.
E’ il mio commento all’epicrisi di Enzo, solo che è venuto troppo lungo, col link e tutto il resto, così è diventato un articolo…
Prendendo lo spunto dalla bella epicrisi di Enzo Di Fazio e dagli articoli del sito che hanno trattato – con molta partecipazione di commenti – la storia e i personaggi della banda di Ponza, nella settimana che è culminata nella ricorrenza dei Morti, ieri 2 novembre, mi sono chiesto come mai in Italia, ma particolarmente a Ponza che si presterebbe per vari motivi, non ha preso piede la tradizione americana (e anche lì, non di tutta l’America, ma solo della Louisiana, nella zona di New Orleans), di accompagnare i funerali al suono della banda, con motivi non tetri, ma vivaci.
Possibile che dall’America prendiamo solo le mode deteriori (tipo l’idiozia di Halloween)? …e non questa idea che io trovo eccezionale?
Leggevo in Wikipedia, a proposito del pezzo musicale – When the Saints Go Marching In – che immaginavo perfetto per la funzione e per Ponza:
Originariamente la canzone era utilizzata come marcia funebre, in particolare nella zona di New Orleans, Louisiana, dove vi era una diffusa tradizione dei cosiddetti “funerali jazz”.
Ecco come un vecchio musicista di una banda di New Orleans della fine del XIX secolo descrive il tipico funerale jazz: «Sulla strada per il cimitero con un Old Fellow o un Massone – erano sempre sepolti con la musica, vedi – eravamo soliti suonare brani lenti come Nearer My God to Thee, Flee as a Bird to the Mountains, Come Thee Disconsolate. Suonavamo quasi qualunque pezzo in 4/4 suonato molto lentamente; loro marciavano molto lentamente dietro il corpo. Dopo che avevamo raggiunto il cimitero e dopo che quelle persone se ne erano andate, noi tornavamo indietro e marciavamo al suono del rullante fino a quando arrivavamo a uno o due isolati dal cimitero. A quel punto passavamo al ragtime. Suonavamo Didn’t He Ramble o prendevamo qualcuno di quei vecchi spirituals (spiritual hymns) e li suonavamo in ragtime in 2/4 camminando tutti in fretta. Didn’t He Ramble, When the Saints Go Marching In, quel bel vecchio pezzo, Ain’t Gonna Study War No More e molti altri che avevamo li suonavamo per ottenere quell’effetto. […] Tutti stavano in mezzo alla strada, sui marciapiedi, davanti alla banda… Ci seguivano folle immense.»
[Il musicista è Bunk Johnson, citato da Floyd S. in The Power of Black Music – Da Wikipedia].
Perché ho scritto che per Ponza sarebbe indicatissimo… Per la sua tradizione bandistica, molto sentita dalla popolazione e per dare una connotazione al dolore che non sia quella mestissima del lamento musicale tradizionale (come la nenia goliardica irridente adattata a marcia funebre, tipo “E’ morto Bischero… Ta pum Ta pum”).
Io me lo immagino, il tragitto dalla chiesa verso il cimitero, passando di fianco alla chiesa, poi su per la salita fino alla Musella e svoltando a sinistra, la parte più erta che supera la Torre e ancora su su, quando la salita si addolcisce e sulla sinistra si apre lo scorcio del mare. Qui la musica aumenterebbe di intensità… Sarebbe una specie di Gloria!
Certo una bella prova per chi suona, specialmente per gli strumenti a fiato; ma si potrebbe fare… Perché no?
Salita al Cimitero. Scorcio mare, dalla stradina verso il cimitero, guardando in basso a destra
(Da Frammenti di Ponza – Blog)
Salita al Cimitero. Via Madonna. Alla fine della strada – in tutti i sensi – passato il faro della Madonna, c’è il cimitero
(foto di Enzo Di Fazio)
A parte il paesaggio, da ascoltare me l’immagino così:
.
.