segnalato da Sandro Russo da La Repubblica di ieri
.
Desiderosi di onorare il consiglio dell’ex sindaco Vigorelli (leggi qui), vecchia volpe del giornalismo, continuiamo a scrivere (e a riportare scritti e fatti) su fascismo e antifascismo. Lui pensa che così continueremo a perdere; altri pensano di contribuire a mantenere viva una coscienza critica in tempi bui.
Mi ha colpito questa intervista al sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sui fatti avvenuti in quella città sabato scorso, e ho pensato di parteciparla ai lettori di Ponzaracconta.
S. R.
Lepore: “Sbagliato scambiare collaborazione per obbedienza. Bologna è stata oltraggiata”
di Eleonora Capelli – Da la Repubblica del 12 novembre 2024
Bologna — «Io di faccia ne ho una sola, guardo ai cittadini bolognesi e chiedo rispetto per la mia città oltraggiata sabato da un corteo di 300 camicie nere. La premier Giorgia Meloni non confonda la collaborazione con l’obbedienza, non possono esserci scambi su questo». Il sindaco Matteo Lepore risponde a stretto giro alla premier Meloni, dopo giorni di polemiche sugli scontri che sabato hanno portato 13 feriti tra manifestanti antifascisti e forze dell’ordine, durante la manifestazione dei “Patrioti”.
Sindaco Lepore, Meloni l’ha accusata di doppiezza, con private richieste di aiuto e pubbliche accuse, a cosa si riferisce?
«Io ho chiesto aiuto pubblicamente alla premier, come sindaco di Bologna, città alluvionata. Questo non significa che la collaborazione implichi obbedienza, lo ha dimostrato il premier spagnolo Pedro Sanchez. Si è presentato a Valencia, si è preso le critiche e anche le bastonate, ma è stato al fianco del governatore che non è della sua parte politica. Inoltre io non ho dato a Meloni della picchiatrice fascista».
Allora cosa c’entra il governo con il corteo di sabato a Bologna?
«Chiedo spiegazioni sulla gestione dell’ordine pubblico. Perché è stato permesso che 300 persone con le svastiche al collo e, ribadisco, la camicia nera, sventolassero le loro bandiere marciando al passo dell’oca a pochi passi dalla stazione? Il fatto che sia stato permesso è un oltraggio alla città».
Non era d’accordo con il fatto di autorizzare il corteo dei “Patrioti”?
«Nel comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza avevamo convenuto che dovessero manifestare in piazza della Pace, in periferia, vicino allo Stadio, dove già in passato altre volte si erano riuniti. C’è il verbale, il documento della Prefettura. La gestione pattuita in comitato non si è mantenuta, si sono prese decisioni al di fuori, negandolo fino ad oggi, anche con prese di posizioni false».
Lei ieri ha parlato della volontà di creare un caso, a pochi giorni dal voto per le Regionali…
«Direi che i manifestanti in camicia nera sono riusciti a creare un caso politico perché è stato loro permesso. Su quanto accaduto sono intervenuti tutti: dalla premier al ministro della difesa Guido Crosetto, da Matteo Salvini al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Oltre a numerosi parlamentari. Neanche se fosse scoppiata la terza guerra mondiale avrebbero dichiarato tutti insieme così velocemente. Credo abbiano capito che qualcosa è andato storto e di aver commesso un errore madornale».
La campagna elettorale quanto c’entra?
«Diciamo che andrebbe fatta sulle questioni che interessano i cittadini: alluvione, ristori, fondi per la sanità, anche potenziamento della presenza delle forze dell’ordine da noi richiesto. Ci ritroviamo a parlare di 300 fascisti venuti in città senza che nessuno lo impedisse. Io ringrazio la polizia, si sono comportati in modo professionale, ma sono stati messi in una situazione sfavorevole, la piazza è stata tenuta con il senso di responsabilità di tutti».
I toni sono esasperati, Gasparri ha detto che Elly Schlein riporta alle “soglie del brigatismo”, La Russa ha evocato i “facinorosi”, lei cosa risponde?
«Non sanno di cosa parlano, noi non prendiamo lezioni da persone che hanno partecipato anche ai comizi di Casapound. Noi continuiamo a dire che le manifestazioni violente vanno censurate, ma ci spieghino perché hanno deciso una diversa gestione della piazza».
***
Meloni attacca Lepore: “Ha una doppia faccia, mi chiede aiuto poi mi dà della picchiatrice fascista”
11 novembre 2024
La polemica
Lepore attacca: “Si è voluto creare un caso prima del voto”. Ira di Piantedosi: “Insinuazioni gravi”
–
Piero Vigorelli
14 Novembre 2024 at 08:17
Piero Vigorelli
Parola del Prefetto (di Bologna)
Ostinato nel rammentare al compagno Sandro Russo che Ponza Racconta dovrebbe, sempre,
rappresentare tutte le opinioni, gli “regalo” l’intervista del Prefetto di Bologna al Corriere della Sera a proposito delle panzane del sindaco della città.
