo di potere accentratore che contestavo ma scoprii che era un uomo profondamente democratico che ricercava il consenso e che dialogava con tutti per conoscere per deliberare. Parlavo spesso con lui dei disegni futuri per l’isola d’Ischia, per la nostra Casamicciola, per dare un ruolo all’ente provincia schiacciato tra il mega comune di Napoli e la mega regione Campania. Aveva acquisito la certezza di una severa pianificazione territoriale.
Non aveva alcun timore di cambiare idea. Era stato un protagonista della ricostruzione e del lancio economico di Ischia nel secondo dopoguerra ma era convinto che le autonomie locali erano fondamentali per governare uno sviluppo che diventava sempre più caotico. Per Casamicciola era convinto che l’avvenire era nella portualita’ turistica e commerciale ma con un consolidamento dell’industria termale. Era un uomo di “centro” e questo è stato il pregio ed il difetto della sua vita politica interrotta nel pieno della maturità.
Il suo esempio di vita dovrebbe essere ricordato a Casamicciola con una piazza o una strada principale o con un centro di studi economici e politici. Ma credo che non ci sarà un ricordo collettivo e critico in questi tempi bui che per fortuna non sono i miei.