Usi e Costumi

Gioco d’azzardo in provincia. Altro triste primato per Ponza

proposto da Paolo Iannuccelli

 

da  RADIO LUNA LATINA

Sud Pontino, il gioco d’azzardo “mangia” in media 3.766 di reddito pro capite. Incidenza top a Ponza e Campodimele – Formia si conferma il Comune con la giocata pro-capite più alta con 5.992 € all’anno
di Roberta Sottoriva

GAETA – La pratica di azzardo è costantemente in crescita a Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Minturno, Spigno Saturnia, Formia, Ponza, Ventotene, Gaeta, Itri, Campodimele, Sperlonga, Fondi, Monte San Biagio e Lenola, e rappresenta ancora una notevole problematica di disagio economico e sociale. I dati, resi noti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativi all’anno 2023, sono stati diffusi dalla Caritas.

La media della giocata pro capite nel 2023 è stata di 3.766 euro, di cui 1.270 euro la componente fisica e 2.496 euro quella telematica; una cifra esorbitante se confrontata con la media nazionale di 2.503 euro. L’aumento rispetto al 2022 è stato del 4%, con la componente telematica che continua ad essere praticamente il doppio rispetto a quella fisica.
L’uso del canale telematico è un vero nodo problematico poiché le scommesse on line sono fuori controllo dagli orari e regolamenti degli esercizi commerciali e attirano sempre più le giovani generazioni abituate all’uso continuo di smartphone, tablet e personal computer. L’incidenza media nel 2023 della giocata pro-capite sul reddito 2021 è stata del 22,2%, in aumento rispetto a quella del 2022 e praticamente doppia rispetto a quella dell’Italia equivalente a 12,1%”, si legge in una nota .
Formia si conferma il Comune con la giocata pro-capite più alta con 5.992 € all’anno, seguita da Campodimele con 4.874 €, Ponza con 3.856 €, Fondi con 3.687 €, Sperlonga con 3.650 €, Minturno con 3.325 €, Castelforte con 3.156 €, Spigno Saturnia con 3.065 €, Santi Cosma e Damiano con 2.992 €, Gaeta con 2.947 €, Monte San Biagio con 2.127 €, Ventotene con 1.892 €, Lenola con 1.792 €, Itri con 1.783 € .

Nel 2023 è avvenuto un ulteriore innalzamento della giocata pro capite, rispetto al 2022, per con il record di Campodimele del 51%. Gaeta, Minturno e Formia hanno registrato un aumento più contenuto, mentre Itri, Fondi, Ponza e soprattutto Sperlonga, Santi Cosma e Damiano e Ventotene hanno ridotto la giocata pro capite.
Da rilevare che Campodimele e Ponza, nonostante il proprio reddito pro-capite sia tra i più bassi dei Comuni della Diocesi, si attestano nella prime posizioni, insieme a Formia, nella classifica dell’incidenza della giocata pro capite sul reddito. A questo si aggiunge il caso di Campodimele che rivela una giocata pro-capite telematica di 4.427 €.

Infine, le puntate sono così distribuite: per il canale fisico il 44% alle Slot machine, il 20% alle lotterie, il 16% al lotto, l’11% a scommesse a base sportiva, il 4% a scommesse virtuali, il 3% al superenalotto e il resto a marginali forme di scommesse
“Per arginare questa “devastazione sociale” – ricordano dalla Caritas diocesana di Gaeta – prosegue l’impegno attraverso il Tavolo di contrasto all’azzardo e di cittadinanza, con la partecipazione della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, di Libera Presidio Sud Pontino, della Cooperativa Sociale Osiride, l’Associazione Gocce di Fraternità Aps sede di Gaeta, l’Associazione Vittorio Bachelet, il Circolo Intercomunale Legambiente “Luigi Di Biasio”, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia sezione di Formia, l’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau sezione Latina, il Circolo Legambiente Verde Azzurro Sud Pontino e la Lega SPI CGIL Sud Pontino. Varie iniziative sono state realizzate come i convegni, le Tende del Buon Gioco nelle piazze, la sensibilizzazione tra gli studenti delle scuole superiori, il pressing sulle amministrazioni comunali, la pubblicazione di articoli, la mappatura delle giocate fisiche e telematiche, l’apertura di un centro di ascolto e di orientamento, l’avvio del coinvolgimento ad enti ed associazioni a livello provinciale.

A giugno 2024 la Caritas di Gaeta, in collaborazione con il Tavolo di contrasto all’azzardo e di cittadinanza, ha proposto il progetto “Non è un gioco” (all’interno di Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) a tutti gli istituti scolastici situati dentro i confini della Diocesi, con l’obiettivo di rendere i ragazzi della fascia di età 16-19 anni consapevoli delle conseguenze legate alla pratica dell’azzardo attraverso la conoscenza di dati e contesti.
Lo scopo di questo vasto impegno è quello di rendere consapevoli i cittadini, le associazioni e le istituzioni a percepire la pratica dell’azzardo non come un gioco, ma come un’attività rischiosa che può generare una dipendenza patologica, che conduce spesso ad essere esposti all’usura e alla manipolazione di organizzazioni criminali.

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