E gli ricordo che quelli di Casa Pound mi fanno schifo e altrettanto vale per quelli del corteo non autorizzato delle sinistre, al quale ha partecipato la vicesindaca di Bologna (!), che hanno vigliaccamente aggredito i poliziotti con bastoni, bombe carta e pietre.
–
Vi prego di continuare su questa strada.
Piero Vigorelli
https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/24_novembre_11/bologna-prefetto-manifestazione-58bd3ea3-4e8c-46f4-b3e7-ad4344608xlk.shtml
Sandro Russo
14 Novembre 2024 at 09:51
Pregherei Vigorelli di uscire dal piano personale per restare al confronto di idee. Con la stessa sua improntitudine potrei chiamarlo “camerata Vigorelli” a meno che non mi risponda come il presidente del Senato, quando in un consesso pubblico gli diedero del ‘fascista’. Disse “È un onore!”.
Ciò detto, io ho riportato un articolo pubblicato su la Repubblica, come lui ne oppone uno dal Corriere della Sera. Possono essere entrambi veri e/o in qualche modo parziali. Al di là dei particolari, a me dell’intervista era piaciuta la ferma risposta ‘civile’ del Sindaco Lepore, su un dato incontrovertibile: che quel gruppo di facinorosi di Casapound a Bologna non c’era arrivato per fare una scampagnata tra amici. Quindi l’offesa alla città c’era stata, e lui la stigmatizzava.
–
Quanto ai consigli su quali letture selezionare o su cosa dovrebbe fare Ponzaracconta, se permette è una scelta nostra, della Redazione, e non sua.
Lui dovrebbe solo essere contento che “ci stiamo lentamente suicidando” per il fatto di non seguire i suoi consigli. Siamo commossi per la sollecitudine nei confronti di Ponzaracconta, ma a noi sta bene così, grazie!
Biagio Vitiello
14 Novembre 2024 at 20:40
Dico (e scrivo) quello che pensa la maggioranza degli italiani: le scaramucce quotidiane tra i politici di destra e di sinistra, portano solo al non voto (che nessun partito, di dx e sx, tiene in considerazione; e questo è un grande, irrisolto problema).
Cavoli vostri.. se poi succederà che diventiamo una colonia amerikana.
Enzo Di Fazio
15 Novembre 2024 at 16:18
Se diventiamo una colonia amerikana, come dice Biagio, è anche colpa di chi non vota.
All’irriducibile astensionista Biagio e a tutti coloro che non vanno a votare perché non c’è un partito che li rappresenta dico:
“Se non c’è un partito che vi rappresenta, c’è più di un partito che NON vi rappresenta”
E l’astensionismo non fa altro che rafforzarli.
Ma a riflettere bene, e con un sano esercizio di umiltà, forse si riesce a trovare in qualche partito dei valori condivisibili che si avvicinano al proprio modo di vedere il mondo e ai propri ideali. Perché – non scordiamocelo mai – votare non è solo un diritto, è anche un dovere civico.
La democrazia è preziosa e non possiamo darla per scontata, il diritto di voto è una delle forme di libertà individuali più importanti che abbiamo e una delle massime forme d’espressione democratica.
Ricordo quello che Michele Serra scrive ad una madre che gli chiede consigli su cosa dire al proprio figlio che, studioso, impegnato “non sdraiato”, raggiunta la maggiore età le fa domande sul diritto di voto, il suo primo gesto da grande
Scrive Serra: … “Io credo che l’astensionismo, ormai un oceano che minaccia di sommergere la polis, sia per metà menefreghismo, per metà definitivo scoramento. E sfinimento. Magari, a quel ragazzo, farei leggere qualcosa su Peppino Impastato, su Pio La Torre, su Giacomo Matteotti: ma l’eroismo, l’immolarsi dei pochi coraggiosi in mezzo alla massa degli indifferenti, è una condizione “estrema” che, da sé sola, non basta a spiegare perché la politica è importante, la partecipazione è importante, anche nella normalità e perfino nella mediocrità. Dunque, forse, gli direi che i fulgidi esempi sono magnifici e luminosi, ma rari, e che il difficile, nella vita, è proprio accettarne la quotidianità e l’imperfezione senza diventare mai cinici e senza darsi per vinti.
Un voto è poca cosa, ma un non voto è ancora di meno. L’elettore conta pochissimo, ma il non elettore conta zero. C’è un’umiltà, nel voto, che lo rende nobile anche quando sai che rischia di finire in un calderone che trasforma tutto in una specie di sbobba che confonde tutti i sapori. Gli direi: non pensare che serva a qualcosa. Accontentati di sapere che serve a te stesso. Ti ha reso un po’ più cittadino di come saresti se non voti…”