Musica

La musica nelle nostre vite (2)

da conversazioni tra Marco Madana Rufo Mansur e Sandro Russo

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Per la prima parte, con gli interrogativi di Sandro e la posizione di Vittoria: leggi qui

Scrive Marco Màdana
Nel leggere per iscritto quanto sulle nostre ‘interazioni’ musicali ha riportato Sandro – sempre affamato di conoscenza, appassionato e a volta anche un po’ provocatore – mi sento obbligato a fare una precisazione.
Io non disprezzo nessun tipo di musica, né alcun tipo di musica è detestabile, perché ogni composizione nasce da un particolare bisogno, ed essi sono tanti quanto sono gli uomini della terra. Chi può dire che un bisogno sia più legittimo di un altro?

Infatti la musica può nascere per soddisfare la dimensione fisica, quando a esempio ci fa  ballare e sfogare; oppure la dimensione emotiva, quando cioè ci parla di sentimenti e aiuta lo sviluppo delle nostre stesse emozioni. La musica può anche soddisfare un bisogno psicologico, per esempio quando ascoltiamo i pezzi dei vari cantautori e/o ne assorbiamo le ideologie.
Infine la musica risponde ad un bisogno spirituale, dell’anima; quello cioè di comunicare in qualsiasi maniera con il Divino.
Dunque ognuno si serva da solo, secondo i propri bisogni alla tavola imbandita della musica.

Nelle tradizioni spirituali, anche se sotto differenti forme, la musica è sempre funzionale a tre aspetti fondamentali.
Il primo è quello di sviluppare la capacità di ascolto, imparando a distinguere tra i suoni disarmonici e quelli armonici, tra un rumore e un suono, tra le melodie che innalzano e quelle che ci abbassano. Dunque lo sviluppo di cosa la musica è di per sé, in senso oggettivo.
La seconda funzione della musica, sempre ragionando da un punto di vista delle tradizioni sacre, è invece una funzione strettamente soggettiva. Attraverso il potere della musica, infatti, noi possiamo riconoscere meglio i suoni, gli umori, i sentimenti, gli aspetti più profondi della nostra personalità, semplicemente imparando ad ascoltarci.
La terza funzione è quella che unisce le prime due: l’oggettiva e la soggettiva, dunque è una funzione relazionale. Attraverso questa sublime e mistica scienza della relazione tra le note, l’Armonia, l’uomo impara a relazionarsi con gli altri in forme armoniose, assonanti e ‘simpatiche’, risolvendo ed evitando tutti quei pensieri e quegli atteggiamenti che creano disarmonia, antipatia e dissonanza.

Quindi non è possibile stabilire cosa sia legittimo, etico o utile, nella musica. Essa è la grande maestra che unisce le diversità attraverso la scienza delle relazioni individuali e, in un prospettiva più ampia dell’Armonia universale.


Avvertenza  (o minaccia) per i Lettori

Pensiamo con Sandro di sviluppare i diversi aspetti della musica in prossime puntate.

Marco Màdana Rufo Mansur

Da Youtube un breve esecuzione di Marco Màdana, scelta a caso da Sandro tra tante, senza una particolare finalità che non sia quella del puro intrattenimento.

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YouTube player

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[La musica nelle nostre vite (2).  Continua?]

 

 

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