Ischia

Ischia, tra il maturo e il marcio

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

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Sono almeno cinquant’anni – mezzo secolo – che lo sviluppo economico dell’isola d’Ischia viene definito “maturo” in tutti gli studi economici e sociali recepiti dagli Enti di governo del territorio dalla Regione ai Comuni. Per “maturità” si intende un sistema economico e sociale che ha tutti i servizi necessari al cittadino mentre la consistenza quantitativa e qualitativa degli alberghi, del commercio e di tutto l’indotto è di alta qualità.
Questa qualità presenta una offerta per tutte le tasche di clienti. Dalle 5 stelle di lusso all’una stella delle piccole pensioni fino alla vastità dei b&b sparsi ovunque tanto che l’intera isola è un “albergo diffuso”.
La rivelazione del “turismo maturo” personalmente mi apparve in uno studio del 1970 sui sistemi turistici della Campania predisposto dal Comitato Regionale per la Programmazione che furono istituzioni provvisorie costituite dal Governo dell’epoca di centro-sinistra con la partecipazione del PSI in vista del l’istituzione delle Regioni a statuto ordinario avvenuta nel giugno 1970.
È noto che l’istituzione delle Regioni fu voluta dal PSI per una svolta “autonomistica”, per la piena realizzazione della Repubblica in attuazione della Costituzione del 1948 che divideva lo Stato in Governo centrale, Regioni, Province e Comuni. La svolta doveva prevedere come scelta irreversibile il metodo della “programmazione economica e della pianificazione territoriale” sulla scia della famosa “nota aggiuntiva al bilancio dello stato” del ministro repubblicano Ugo La Malfa del 1962. Appunto perché aveva contezza della consistenza economica del Paese ma anche dei limiti Ugo La Malfa chiese – non riuscendoci – l’abolizione delle Province come modifica costituzionale. Le Regioni furono viste come enti locali fondamentali per la programmazione economica. Quello studio del comitato campano – che era presieduta da Ennio Cascetta dc che poi sarà anche presidente della giunta regionale – fu per me un viatico per tutti gli articoli sulle problematiche civile dell’isola.

Ricordo che feci un articolo su “Il Giornale d’Ischia” nel 1972 dove sostenni che lo studio considerando l’intera isola d’Ischia area a sviluppo “maturo” commetteva un errore di analisi perché l’area di Casamicciola col suo termalismo tradizionale ottocentesco era una zona da sostenere e rilanciare, certo non era al passo del ritmo di sviluppo soprattutto del comune di Forio. Da qui sostenevo la realizzazione di un moderno “villaggio termale ricettivo” nel complesso del Pio Monte della Misericordia che versava in crisi economica per la crisi istituzione dello stesso Ente Morale proprietario i cui scopi ed obiettivi non potevano competere con la pressione storica e galoppante della fase di sviluppo di Ischia rivoluzionato dalla innovazione della “piscina termale” del medico tedesco Walde con i “Giardini Poseidon”.
La “piscina termale” è stata rivoluzionaria per Ischia come la catena di montaggio di Ford agli inizi del 900. Da allora abbiamo avuto uno sviluppo capitalistico sfrenato senza alcun rispetto per la natura con un saccheggio del territorio e delle bellezze naturale senza attuare la minima “programmazione”, proprio quella che doveva fare la Regione, e non abbiamo mai avuto un “piano regolatore generale” partecipando tuttavia alle discussioni accademiche semantiche sul cambiamento delle denominazioni dei piani e programmi che hanno infine ridicolizzato ogni osservazione e ogni intervento di “pianificazione imperativa” l’unica valida perché “impone” non “indica” o “suggerisce” al privato o al pubblico.
Così – alcuni anni fa – quando parlavo con il sen. Luigi Covatta, un uomo di grande cultura e impegno socialista, originario di Forio ma con gli orizzonti vasti di uno studioso e politico vissuto a Roma, per una politica di “valorizzazione dei beni culturali ed ambientali” dell’intera İsola senza dimenticare la corretta utilizzazione del patrimonio idro-termale, Luigi mi fece notare che “tra il maturo ed il marcio il filo è sottile”. Una osservazione acuta. La fase “matura” dello sviluppo richiede un governo pubblico di grande spessore perché se non la gestisci bene, il passo tra il maturo ed il marcio avviene in un attimo.
Le risorse ambientali non possono essere sfruttate all’infinito senza regole. La “maturità” economica e sociale richiede una grande e continua opera infrastrutturale come difesa del territorio, parchi pubblici, servizi al cittadino ed al turista uguali in ogni località dell’isola. Questi punti – che ritengo del tutto evidenti – dovrebbero essere tenuti in conto dal sindaco “metropolitano”, Gaetano Manfredi eletto presidente dell’ANCI e del sindaco di Casamicciola Giosy Ferrandino eletto nel Consiglio Nazionale della stessa associazione nazionale dei Comuni.
Credo che il grido di dolore del sindaco di Casamicciola per le disastrose condizioni della sua municipalità dovrebbe essere forte e chiaro senza personalismo o partitismo chiamando prima di tutto il suo popolo senza steccati alla voglia di “ricostruzione” e le alte sfere della Repubblica al rilancio dell’ordinario sviluppo economico di tutta isola affinché il maturo non diventi marcio o che nonostante gli egoismi campanilistici una comunità colpita dagli eventi naturali non solo si dissolve ma inconsapevolmente provoca la perdita del benessere per tutti come la mela marcia nella cesta delle mele mature.

G. M. – [email protected]

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