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Intendo iniziare questa rassegna, esaminando le notizie più drammatiche e impegnative della settimana: Il destino dei tiranni (1) e (2) con gli ultimi avvenimenti in Siria, in particolare. Ha dell’incredibile la fulminea caduta di Bashar Al Hassad Il Dittatore Sanguinario… Ma è possibile (mi chiedo) che solo dopo la sua defenestrazione si sia scoperto che fosse sanguinario? Come mai i solerti giudici dell’Aia, che hanno incriminato prima Putin e poi Netanyahu per crimini di guerra e genocidio non si sono accorti delle enormi malefatte dell’ex dittatore siriano? Da noi è stato rinviato a giudizio un ministro della Repubblica, per aver lasciato in balia delle onde qualche centinaio di diseredati, impedendo loro di “travalicare i sacri confini della Patria!”. Una tragicomica guasconata a confronto dei crimini di Al Hassad; in tanti – grazie alla televisione – abbiamo visto larve umane uscire finalmente liberi dalle carceri del crudele dittatore, oltre allo spettacolo orrendo delle fosse comuni e ai laboratori di armi chimiche! Adesso il martoriato popolo siriano attende speranzoso un lieto fine dai liberatori (!) “ex membri di Al Quaeda” che tuttavia rappresentano una grossa incognita. Quale sarà il futuro della Siria?
E non possiamo fare a meno di chiederci, con Paolo Rumiz: Quale sarà il futuro dell’Europa? Rumiz sollecita gli intellettuali di ripensare all’origine di Europa partendo dal mito, per poi “mettere a disposizione delle democrazie un arsenale di parole capaci di difenderle”.
Mi preme tuttavia fare una considerazione: la moneta unica, l’euro, da sola non basta a “unificare gli europei”. Occorre ben altro. Manca una politica estera comune, ogni stato membro è geloso della “sua” politica estera. Manca una politica industriale comune; ogni stato cura il suo “particulare” e intanto assistiamo alle crisi di Wolkswagen in Germania e Stellantis in Italia. Manca un comune organismo di difesa; solo l’uscita degli USA dalla NATO – minacciata più volte dal presidente eletto Trump – potrebbe paradossalmente consentire ai restanti membri di tracciare una strategia di difesa unitaria, del tutto indipendente dalle altre potenze militari. In conclusione: siamo in grado di conseguire per l’Europa, un lieto fine, ossia un futuro migliore?
Ma per quanto riguarda la politica, si avvertono purtroppo una crescente indifferenza e disaffezione, come viene magistralmente descritto da Franco De Luca in Estefanetài.
Forse è diventato più proficuo e soddisfacente dedicarsi a iniziative filantropiche, come si cimenta il nostro illustre concittadino onorario, l’ammiraglio Salvatore Vitiello per Telethon. La lotta alle malattie genetiche rare, si risolve spesso in un lieto fine.
Di certo è piuttosto problematico cercare un lieto fine nei film interpretati da Gian Maria Volonté – tre articoli dedicati a lui: (1), (2) e (3) -, il quale “ha sempre cercato di tradurre in cinema la sua idea di giustizia sociale”. Quindi attraverso la denuncia delle gravi storture della società, degli abusi e sopraffazioni, quel grande attore cercava di scuotere lo spettatore dall’indifferenza e dal torpore, spronandolo a lottare per una società più giusta e una vita migliore.
Ha un tono diverso, ma non meno interessante, la filmografia di Alfred Hitchcock, ma fino a che punto i film sono fedeli ai testi letterari cui si ispirano? Tentano di dare una risposta Francesco Bono, Gianni Sarro e Tano Pirrone, per il caso specifico del Maestro inglese/americano, ma sul sito è stato più volte chiarito che libro e film sono espressioni artistiche diverse per ispirazione, risultati e a volte anche messaggio finale. Quante volte l’happy end del film è stato stravolto dal film o viceversa. Il grande Hitch non è da meno!
Il tema della morte, si sa, non prevede un lieto fine, anche se di solito ognuno cerca di lasciare un buon ricordo di sé. “Anche a me piacerebbe leggere il mio necrologio …” scrive Concita De Gregorio in Un’ultima cosa. Nessuno potrà mai sapere cosa si dirà di lui/lei dopo la dipartita… tranne uno: un caratteristico personaggio ponzese, Silverie ’u Semmentare. Ebbene, mise in giro la falsa notizia che era morto. Numerosi i commenti sia orali che scritti al di qua e al di là dell’Atlantico, nell’affollata comunità della “Little Ponza”, nel Bronx, ’int’u Brucculìne.
Non solo commenti benevoli, della serie: “Pace all’anima sua”. “Una brava persona” e così via, ma anche battute salaci, tipo: “Era proprio ’nu scassambrelle!” , oppure “Chillu disgraziato! …muort’ e bbuono!” e ancora: “Finalmente ’n’atu fetente se n’è gghiuto a ffà ’n’…!” . L’interessato ci rise sopra, commentando: “Sul’ ie aggio putut’ sapé’ ’ll’ate che diceno, dopp’ ca so muórte!”.
Teresa Denurra ci rende noto che la De Gregorio nel suo libro cita Maria Lai “donna radicata in terra sarda” e coglie l’occasione per lanciare l’allarme sulla prevedibile scomparsa dei dialetti sardi.
Specie ad una certa età, sentendo incombere la fine, si tende a riconciliarsi con Dio e la Madonna: Ce chiammeno e Cronache dell’Immacolata di Franco de Luca. Sinceramente, io non facevo parte dei “Giuvene d’a Mmaculata. Tuttavia quella suggestiva manifestazione mattutina da sempre mi affascina, assieme alla statua della Madonna nella chiesa di Ponza, tanto è vero che vi dedicai anche un sonetto, pubblicato anni fa su questo sito: L’Immacolata
Da questo afflato religioso prende le distanze l’amico Bixio: Le religioni secondo Bixio.
Ebbene, caro Bixio, non puoi non riconoscere che Cristo fu “il primo rivoluzionario e socialista della storia” (Gesù Cristo, primo socialista), preconizzando una società in cui tutti gli esseri umani sono uguali e come fratelli devono amarsi: niente più odio, guerre ecc. Purtroppo, la società che ne è seguita non è stata più così: sono continuate le guerre, talvolta definite sante come al tempo delle Crociate e più recentemente con la Jihad islamica, fondamentalisti che vivono ancora nella fase storica medievale. Denunci – e fai bene – una certa ipocrisia da parte di tanti “fedeli” che cercano “una raccomandazione nelle sedi superiori”. Mi sovviene uno spettacolo teatrale della “Smorfia” di Troisi:
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Però, caro Bixio, non si può generalizzare; non sono affatto pochi i fedeli dei vari credi religiosi, oltre ai ministri dei vari culti che vivono la loro fede in maniera coerente, non tralasciando i tanti missionari e martiri, morti per la loro fede. Nei confronti di chi crede non bisogna avere un atteggiamento di chiusura, un esempio eloquente ce lo forniscono l’attuale papa Francesco e il giornalista ateo Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, purtroppo scomparso di recente: Eugenio Scalfari e la storica intervista a Papa Francesco .
Tuttavia, sembra che Bixio abbia “aggiustato il tiro” con un suo commento.
Oltre alle varie confessioni religiose, e probabilmente altre realtà, c’è anche Ischia tra il maturo e il marcio, come sostiene Giuseppe Mazzella di Rurillo; la nostra isola maggiore, dopo aver raggiunto una considerevole offerta turistica, ha bisogno di un adeguato piano programmatico, oltre che regolatore, per evitare “il marcio” sempre in agguato, che si manifesta nel degrado delle strutture riguardanti la ricettività turistica e la sua organizzazione. È infine indispensabile mettere mano alla ricostruzione di Casamicciola. Ci sarà un “lieto fine”, per Casamicciola?
Ad Ischia, se non ricordo male, verso la fine degli anni ’50, si trasferì con la famiglia, Pagliarino, ricordato da Biagio Vitiello. Quando veniva a casa mia a vendere la carne d’asino, mio fratello Francesco ed io, come tutti i bambini, eravamo incuriositi da quelle fettone di carne grondanti sangue e ci avvicinavamo per toccarle. Al che mia mamma ci sgridava: “Iatevenne a’ lloco, sinnò Pagliarino ve porta chisà addò!”. Pagliarino prontamente replicava nel suo dialetto veneto-friulano: “Eh no, la mia cara signora, ti li ai fatti e ti te li tieni. Mi vole no i guai de li altri!”
Alcuni anni dopo, da oltre-oceano giunse la musica di Elvis Presley, La musica nelle nostre vite (3), il rock and roll ci faceva impazzire, molto più di certa musica psichedelica. Ascolto con nostalgia quei ritmi, ma con l’età ho imparato ad apprezzare ancora di più la musica classica; Puccini, Rossini e Verdi sono i mei preferiti. Ben venga l’approfondimento sulle radici della musica di Sandro e dei suoi amici/sodali appassionati.
Venendo alla cronaca di questa settimana, apprendiamo – purtroppo – la scomparsa di Michele Aversano. Anche a nome della Redazione, formulo sentite condoglianze ai familiari con un affettuoso abbraccio.
Anche Tittina ‘i Salvatore (Cristina Vitiello) a Le Forna ci ha lasciato, ne dà notizia Sandro Vitiello, a lei contiguo per legami di parentela.
Ponza – purtroppo – fanalino di coda nella raccolta differenziata. Per operazioni del genere occorre un’isola ecologica dove stoccare i materiali, che ancora non esiste. Di certo il sindaco potrà dirci quali sono le difficoltà da superare, affinché questo servizio essenziale possa realizzarsi.
Altro triste primato, Ponza lo registra nel gioco d’azzardo. Purtroppo, in tanti dilapidano i sudati risparmi. È il lato negativo della moderna tecnologia, le scommesse on line. Ormai i giochi a carte di una volta: tressette (il famoso tressett’ a perde, o “terziglio”, tipico di Ponza), maniglia, scopone scientifico… non si praticano quasi più. Male che andava, ci si rimetteva il costo di una birretta. Occorrerebbe rispolverarli, organizzando appositi tornei, specie durante le festività di fine anno.
Inoltre, invece di perdere tempo e danaro a “studiare sistemi” al superenalotto, che nella stragrande maggioranza dei casi non conducono ad un lieto fine, sarebbe più divertente tuffarsi nel Mondo gatto e giocare con un micetto. Ma l’articolo lo tratta anche come ispiratore di film e libri! Avevo un gatto nero con una macchia bianca sul muso. Un portento di abilità! …imparò perfino ad azionare con la zampa le maniglie delle porte e ad aprirle!
Tra le notizie, speriamo a lieto fine: la nuova gara dei Collegamenti marittimi che interessano le isole pontine. Purtroppo, non è previsto il collegamento con Terracina, pascolo libero dei privati. Come un “disco rotto” non mi stancherò mai di ripetere che le corse perdute per il cattivo tempo vanno recuperate, anticipando in primavera e/o posticipando in autunno le linee di collegamento con Anzio. Spero vivamente che la nostra Amministrazione Comunale insista sul collegamento con Terracina, in convenzione regionale.
Ci avviciniamo alle festività di fine anno: Natale a Formia tra luci e tradizioni. Anche Ponza sembra illuminarsi.
A questo punto auguro a tutti Buona domenica e ottimi preparativi per il Natale e Capodanno!